Furnari, Ivo Blandina: "Vogliamo fare green power e invece rischiamo il linciaggio"

Furnari, Ivo Blandina: “Vogliamo fare green power e invece rischiamo il linciaggio”

Rosaria Brancato

Furnari, Ivo Blandina: “Vogliamo fare green power e invece rischiamo il linciaggio”

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mercoledì 04 Giugno 2014 - 05:29

"Vogliamo fare green power, un impianto piccolo come una casa che consuma quanto 20 caldaie, che non inquina, che è stato autorizzato da Regione e Mise e a Furnari ci vogliono linciare senza neanche guardare il progetto". Ivo Blandina che con la Comet ha partecipato e vinto il Bando Biomasse del Ministero per lo sviluppo destinato alle energie alternative non ci sta a passare per Attila e chiede agli abitanti di Furnari di poter spiegare di cosa si tratta.

“Noi non ci stiamo a passare per i devastatori, per quelli che vogliono fare una discarica, rovinare l’ambiente. E’ assurdo, non ci hanno neanche consentito di mostrare il progetto, che, per inciso ha vinto il bando del Ministero per lo sviluppo nell’ambito delle politiche per le green power. Dalla seduta del consiglio comunale aperta del 30 maggio siamo dovuti andar via scortati dai Carabinieri. Nessuno ci ha fatto parlare, è stato come puntare i cannoni contro un passero”.

E’ sconcertato Ivo Blandina, che attraverso la Comet Srl ha partecipato nel 2011 al bando Biomasse del Ministero per lo sviluppo per “interventi di attivazione di filiere produttive che integrino obiettivi energetici e di salvaguardia dell’ambiente” ed è arrivato sesto in tutta Italia con un progetto per la realizzazione di una centrale a cogenerazione a Furnari. Ma adesso, dopo aver presentato l’istanza al Comune, si vede additato come Attila senza che nessuno abbia dato un’occhiata al progetto.

“A prescindere dal fatto che stiamo parlando di un impianto ecosostenibile che è stato autorizzato dal Mise e dalla Regione, che prevede la produzione di energia e calore da cedere per riscaldare edifici pubblici e case e che rappresenta una svolta ambientale, io dico, almeno fatemi spiegare di cosa si tratta. Se l’ambientalista Ginatempo invece di gridare lo avesse letto avrebbe capito che stiamo parlando della stessa cosa. La centrale è piccola come una casa. Il progetto risponde a tutte le richieste di valutazione d’impatto ambientale. Il tetto è fotovoltaico. E i mezzi che useremo sono elettrici. Altro che cavallo di troia come dice Ginatempo. Noi bruciamo legno, mica rifiuti, Non siamo una discarica, produciamo energia”.

E andiamo al progetto (vedi allegati): è prevista la realizzazione di una centrale a cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e termica) alimentata da biomasse di origine forestale. Le biomasse provengono dai boschi, entro un confine massimo di 70 km. Per il 60% si tratta di legname proveniente dalla pulitura dei boschi (peraltro la nuova normativa vieta ai proprietari di terreno di bruciarli direttamente in loco) e per il 40% da tagli di fusti e disboscamento. Le biomasse dopo la triturazione sono bruciate in una caldaia a bassa produzione di inquinanti. Il calore generato alimenterà un’apposita turbina per la produzione energetica. L’energia ottenuta verrà immesse in rete (energia elettrica) o distribuita (energia termica, in forma di acqua calda tra 70° e 90 °) attraverso reti di teleriscaldamento.

“L’idea è nata perché sono stati gli stessi proprietari dei terreni, circa 12 per un’area complessiva di 1.200 ettari che hanno proposto di puntare sulle nuove energie, in seguito alla normativa che impedisce di bruciare sul posto- continua Ivo Blandina- L’impianto corrisponde ai criteri voluti dal Ministero e dalla Regione, consente di mantenere pulito il bosco, evitare gli incendi causati dalle sterpaglie, produrre energia alternativa, fornire un servizio ai piccoli proprietari che vogliono smaltire i residui di potature e creare un impianto di teleriscaldamento. Siamo pronti a mettere a disposizione i nostri tecnici, realizzare un punto informativo a Furnari per gli abitanti. Purchè ci facciano spiegare, noi non abbiamo nulla da nascondere”.

La filiera corta prevede approvvigionamenti entro un raggio di 30-40 km, prevalentemente Monti Peloritani all’interno dei territori comunali di: Furnari, Tripi, Fondachelli Fantina, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Antillo, Rodì Milici, per l’ approvvigionamento di materia prima (17.500 tonnellate annue, pari al 100% del fabbisogno) garantito da proprietari di boschi e imprenditori agricoli, presenti nella compagine sociale, per circa 15.000 tonnellate annue.

Saranno curati gli aspetti della sicurezza (prevenzione incendi ed infortuni), del monitoraggio ambientale (con telecontrollo costante delle emissioni), della logistica (per assicurare adeguati stoccaggi della materia prima e un’alimentazione continua della caldaia costante durante l’intero anno), della manutenzione impianti. La centrale oltre che dagli addetti presenti in sito 24h/24h, prevede un totale controllo da remoto. Nel progetto sono indicati anche i vantaggi per il territorio, come le ricadute occupazionali dirette e indirette, con l’ opportunità di nascita di cooperative locali per il taglio, raccolta e trasporto materie prime; la prevenzione incendi, l’impianto favorirà costanti operazioni di corretta manutenzione dei boschi e dei terreni agricoli limitrofi, la salvaguardia paesaggio esistente e sostegno attività agricole: l’impianto favorisce il mantenimento di colture agricole o boschive attualmente poco redditizie, assicura redditi complementari agli imprenditori agricoli con la commercializzazione di sottoprodotti altrimenti inutilizzati o generatori di costi obbligatori (smaltimento in centri autorizzati delle potature agroforestali). Infine il Comune, nell’ambito delle politiche energetiche previste dal Patto dei Sindaci, potrà classificarsi come Comune Green, ossia Comune che auto-produce energia elettrica da Fonti Rinnovabili e quindi attrarre maggiori finanziamenti UE e nazionali destinati ai Comuni virtuosi.

“So bene che gli abitanti di Furnari da anni sono penalizzati dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, ma quest’impianto è totalmente un’altra cosa. Noi non siamo Tirrenoambiente. In Confindustria io non li ho fatti neanche entrare. Agli abitanti e ambientalisti ed amministratori di Furnari non dico accettate a scatola chiusa. Io dico, guardate il progetto, fate tutte le domande e le verifiche che volete e poi valutate”.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Classica dimostrazione di “ignoranza collettiva indotta” da ambientalisti con i paraochi che pretendono di avere il dono della conoscenza estrema su tutto ciò che è l’ambiente ed invece fanno solo ostruzionismo di scopo.
    Non solo il progetto biomasse è un progetto importante ed utile, ma per liberare la zona dall’enorme discarica non sarebbe poi tanto sbagliato prendere in considerazione di mettere in opera un impianto termovalorizzatore, l’ambientalista vada ad imparare di cosa si tratta.
    Siamo sempre al solito, io sporco gli altri puliscono, io producco spazzatura gli altri se la portino a casa loro.

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  2. Classica dimostrazione di “ignoranza collettiva indotta” da ambientalisti con i paraochi che pretendono di avere il dono della conoscenza estrema su tutto ciò che è l’ambiente ed invece fanno solo ostruzionismo di scopo.
    Non solo il progetto biomasse è un progetto importante ed utile, ma per liberare la zona dall’enorme discarica non sarebbe poi tanto sbagliato prendere in considerazione di mettere in opera un impianto termovalorizzatore, l’ambientalista vada ad imparare di cosa si tratta.
    Siamo sempre al solito, io sporco gli altri puliscono, io producco spazzatura gli altri se la portino a casa loro.

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  3. Dove nn c’è la mafia NN SI può fare nulla!!!!

    La mafia dice SI o NO

    Si se c guadagna

    No se è una cosa onesta e dove nn si guadagna nelle loro tasche!

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  4. Dove nn c’è la mafia NN SI può fare nulla!!!!

    La mafia dice SI o NO

    Si se c guadagna

    No se è una cosa onesta e dove nn si guadagna nelle loro tasche!

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  5. Nicolò D'Agostino 4 Giugno 2014 13:12

    Ho letto con attenzione. Se possibile, sposti la Sua iniziativa sul versante ionico. Da Messina a Taormina, credo, non esistono realtà del genere. Il torrente Pagliara potrebbe essere una soluzione. Da Rocculumera si arriva fino a Mandanici che ha i suoi boschi che confinano con i boschi di Castroreale e poi Barcellona, sul versante tirrenico.
    Ne parli col giovane Sindaco di Mandanici, aperto ad iniziative del genere.

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  6. Nicolò D'Agostino 4 Giugno 2014 13:12

    Ho letto con attenzione. Se possibile, sposti la Sua iniziativa sul versante ionico. Da Messina a Taormina, credo, non esistono realtà del genere. Il torrente Pagliara potrebbe essere una soluzione. Da Rocculumera si arriva fino a Mandanici che ha i suoi boschi che confinano con i boschi di Castroreale e poi Barcellona, sul versante tirrenico.
    Ne parli col giovane Sindaco di Mandanici, aperto ad iniziative del genere.

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