Il gruppo Picciolo: "L'intesa si deve trovare sui programmi e non sulle poltrone"

Il gruppo Picciolo: “L’intesa si deve trovare sui programmi e non sulle poltrone”

Il gruppo Picciolo: “L’intesa si deve trovare sui programmi e non sulle poltrone”

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venerdì 19 Aprile 2013 - 12:46

Nei prossimi giorni i Democratici riformisti incontreranno gli esponenti del Megafono per decidere la linea da adottare alle amministrative e se rientrare "alla base" sostenendo la candidatura di Felice Calabrò. "L'accordo non deve essere frutto di spartizioni di poltrone" chiariscono.

In attesa che il governatore Crocetta rientri in Sicilia dopo l’elezione del Presidente della Repubblica e che anche i leader di Pd e Udc Genovese e D’Alia ritornino in riva allo Stretto per tentare di rinsaldare la coalizione dopo lo strappo, anzi la strattonata del Megafono alle primarie, l’appello di Felice Calabrò all’unità sta portando alla riflessione. Già a caldo, ieri, Tanino Caliò, per i Democratici riformisti, aveva ribadito: “Stiamo valutando, ma l’intesa si raggiunge sulla piattaforma programmatica e non sui nomi”. Concetto questo ribadito oggi in una nota dei deputati Picciolo e Greco, che annunciano un incontro nei prossimi giorni con i vertici locali del Megafono per cercare di trovare una linea unitaria così come richiesto espressamente dal governatore siciliano.

E’ chiaro che l’accordo sul “ritorno” alla coalizione ed il sostegno al candidato del centro-sinistra uscito vincitore dalle primarie Felice Calabrò non può avvenire sulla spartizione delle poltrone. Sarebbe alquanto bizzarro che proprio Crocetta che ha fatto della lotta al Cencelli ed ai vecchi metodi il suo cavallo di battaglia e agli alleati D’Alia e Genovese ha posto paletti sui nomi per la giunta regionale adesso alle amministrative di Messina rispolveri il manuale del vecchio pentapartito. Tutto sarebbe meno che rivoluzionario. Così i Democratici riformisti mettono subito lo stop ad indiscrezioni che volevano alcuni nomi addirittura per la carica di vicesindaco, come quello della professoressa Giusy Furnari, candidata prima alle primarie, poi senza primarie poi non candidata dal Megafono nel corso di una vicenda surreale.

“Pur ribadendo l'incondizionata stima e fiducia nella docente universitaria- scrivono Picciolo e Greco- e ritenendola una figura da coinvolgere politicamente, vogliamo precisare che qualsivoglia accordo politico potrà essere ricercato sui programmi ed i contenuti forti e giammai sui nomi. Del resto non sarà mai una nostra prerogativa quella di doverci occupare di assegnare o reclamare ruoli per esponenti ancorchè di prestigio ma sempre prescelti, intuitu personae, dal Presidente Crocetta”.

I Dr chiariscono quindi che non hanno alcun intenzione di prendere decisioni in casa d’altri e che comunque, Giusy Furnari era stata inizialmente proposta da Crocetta e solo successivamente “sposata” dal gruppo Picciolo proprio in virtù di un’intesa da raggiungere in nome della condivisione e della candidatura di prestigio. Il dialogo deve quindi essere ripreso là dove era stato interrotto, ai funerali di Totò D’Alia dalle dichiarazioni di Crocetta che aveva abbandonato il tavolo della coalizione per le primarie. Nei prossimi giorni quindi ci sarà un incontro tra i Democratici riformisti ed il Megafono per trovare un punto d’accordo e ricucire, se è il caso, con il centro-sinistra. Ma l’intesa si deve raggiungere sui programmi e non certo sui nomi e sui cappelli da mettere nelle poltrone, almeno secondo quanto vogliono ribadire i Dr.

Quanto al Megafono li avevamo lasciati la sera dell’8 aprile, con le buste sigillate ed il nome segreto (e le firme segrete) per la candidatura alle primarie. Il giorno dopo, alla conferenza stampa di presentazione dei 6 candidati alle primarie degli esponenti del movimento non c’era nessuno. Di loro si sono perse le tracce dall’8 aprile, così come delle fantomatiche buste. Vedremo quali sorprese ci riservano i prossimi incontri.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. ART.21 COSTITUZIONE. A proposito di CENTROSINISTRA. La senatrice, si fa per dire, nipote di una grandissima e amatissima attrice, Sofia Loren, ritiene più efficace trasmettere il suo disappunto per la scelta di Romano PRODI, parafrasando una famosissima scritta pubblicitaria, IL DIAVOLO VESTE PRA(O)DA(I). La senatrice s’intende di diavoli e demoni, il nonno, il tristemente famoso Benito MUSSOLINI, insieme a HITLER, STALIN, FRANCO, fu uno dei quattro demoni del NOVECENTO, milioni di vite spezzate da una crudeltà, che mai specie umana avesse conosciuta. Il PARTITO DEMOCRATICO di BERSANI è in un cul de sac, RENZI cerca con difficoltà a uscirne con un sac de cul, sapendo benissimo quanto Romano PRODI è inviso a Silvio BERLUSCONI, è un mistero dove possa trovare i numeri per arrivare a 504, ci arriva con i voti del MOVIMENTO 5 STELLE. Cosa farà il geniale Beppe GRILLO? Ricordo al PARTITO DEMOCRATICO, che basta accettare il candidato Stefano RODOTA’ e i 20 punti del programma del M5S.

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