Caporalato al rifornimento, la versione di Marchetta

Caporalato al rifornimento, la versione di Marchetta

Alessandra Serio

Caporalato al rifornimento, la versione di Marchetta

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giovedì 30 Ottobre 2025 - 08:00

L'imprenditore e il socio di Barcellona si difendono dalle accuse dei dipendenti. Ma il giudice...

Barcellona – Respingono tutte le accuse i due imprenditori arrestati per caporalato dalla Guardia di Finanza lo scorso 24 ottobre. Maurizio Marchetta e Salvatore Biondo, comparsi davanti al giudice Giuseppe Caristia per l’interrogatorio di garanzia, hanno risposto a tutte le domande del GIP difendendosi con forza e dando la loro versione delle vicende denunciate dai lavoratori.

Nessuno sfruttamento, secondo il costruttore e il socio, storicamente impegnato nel settore della distribuzione carburanti, che hanno ribaltato il racconto dei dipendenti ed hanno offerto la loro chiave di lettura delle conversazioni intercettate. Con loro c’erano i difensori, gli avvocati Ugo Colonna e Nino Aloisio, che ora valutano il ricorso al Tribunale della Libertà.

No alla liberazione

Dopo l’interrogatorio i due imprenditori hanno chiesto al giudice la scarcerazione, ma l’istanza dei legali è stata respinta. Marchetta e Biondo, quindi, per il momento restano ai domiciliari col braccialetto elettronico, come disposto dallo stesso giudice Caristia su richiesta della procura di Barcellona. La versione dei due titolari della Sikelia oil, quindi, al momento non sembra aver convinto il Giudice per le indagini preliminari, che sul piano cautelare continua a ritenere opportuni gli arresti, anche a fronte degli accertamenti che sono ancora in corso.

Accertamenti che sono in mano al procuratore capo di Barcellona Giuseppe Verzera. Il magistrato ha spiegato di aver seguito personalmente l’indagine perché è massima l’attenzione di forze dell’Ordine e inquirenti contro un fenomeno come quello dello sfruttamento dei lavoratori. Il capo della Procura barcellonese ha anche chiesto ed ottenuto il sequestro fino a 350 mila euro sui conti correnti della società.

La denuncia dei dipendenti

E’ stato un ex dipendente dell’impianto a dare il via al lavoro delle fiamme gialle, raccontando di essere stato licenziato dopo aver lamentato il trattamento lavorativo riservato agli operatori dell’impianto di distribuzione carburanti che sorge nei pressi della stazione ferroviaria. Un’area di servizio all’avanguardia, che conta anche un locale ristoro e degli alloggi per il riposo dei camionisti.

Almeno un altro lavoratore ha confermato ai finanzieri il racconto del denunciante, che ha parlato di buste paga “più leggere” rispetto ai turni effettivi di lavoro, insulti sul lavoro anche davanti ai clienti, straordinari non pagati. “Il lavoro è questo, se non vi piace siete liberi di andarvene“, si sarebbero sentiti rispondere dai titolari, quando chiedevano la retribuzione effettiva.

Un commento

  1. E poi parliamo che al sud non vi è sviluppo, che sch…..

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