Donna Sarina torna dalle ferie. A Messina si gioca a Trivial e alle crociate

Donna Sarina torna dalle ferie. A Messina si gioca a Trivial e alle crociate

Rosaria Brancato

Donna Sarina torna dalle ferie. A Messina si gioca a Trivial e alle crociate

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domenica 03 Settembre 2017 - 07:15

Caro diario mentre ero in vacanze a Messina sono scoppiate le crociate per il Dalai Lama e per l'intitolazione delle vie, la guerra tra franzisti ed antifranzisti. Tutti giocano a chi è il più dotto e nessuno si ricorda che siamo senza bilanci. E' iniziata la prima campagna elettorale etico-dottrinale......

Caro diario, definire semplicemente trauma il mio rientro dalle ferie trascorse tra Villafranca, Saponara e Rometta, non rende l’idea. E’ come essere catapultati da un sogno in un incubo. Mentre ero in vacanze Messina è piombata in un clima da guerra tribale in vista delle elezioni. Non mi riferisco alle Regionali del 5 novembre, che sono diventate un siparietto cabarettistico, ma alle amministrative del 2018. Parafrasando Einstein: “Non so con quali armi si combatterà la terza mondiale, ma la quarta si combatterà con i bastoni e le pietre”, non so con quale clima si affronteranno le campagne elettorali per le Regionali e le Politiche ma quella per il dopo Accorinti si farà a colpi di clava. Non sarà una normale competizione tra forze politiche ma una guerra tra le forze demoniache e quelle del bene.

Ad agosto, mentre ero in riva al mare a godermi tramonti e spritz con il sottofondo del tormentone estivo “L’esercito del selfie”, a Messina sono scoppiate nell’ordine: la prima crociata per il Dalai Lama, la seconda per i fuochi d’artificio della Vara, la terza per l’intitolazione delle vie di Ganzirri. Mentre gli eserciti del bene e del male posizionavano le rispettive truppe su facebook ed inviavano comunicati stampa a tempesta, nessuno si è ricordato che siamo ancora senza bilanci, senza soldi e ben oltre l’orlo del dissesto. Mentre calava il silenzio sul salvacolline che sposta i volumi in riva al mare o sul water front che ci fa vedere lucciole per lanterne, i messinesi erano intenti a sfidarsi a Trivial, una gara a suon di post, lettere e comunicati per far vedere chi è più dotato intellettualmente, culturalmente e storicamente.

E’ stato tutto un fiorire di perle di saggezza, un’esplosione di saggi di storia patria, illuminanti post di archeologia, filologia, lezioni di filosofia, dotte analisi socio-politico-religiose. Chi tra un’invettiva sul Dalai Lama e una nota storico-pedagogica su Dina e Clarenza, si azzardava a pubblicare la foto di una banale granita caffè con panna, veniva espulso da facebook per tre giorni.

Il torneo di Trivial sulle intitolazioni delle vie di Ganzirri è andato talmente bene che l’amministrazione sta pensando di organizzare un campionato invernale. La gestione degli eventi sarà affidata al superLeDonne deus ex machina del Comune, direttore generale-segretario generale-garante della trasparenza- bacchettatore dei dirigenti- supervisore del ragioniere generale e prossimamente anche direttore artistico degli spettacoli in programma a Palazzo Zanca, unica carica che ancora gli manca (copyright Giampaolo Lisciotto).

Mentre tutti si azzuffavano recuperando libri di storia in soffitta e litigavano sul nome da dare al vicolo sotto casa, il sindaco, invece di pensare alla drammatica situazione del Comune, si è trasformato in un event planner per la visita del Dalai Lama, al punto da dichiarare d’aver dato al Premio Nobel precise indicazioni sulla lezione da tenere ai messinesi, manco fosse un ghost writer.

Quel furbacchione di Accorinti che la getta in caciara ogni qualvolta qualcuno la vuol mettere sul piano reale (ovvero quello politico), animato dall’indole da missionario in terra d’infedeli, si è intestardito sul Dalai Lama. Quello del 16 e 17 settembre è un evento politico frutto di una decisione legata alle sue personali ambizioni politiche ma farlo notare è lesa maestà. Mentre Accorinti pensa al Dalai Lama per migliorare il curriculum politico i consiglieri comunali sono cascati come allocchi nella trappola offrendogli su un piatto d’argento l’ennesima freccia da martire da mostrare oltre lo Stretto. In estasi al pensiero delle passerelle televisive e delle foto al fianco del Premio Nobel, il sindaco è proiettato, come direbbe Buzz in Toy story “verso l’infinito e oltre” e già vede i titoloni che lo beatificano a fronte di un Consiglio comunale che, per natura propenso a delinquere, si appresta a negargli il soddisfacimento del suo ultimo capriccio: il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama.

Dopo aver partecipato al 90esimo compleanno di un altro Nobel, Dario Fo (a spese del Comune e guai a chi fiata), ha alzato l’asticella. In fondo, si è detto Accorinti, la Vara è trita e ritrita e non fa più audience neanche se mi travesto da angelo, la casa di Vincenzo è chiusa ma tanto in estate i senzatetto dormono sotto il cielo stellato e poi Richard Gere non c’è quindi salta il mega spot, sulla sedia per dire a Trump “piss no uor” ci son già salito, adesso organizzo un mega evento intellettual-pacifista-religioso e ne esco fuori mezzo martire e mezzo santo. E i consiglieri comunali, come da copione, hanno fatto la figuraccia dei borghesucci di provincia che non sanno neanche pronunciare correttamente il nome di Sua Santità e a stento hanno visto “Sette anni in Tibet” ma solo perché l’attore protagonista era Brad Pitt.

Chi paga cosa è diventato argomento tabù e polemica da ignoranti filo-cinesi. Frattanto l’assessore Alagna distraeva tutti con la guerra ai fuochi d’artificio dei Franza, sorvolando su 4 anni di pace sulla vicenda tir. Il 16 agosto fior fior di analisti si sono cimentati in una disputa sulla misurazione temporale, qualità cromatica, estetica ed acustica dei fuochi. Mentre franzisti e antifranzisti erano impegnati nella contesa sul petardo più luminoso, la giunta affidava la gestione della visita del Dalai Lama alla Fondazione Taormina Arte. Qui si è sfiorato il “sim sala bim” ( detto anche “gioco delle 3 carte”). Il 4 agosto mentre Alagna fa la questua per la Vara, la giunta sborsa 120 mila euro quale quota per la Fondazione Taormina Arte. E’ la prima volta che il Comune eroga la somma in quanto socio della Fondazione, lo fa in fretta e furia, unico tra i 3 soci a pagare moneta sonante, e senza nessuna sollecitazione da parte del commissario Di Miceli. Il Comune è socio dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele e dovrebbe versare ogni anno 100 mila euro. Da 3 anni, nonostante i solleciti, queste somme al Vittorio Emanuele non le ha viste nessuno….. Chissà cosa hanno pensato Bernava e Fiorino nel sapere che alla Fondazione quei soldi sono arrivati. E subito.

Un altro gioco che ha appassionato i messinesi in estate è stato: “Nomi di vie, città, fiori e frutti”, ma è scoppiata la grana Principato, che dalla lettera A alla Z ha riempito un block notes battendo tutti sul tempo e irritando gli avversari con piazza Zuzzurellone, così il gioco è stato messo al bando fino al 2018. E’ stato stilato un regolamento con i requisiti che dovranno avere i partecipanti al gioco 1)sfoggiare almeno 2 titoli accademici 2)essere dotato del sapere supremo, 3)avere a casa 200 matite rosso-blu per segnalare all’occorrenza gli errori degli altri. Divieto assoluto di partecipazione al gioco per massoni, filo-cinesi, tifosi del Milan, e manco a dirlo, quellichegiocavanoprima.

Nel frattempo di Nino Principato su facebook si sono perse le tracce. C’ è chi dice d’averlo visto crocifisso nell’atrio di Palazzo Zanca, non prima d’essere stato costretto ad abiurare in pubblico: “sono un autodidatta e Shakespeare è nato ad Acireale”. Al suo fianco Enzo Caruso e Franz Riccobono, tutti rei di lesa maestà. Il reato riguarda chiunque abbia a mettere il becco su settori di competenza etica, morale, dottrinale e universitaria, di esclusiva competenza di una ristretta cerchia. Certo Principato se l’è cercata perché da diversi mesi qualsiasi cosa abbia vago sapore accorintiano a lui non piace. Pare stia organizzando una conferenza stampa per annunciare che il copyright sulla prima maglietta No Ponte sia di Antonello da Messina.

Mentre in città si combattevano le 3 crociate, un mattino di fine estate, Cuzzola da Reggio, si ricorda dei bilanci ancora fermi e scrive un papello di 6 pagine menando fendenti a destra e a manca, dimenticando di essere lui, e da lunga pezza, l’assessore al bilancio. Vi è da dire che non l’ha calcolato nessuno, neanche l’amministrazione, perché, alla riapertura delle attività politiche le priorità sono state 2: la cittadinanza onoraria al Dalai Lama (con un monologo di 77 minuti del sindaco in capigruppo) e il video per promuovere l’immagine di Messina sulle navi da crociera (rimasto su you tube 77 minuti e poi ritirato).

Indaffarato com’è per l’organizzazione dell’evento Dalai Lama, il sindaco metropolitano non riesce a trovare il tempo per dirimere la questione dissesto all’ex provincia. Nonostante abbia sul comodino la delibera copia-incolla delle disposizioni del commissario e la ripassi ogni mattina, Accorinti va in giro con una catena e un lucchetto, a chi gli chiede cosa ne debba fare spiega: “devo chiudere la Città Metropolitana perché è in dissesto, così mi ha detto Romano, ma non riesco a trovare due minuti di tempo. Se ne parla dopo il 17 settembre”.

Così, Cuzzola è scomparso di nuovo dalla scena reale, Principato è scomparso da facebook e il video è stato ritirato da you tube. L’unico che continua ad essere onnipresente è l’ex assessore Eller, che s’incatenerà ad una poltroncina del Teatro con un cartello: “la cittadinanza onoraria di Messina me la merito io, da 3 anni vivo qui e non mi sono perso neanche una Processione della Vara. Viva Maria”.

L’annuncio della ricandidatura di Accorinti ha dato fuoco alle polveri, gli eserciti del bene e del male si stanno posizionando in vista della prima campagna elettorale che si affronterà non su temi politici e amministrativi ma su questioni dottrinali e di etica, non ci saranno santini ma santoni e prima di entrare in cabina per votare dovrai confessarti. L’amministrazione, che ormai rientra tra quellicheceranoprima ha già coniato lo slogan “tutta colpa di quellicheceranopiùprima oppure di

quellicheceranoancoraprima”.

E io me ne torno a Saponara. (Ps: per il sindaco Fabio Vinci che ha vinto le elezioni a giugno e promesso i dossi: l’estate è finita mi auguro siano messi prima di Natale…..)

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Articolo preciso e puntuale! Peccato che le eccezioni ad Accorinti mosse con sapiente ironia dovrebbero realmente essere sollevate in consiglio comunale.
    Vergogna!

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  2. Com’è evidente, sarebbe molto meglio se “Donna Sarina” si candidasse a nostro Sindaco. Sembra uno scherzo, ma non lo è: la lucida ironia con cui evidenzia le vergognose mancanze dell’amministrazione e del consiglio comunale la rendono interessante. Infine, da uomo, dico che è arrivato il momento di avere una donna sindaco anche perché noi maschietti non abbiamo granché brillato negli ultimi mandati…

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