Caso Eu Pilot: "Dopo 16 anni un sistema di regole definito e condiviso"

Caso Eu Pilot: “Dopo 16 anni un sistema di regole definito e condiviso”

Giuseppe Fontana

Caso Eu Pilot: “Dopo 16 anni un sistema di regole definito e condiviso”

venerdì 23 Giugno 2023 - 12:48

Basile, Mondello e Puccio presentano la relazione insieme ai tecnici. La vicenda della procedura di infrazione ambientale aperta dall'Ue contro Messina nel 2007 si chiude

MESSINA – Regole uguali per tutti e uniformi, che snelliscono i processi per l’edilizia e che chiudono la vicenda Eu Pilot, relativa alle infrazioni ambientali contestate dall’Unione Europea alla città di Messina nel 2007, 16 anni fa. Di fatto è questo ciò che è stato spiegato all’interno della relazione presentata oggi a Palazzo Zanca, per un argomento molto tecnico ma cruciale per il destino del Comune. In pratica a fine 2006 la Commissione europea approvò la nuova norma ambientale (la 162) per la quale venne aperta una procedura di infrazione contro il Comune per il consumo di suolo e problematiche ambientali derivate dall’attività edilizia dei precedenti decenni. Un contenzioso ora risolto con un insieme di regole uniche per tutti, che eviterà “che una tettoia venga fatta in un modo e seguendo alcune regole in un palazzo e diversamente e con altri iter 20 metri più avanti”.

Mondello: “Epocale”. Basile: “Perché non si è fatto niente prima di noi?”

A marzo era stato il vicesindaco Salvatore Mondello a definire il sì del Consiglio comunale sulla vicenda Eu Pilot un “grande segno di maturità”. Oggi l’assessore all’Urbanistica, al fianco del sindaco Federico Basile, del direttore generale Salvo Puccio e dei tecnici che hanno curato la relazione, l’architetto Dario La Fauci e l’agrotecnico e dottore naturalista Giovanni Serra, ha ribadito il concetto parlando di un lavoro “epocale”, che rappresenta “una delle cose più importanti fatte dal 2018 a oggi”. Prima di lui, è intervenuto il sindaco: “Abbiamo iniziato a lavorare già dal 2018 ed è stato utile per sbrogliare una matassa che dal 2007 non era stata toccata. La notizia non è che siamo usciti da questa situazione, ma che una procedura del 2007 è stata chiusa nel 2023 solo perché è stata presa in mano nel 2018. Cos’è stato fatto prima? Bisogna chiedersi questo”.

“Ora un sistema di regole condiviso”

E Mondello poi spiega: “Spesso si pensa che attività simili siano poco utili o poco comprese, vista la matrice tecnica. Di fatto quando siamo arrivati al tavolo con l’ex sindaco Cateno De Luca nel 2018 abbiamo capito che non c’era chiarezza rispetto a un sistema di regole condiviso. Abbiamo lavorato in maniera strutturale e di strada ne è stata fatta tanta. Gli architetti e gli agrotecnici hanno risposto positivamente dandoci elementi per completare il parere. Pums, Pgtu, tutti i piani sono connessi anche a questo, per le valutazioni ambientali. Cos’è stato fatto? Si è prodotta una cornice normativa, regole che ci consentiranno di sapere cosa si può e cosa non si può fare. Così potremo sapere come comportarci rispetto al territorio, uniformando le azioni. Le regole ora sono ben precise e chiare, così da superare una serie di blocchi che si erano formati nel tempo”.

“Perché dal 2007 non si è fatto niente? – chiede in maniera quasi retorica Mondello – Perché si sono succedute attività che possiamo definire creative. Noi dal 2018 abbiamo adottato un altro approccio e ci siamo orientati sulla scienza, sulle norme, che sono quelle e basta. Il risultato è epocale, lasciatemelo dire: è tra le cose più importanti fatte. Ora potremo programmare il territorio, con un orizzonte decennale. La regola non è più soggetta a interpretazione, non ci sarà più discrezionalità. La gente era esasperata dalle difficoltà e dalle lungaggini burocratiche”. E queste regole uniche per tutti saranno fondamentali, spiega il direttore Puccio, per “combattere l’abusivismo. Con il blocco della pianificazione non si può stare. Spesso arrivavano risposte diverse per una stessa pratica a distanza di 20 metri. Questa cosa è epocale, risolverla permette di avere una regola fissa, un punto fermo per tecnici e amministrazione comunale”.

I tecnici hanno poi spiegato in maniera dettagliata la relazione. In sintesi l’architetto La Fauci parla di “tre macroaree. Abbiamo incrociato i vari regolamenti, i vincoli, le norme sulle aree protette, i monitoraggi sui flussi migratori, confrontato tutto l’esistente per ricomporre la biodiversità. Abbiamo coinvolto tutti i soggetti istituzionali nel territorio ognuno con le proprie responsabilità”. Proprio dall’incrocio dei vari regolamenti, ma anche di ciò che già esiste e di riserve naturali e ambienti di varia natura, è nata la serie di regole “uniche”. Sarra, agrotecnico, sottolinea che “il Comune deve essere fiero di quanti fatto. Dal 2007 ci si è trovati in questa situazione, ma non credo che altre autorità in Sicilia abbiano le stesse competenze nel gestire le questioni ambientali e anche per questo dalla Regione non accettiamo lezioni”.

Articoli correlati

Un commento

  1. Mentre per la modifica dell’ art. 3 del regolamento edilizio del comune di Messina approvato dal Consiglio comunale anni fa e in attesa del parere della regione siciliana vige il silenzio assoluto.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007