In quest’occasione, il Commissario dell’Ente Parco, ha annunciato che a breve sarà pubblicato il volume “Alberi monumentali dei Nebrodi” che raccoglierà i risultati della ricerca con il suo ricco repertorio fotografico.
Nello splendido scenario di Palazzo Zito, sede degli uffici distaccati dell’Ente Parco dei Nebrodi, hanno fatto tappa i partecipanti all’escursione sociale della Società Botanica Italiana. Gli studiosi, dopo aver visitato alcuni dei luoghi più suggestivi del Parco, hanno potuto visionare, in anteprima, le immagini dei “grandi alberi” dei Nebrodi che rappresentano la testimonianza più significativa del ricco patrimonio forestale del Parco.
Si tratta dei risultati di una ricerca, portata avanti dai botanici Rosario Schicchi, Francesco M. Raimondo, Giuseppe Bazan e Pasquale Marino del Dipartimento di Biologia ambientale e Biodiversità dell’Università di Palermo.
Incentrato su due ambienti: Forestale e di tipo agricolo tradizionale, lo studio, ha messo in luce un ricco patrimonio arboreo di tipo monumentale.
Significative sono state, in particolare, le immagini relative ai grandi aceri, ai ragguardevoli individui di due specie endemiche dei Nebrodi (Pyrus vallis-demonis e Malus crescimannoi) e al faggio di Fago scuro che rappresenta il patriarca di tutti i faggi d’Italia. E nel 150° dell’Unità d’Italia non poteva mancare il Grande Pino che sembra sia stato piantato in occasione dello sbarco di Garibaldi in Sicilia.
Alla manifestazione, presieduta del Commissario dell’Ente Parco dei Nebrodi, Antonino Ferro, hanno preso parte il Sindaco di Cesarò, Antonio Caputo, il Presidente della Società Botanica Italiana, Francesco Maria Raimondo, il Direttore dell’Ente Parco dei Nebrodi, Massimo Geraci e il prof. Rosario Schicchi, che ha presentato i risultati della ricerca.
Apprezzamenti, per la lodevole iniziativa, sono stati espressi all’Ente Parco, dal Presidente Nazionale di Federparchi, Giampiero Sammuri, per l’importante azione di salvaguardia e valorizzazione di questo patrimonio di valenze sia naturalistiche che culturali.