La fine dell’emergenza è lontana, tra tonnellate da smaltire e un’inchiesta sull’asse Messina-Palermo

Montagne di spazzatura ancora sulle strade, mezzi che ogni giorno partono da Messina verso Motta S. Anastasia nella speranza di scaricare più tonnellate possibili, turni straordinari e un’emergenza di cui ancora non si riesce a vedere la fine, un’inchiesta della Procura che ha iniziato a raccogliere carte e informazioni per capire chi sono i responsabili di una situazione che rischia di mettere in pericolo la salute dei cittadini. Sono le tante facce del caos rifiuti messinese e siciliano. Perché Messina annaspa tra la sua spazzatura, ma il disastro è nell’intera regione. A Palermo vanno avanti le beghe politiche tra il presidente Rosario Crocetta e il sottosegretario Pd Davide Faraone che continua a invocare un commissariamento dal governo centrale, mentre il presidente allontana ogni ipotesi di questo genere assicurando che invece la situazione sta migliorando in tutti i comuni siciliani grazie all’azione messa in atto d’intesa con il Ministero all’Ambiente. Nel frattempo però la gestione dei rifiuti in Sicilia è ancora sotto ordinanze straordinarie che fanno ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione Siciliana, l’ultima in ordine di tempo che riguarda direttamente anche Messina è la n. 9/rif del 19 luglio 2016 che definisce l’ennesimo Piano straordinario di emergenza di conferimento dei rifiuti solidi urbani. Prima di questa c’erano state quelle del 14 luglio, 11 luglio, 30 giugno, 7 giugno. In poco più di un mese una sfornata di atti che hanno dettato linee da seguire, atti da approvare, ma soprattutto quantità di rifiuti da portare in discarica. E’ stato proprio quest’ultimo punto a mettere in ginocchio Messina, che con un colpo di penna si è vista ridurre da 289,5 a 261,5 le tonnellate che ogni giorno può scaricare in discarica. E mentre il sindaco Accorinti e l’assessore Ialacqua ricevevano rassicurazioni dagli uffici palermitani, il presidente Crocetta continuava a firmare ordinanze che, di fatto, hanno mandato in tilt una già malandata macchina dei rifiuti cittadina. Non che prima la città brillasse: basta ricordare infatti che a inizio giugno un solo giorno di chiusura della discarica aveva causato praticamente un mese di disagi e di arretrati di spazzatura da smaltire anche a causa delle tante difficoltà gestionali e operative di Messinambiente. Una prima emergenza poi sfociata in questo più grande caos che porta la firma del governatore siciliano. La Procura nei giorni scorsi ha chiesto di ascoltare l’assessore Ialacqua e il funzionario di Messinambiente Lisi, ha raccolto le ordinanze e ha chiesto a Comune e partecipata di fornire tutta la documentazione prodotta in queste settimane, tutte le note, le lettere, le comunicazioni intercorse tra Palazzo Zanca e Messinambiente e inviate a Palermo e alla Prefettura. Nel fascicolo aperto dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Barbaro l’ipotesi di reato è quella di omissione di atti d’ufficio per la salvaguardia della salute pubblica dei cittadini e l’obiettivo è di accertare chi ha sbagliato tra Messina e Palermo. A Ialacqua e Lisi è stato chiesto anche di consegnare il progetto di adeguamento della vasca dell’ex inceneritore a Pace che nei progetti dell’amministrazione e della società poteva diventare un punto di stoccaggio dei rifiuti, superando la piattaforma che ad oggi non può più essere utilizzata per depositare a terra spazzatura in attesa di metterla sui camion che la portano a Motta. Per gli amministratori messinesi questa poteva essere la soluzione per tamponare in qualche modo i periodi più delicati e avere così un luogo dove “parcheggiare” la spazzatura rimossa da strade e marciapiedi. Ma il progetto si è arenato a Palermo, nonostante fosse stata proprio la Regione a sollecitarlo.

Intanto in città la situazione è ancora incandescente. Il cronoprogramma “informale” che era stato concordato tra Comune, Messinambiente e Regione per far fronte alle decine di tonnellate già accumulate per strada non sta funzionando come si sperava. Crocetta aveva garantito una deroga alle 261,5 tonnellate giornaliere, promettendo a Messina la possibilità di poterne scaricare 350 al giorno per una settimana e poi ancora 300 fino alla fine dell’emergenza. L’assessore Ialacqua spiega però che in realtà fino ad oggi i mezzi messinesi non hanno potuto scaricare più di 300 tonnellate al giorno, subendo anche notevoli ritardi per il sovraffollamento che si registra di fronte ai cancelli dell’impianto di Motta, visto che la situazione emergenziale non riguarda solo Messina. Se si fossero rispettare le 350 tonnellate sarebbero bastati circa 12 giorni per ripulire la città, così aveva garantito il commissario Giovanni Calabrò, questi primi giorni però non sono andati come da cronoprogramma, dunque l’attesa sarà molto più lunga. Le situazioni più critiche si registrano ancora soprattutto nell’estrema zona nord, da Orto Liuzzo a Mortelle, anche se le cose non vanno meglio nel resto della città. La discarica, tra l’altro, aspetta ancora che dalla Regione arrivi un’autorizzazione ufficiale ad aumentare la quantità di spazzatura messinese che può accogliere, ma fino a ieri sera tutto è rimasto ancora sul piano informale, con accordi telefonici e “sulla fiducia”. Una situazione insostenibile e che i cittadini stanno pagando sulla propria pelle, vista anche la bella stagione e le alte temperature. Tutto questo mentre è ormai alle porte la prima rata Tari in scadenza il prossimo 30 luglio.

Francesca Stornante