Le aziende di via Don Blasco chiedono una programmazione: qualcuno ci dica dove andare

Le aziende di via Don Blasco chiedono una programmazione: qualcuno ci dica dove andare

Le aziende di via Don Blasco chiedono una programmazione: qualcuno ci dica dove andare

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giovedì 07 Luglio 2011 - 06:40

A prendere posizione nei confronti del Comune, Confesercenti Messina che lamenta la mancata individuazione di aree alternative dove poter proseguire l’attività delle imprese destinatarie di provvedimenti di sgombero nell’area da riqualificare

L’improvvisazione regna sovrana e ad andarci di mezzo sono solo le aziende. Parla così la Confesercenti Provinciale di Messina rispetto alla situazione vissuta dalle realtà manifatturiere e artigianali che insistono in via Don Blasco, a seguito dei provvedimenti di sgombero dei locali (discorso a parte per i così detti abusivi) necessarie per il recupero del waterfront. L’associazione di categoria che fino ad oggi aveva preferito mantenere un basso profilo in attesa di risposte concrete da parte dell’amministrazione, decide oggi di esporre chiaramente il proprio punto di vista ripercorrendo le tappe più importanti di questi mesi demolizioni, bonifiche e sgomberi.

«Fino al 2010 le aziende hanno operato nella via Don Blasco – scrive Confesercenti – in regime di concessione del Demanio dello Stato, nel rispetto del P.R.G. che prevede ancora oggi la zona industriale e artigianale A.S.I. D2.2 . Se oggi l’amministrazione Comunale ha interesse perché questa zona cambi proprietà e destinazione deve agire applicando quelle stesse regole che ha imposto fino ad ieri ai suoi cittadini. Pertanto prima si faccia chiarezza sulla proprietà, poi si modifichi il P.R.G., si faccia un progetto, si trovino i fondi ed infine si realizzi quanto si è previsto di fare. Se questo è quanto è stato chiesto di fare agli imprenditori, questo è quello che dovrà fare il Comune».

Gli artigiani, infatti, contestano la mancanza di programmazione, o meglio di un “piano B” attraverso cui decidere il destino imprenditoriale di quelle attività che dopo anni hanno abbandonato via Don Blasco, capire cioè quale possa essere la nuova allocazione degli impianti che si intendono abbattere: «Abbiamo costruito, anche grazie al ruolo svolto dal Prefetto Alecci – scrive ancora Confesercenti – un rapporto di fattiva collaborazione con il Comune e la Capitaneria di Porto e ci meravigliamo come la Regione tramite il Dirigente Arnone, senza tener conto del confronto in atto e delle esigenze delle aziende, possa comunicare con una “nota” che, “sull’onda delle richieste pervenutegli da Palazzo Zanca e dalla Capitaneria”, le concessioni non saranno più rinnovate».

Tra le proposte avanzate dagli imprenditori per l’identificazione di nuove aree da destinare alla produzione, la zona di San Filippo o, in alternativa, le aree regionali dell’ESA della ex Sanderson nella zona Pistunina-Tremestieri che potrebbero essere messe a reddito in previsione del futuro sviluppo della zona Sud (nuova Fiera e piastra Logistica). O ancora, i locali della stessa ex Veterinaria in Via Don Blasco già in atto rientrati nella disponibilità del Comune di Messina.
« Continuiamo a confidare in una pronta risposta da parte del Comune – conclude Confsercenti – che non può pensare di determinare la chiusura di circa 35 aziende con le maestranze che in esse vengono occupate e l’indotto che alimentano in un momento in cui la recessione la fa da padrona in una città che raggiunge un tasso di disoccupazione tra i più elevati d’Italia». Tra le richieste avanzate dall’associazione, dunque, in attesa di una programmazione definitiva, la possibilità di proseguire l’attività in regime di prorogatio. (EDP)

Un commento

  1. rispetto del PRG, fare un progetto, trovare i fondi …
    Ma quante pretese che avete!
    la città è di proprietà dell’ometto con l’elmetto che fa e disfa tutto ciò che vuole.
    Vi dovrebbe consolare il solo pensiero di vivere un momento epocale e di vedere l’alba di un’epopea euromediterranea!!!
    INGRATI !!!!

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