Malati gravi abbandonati nei propri escrementi, detenuti senza indumenti invernali. Lo spaccato più tragico del penitenziario messinese
Messina – Essere ammalati gravemente in carcere è una condanna nella condanna alle peggiori condizioni di umanità. Lo spiega la Garante dei detenuti del Comune di Messina Lucia Risicato, oggi ascoltata dal Consiglio comunale su i suoi 7 mesi di mandato. La Garante incontra i detenuti almeno una volta a settimana, raccogliendo le loro richieste. Poter incontrare i familiari, essere trasferiti in penitenziari più vicini ai propri cari o potersi curare sono le principali richieste raccolte dalla Garante.
Malati gravi abbondanti
“Nelle mie visite ho riscontrato con dolore la presenza, nel centro clinico del carcere, di soggetti non autosufficienti, giacenti nei propri escrementi, di soggetti con insufficienza renale al quarto stadio, di pazienti oncologici e affetti affetti da ictus”, scrive Risicato nella relazione consegnata ai consiglieri.
“In questi mesi, grazie anche al mio interessamento sono stati tre i detenuti con patologie multiple a lasciare il carcere per incompatibilità con la condizione carceraria”, racconta la Garante, che grazie alla collaborazione con l’Asp penitenziaria è riuscita a trovare un posto in un centro assistenziale specializzato per un detenuto afasico e con ictus, incapace di badare a se stesso.
No ai pacchi in carcere, detenuti senza indumenti invernali
Non è l’unico caso di ottima collaborazione tra operatori riscontrata dalla Garante, che denuncia invece l’assoluta chiusura al dialogo da parte del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria. Tutte le richieste di contatto, segnalazioni, chiarimenti, da parte della Garante al Provveditore sono rimaste senza alcuna risposta. Una chiusura che rende di esasperare la situazione nelle carceri, dove la recente stretta ai generi di necessità che i detenuti possono ricevere dall’esterno sta sfiancando i detenuti, a Messina come nel resto della Sicilia.
Per ragioni di sicurezza e per uniformare la modellistica e le procedure, la Circolare 1/2024 ha infatti limitato la possibilità per i detenuti di ricevere diverso materiale e vettovaglie nei “pacchi” provenienti dall’esterno. Alcuni possono essere acquistati all’interno del penitenziario, ma a prezzi molto più alti. A farne le spese sono proprio i detenuti che cercano riscatto, impegnati nei percorsi di formazione e scolarizzazione per esempio, che hanno bisogno di materiale scolastico.
Per ragioni di sicurezza, sollevate anche dai tanti rinvenimenti di cellulari e droga in cella, sono stati proibiti anche gli indumenti di pile.
Clima preoccupante
” I detenuti delle carceri siciliane non sono insorti per la carenza d’acqua, per le infestazioni di topi e insetti, per il caldo asfissiante e per il freddo pungente, e neanche per i problemi infiniti della sanità penitenziaria: vedendosi però privati di ciò che potevano legittimamente ricevere dalle famiglie (e mi riferisco anche agli indumenti in pile contro il freddo invernale)”, scrive la Garante, che ha raccolto le proteste di 90 detenuti messinesi su questo argomento.
