Capizzi, l'assassino non voleva uccidere Giuseppe Di Dio

Capizzi, l’assassino non voleva uccidere Giuseppe Di Dio

Marco Olivieri

Capizzi, l’assassino non voleva uccidere Giuseppe Di Dio

lunedì 03 Novembre 2025 - 09:40

L'ipotesi degli investigatori è che il sedicenne non fosse il bersaglio dell'omicida, ora fermato assieme al padre e al fratello. Le dichiarazioni del sindaco

CAPIZZI – Un tragico errore. L’omicida voleva ammazzare un’altra persona ma per sbaglio avrebbe sparato al sedicenne Giuseppe Di Dio sabato sera in via Roma, davanti a un bar. Questa è l’ipotesi in campo, da parte dei carabinieri di Messina e Mistretta, coordinati dalla Procura di Enna.

Sono stati esplosi almeno tre colpi d’arma da fuoco e in tanti hanno cominciato a scappare e rifugiarsi dentro al locale. Un ventiduenne è stato ferito alla gamba e non è in pericolo di vita. Per il sedicenne, invece, colpito al collo, non c’è stato niente da fare ed è morto poco dopo nell’ambulatorio della guardia medica.

Giacomo Frasconà, vent’anni, è accusato di  di omicidio, tentato omicidio, detenzione abusiva di armi, detenzione di arma da fuoco clandestina, lesioni personali e ricettazione. Con lui il padre, Antonio, 48 anni, e il fratello Mario, 18 anni, ritenuti responsabili proprio per il fatto di aver accompagnato il ventenne sul luogo del delitto al momento dell’azione di fuoco, fuggendo assieme. Decisive, per il fermo, alcune testimonianze e il controllo dei sistemi di sorveglianza. I tre sono stati raggiunti nella loro abitazione.  Recuperata e sequestrata l’arma del delitto: una pistola con matricola abrasa.

Il sindaco: “Capizzi unita nel dolore, le istituzioni non sono riuscite a tutelare la nostra comunità”

Così il sindaco Leonardo Giuseppe Principato Trosso: “Capizzi piange Giuseppe. Una tragedia assurda, in parte annunciata, ha spezzato la vita di un ragazzo di appena 16 anni, Giuseppe Di Dio, attinto da un colpo di arma da fuoco in una serata che doveva essere di festa, da un giovane ventenne del luogo, già noto alle forze dell’ordine, senza alcuna motivazione. La nostra comunità è stata attaccata nel modo più violento e vile che potevamo immaginare. Le istituzioni non sono riuscite a tutelare la nostra comunità ed evitare il peggio. Questo è l’animo di un sindaco che già tempo addietro ha segnalato la necessità di maggiore attenzione per il proprio territorio e oggi chiede giustizia a gran voce”.

Continua il primo cittadino: “L’intera comunità è sconvolta, attonita e si stringe con profondo dolore e affetto attorno alla famiglia di Giuseppe Di Dio, colpevole solamente di essersi trovato nel posto e nel momento sbagliato. Confidiamo che la giustizia faccia pienamente il suo corso. Il nostro ente ha messo già a disposizione dell’autorità giudiziaria le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. Si rimane a completa disposizione della stessa, affinché venga fatta piena luce e giustizia su quanto accaduto. Ogni altra parola e commento, da qualsiasi altra fonte proveniente, in questo momento risulterebbero superflui e fuorvianti. Oggi Capizzi è unita nel dolore, nel silenzio e nel ricordo di Giuseppe. Non si piegherà alla violenza e reagirà con unità e fiducia nelle istituzioni”.

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3 commenti

  1. NON E’ COMUNQUE UN’ATTENUANTE….. HA COMUNQUE AMMAZZATO UN POVERO RAGAZZO. E CHE DIRE DEI DUE PARENTI CHE LO HANNO ASSECONDATO?

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    1. Buongiorno, chi ha scritto che è un’attenuante? Si tratta di un omicidio.
      Cordiali saluti

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  2. non era un appunto sull’articolo… assolutamente no… voi fate sempre un ottimo lavoro con i vostri articoli

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