Impregilo, assolti il dirigente Occhipinti e l'ex coordinatore Udc Caudo

Impregilo, assolti il dirigente Occhipinti e l’ex coordinatore Udc Caudo

Alessandra Serio

Impregilo, assolti il dirigente Occhipinti e l’ex coordinatore Udc Caudo

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giovedì 20 Febbraio 2014 - 17:34

Assolti con formula piena il dirigente dell'impresa ancora impegnata nel lodo milionario col Comune di Taormina e l'ex coordinatore provinciale del partito centrista, indagati per i rapporti con l'ex procuratore capo Pino Siciliano nell'inchiesta del 2009.

Assolti perché il fatto non sussiste. Si chiude così il processo in abbreviato concluso davanti al Gup di reggio Calabria, Indelicato, per Domenico Occhipinti, dirigente di Impregilo, e l'ex coordinatore provinciale dell'Udc Michele Caudo. I due erano stati coinvolti nell'inchiesta che nel 2009 ha portato all'arresto dell'allora procuratore aggiunto di Messina, Pino Siciliano. Ad entrambi veniva contestato l'aver in qualche modo turbato il contenzioso civile in corso tra il Comune di Taormina e la Impregilo, attraverso i rapporti con il procuratore aggiunto di Messina. I due erano assistiti dagli avvocati Andrea Borzì e Bartorotta, mentre il comune di Taormina si è costituito parte civile con l'avvocato Calanna. Rispetto agli altri indagati, i due avevano scelto il rito abbreviato e la loro posizione è stata definita separatamente. Nel gennaio 2012 Il gup Francesco Petrone aveva rinviato a giudizio Siciliano, il Rettore dell’Università di Messina Franco Tomasello e il docente universitario e legale del Comune di Messina, Aldo Tigano, prosciogliendo da tutti i capi d’imputazione il medico Adolfo De Meo, Francesco Siciliano, avvocato e ricercatore all'Università e figlio dell’ex procuratore aggiunto ed il collega di studio Fabrizio Maimone Ansaldo Patti. Siciliano, Per l’ex magistrato, l’ex Rettore e l’avvocato Tigano il processo è ancora in corso. A Taormina invece il contenzioso civile tra il Comune e la Impregilo è ancora in corso. In ballo ci sono 45 milioni di euro e un arbitrato per i lavori al parcheggio dell'Hotel Execelsior, il Lumbi e la galleria di collegamento.

L’inchiesta scattó mentre la Squadra Mobile di Messina indagava su altri fatti. Le cimici degli investigatori poco a poco fecero emergere il modus operandi del procuratore aggiunto, che avrebbe gestito in maniera anomala e in qualche caso “pro domo sua” alcuni fascicoli di indagine. Questa almeno l’ipotesi della Procura di Reggio Calabria, che coordinava i poliziotti messinesi. Agli atti anche i rapporti tra il Palazzo di Giustizia Messinese, la dirimpettaia universitá, le procedure concorsuali in ateneo.

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