Chiusi dentro un sacco e abbandonati: la storia "simbolo" dei 4 cuccioli di Ponte Gallo FOTO

Chiusi dentro un sacco e abbandonati: la storia “simbolo” dei 4 cuccioli di Ponte Gallo FOTO

Giuseppe Fontana

Chiusi dentro un sacco e abbandonati: la storia “simbolo” dei 4 cuccioli di Ponte Gallo FOTO

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domenica 11 Giugno 2023 - 08:22

Oxa, Vasco, Ron e Sugar sono stati salvati per miracolo. La responsabile di Aipae Messina, Cristina Lombardo, lancia un messaggio: "Serve uno scatto culturale"

MESSINA – Sono stati trovati dentro a un sacco, in ipotermia, e salvati dall’amore di una volontaria e dell’Aipae Messina. Sono 4 cuccioli, 3 maschietti e una femminuccia, che ora cercano l’amore di una famiglia, dopo essere stati a un passo dalla morte per la crudeltà dell’uomo. A raccontare la loro storia è la responsabile della delegazione messinese di Aipae, Associazione internazionale pianeta animali ecozoofila, Cristina Lombardo, in prima fila insieme agli altri volontari per lottare contro il randagismo e salvare quanti più cuccioli possibile su tutto il territorio, che siano essi cani o gatti. Nel messinese l’associazione conta una decina di tesserati, ma collabora attivamente anche con volontari indipendenti, per aiutarli a sostenersi economicamente. In tutta Italia le delegazioni di Aipae sono soltanto 9.

Il ritrovamento dei 4 cuccioli di Ponte Gallo

La storia di Oxa e dei suoi fratellini Vasco, Ron e Sugar cerca ancora oggi il suo lieto fine. Il ritrovamento, invece, risale a qualche settimana fa. Ci racconta tutto Cristina Lombardo: “Ci è arrivata una segnalazione via messenger tramite la nostra pagina Facebook. A Ponte Gallo, un cittadino ha sentito guaire e ha trovato un sacco in cui, aprendolo, ha trovato questi cuccioli. Erano in ipotermia, in brutte condizioni. Ho subito chiamato una volontaria, non tesserata, con cui collaboriamo tranquillamente, Liliana Roberti. Lei li ha presi, tolti dal territorio e si è assunta la responsabilità legale ed economica. Quindi come associazione siamo intervenuti, soprattutto su questi aspetti. I cani sono 4, una femminuccia e 3 maschietti. La nostra percezione è stata, però, che non fossero gli unici cuccioli. Quindi o qualcuno è stato lasciato alla madre o li hanno portati altrove. Impossibile che una taglia media, come dovrebbero essere loro, abbia partorito soltanto 4 cuccioli: solitamente sono 7, 8 o anche 10”.

“Abbiamo avuto già ritrovamenti di cani simili – continua Cristina -, almeno in altre due occasioni nella stessa zona. In questi casi interveniamo con il primo soccorso, riscaldandoli e curandoli, prima di far partire l’allattamento. Ma servono balie umane in grado di farlo, non è un processo semplice. L’allattamento è ogni due ore, anche la notte. Con loro abbiamo avuto paura, ma oggi sono in ottime condizioni. Li abbiamo salvati e intanto siamo stati coperti di richieste di adozione. Siamo felici quando rispondono i cittadini ai nostri appelli social”.

Oxa, Sugar, Vasco e Ron in cerca di casa

Come funziona l’adozione: i controlli sono essenziali

Per l’adozione, solitamente, si segue un iter specifico. “Ce lo impone il senso di responsabilità nostro – spiega Cristina – oltra al fatto che il procedimento è nazionale. Intanto chiediamo di compilare un modulo conoscitivo di 6 pagine, in cui ci sono domande varie anche su precedenti animali domestici. Poi si fanno vari controlli incrociati, chiamando anche il veterinario, ad esempio. Io stessa poi faccio i controlli negli appartamenti: non affidiamo alcun animale senza questo passaggio, né cani né gatti. Spesso ci chiamano anche le altre associazioni e capita che i cuccioli non vengano dati in adozione”. E poi c’è anche il controllo successivo all’adozione stessa: “Certo, c’è anche il post affido. Io ho ancora oggi contatti con i proprietari dei cani che ho fatto adottare, anche lontano da Messina. Tempo fa sono riuscita a far adottare un pitbull salvato a Fondo Fucile, oggi è a Pordenone”.

Lombardo: “Serve uno scatto culturale”

“Bisognerebbe però lanciare un messaggio – continua la responsabile – per far capire alle persone che serve uno scatto culturale. Serve maggiore responsabilità per non fomentare il randagismo e gli abbandoni. Una campagna di sensibilizzazione dovrebbe puntare a far capire a chi adotta quali sono i rischi che si corrono o le problematiche a cui si va incontro. L’adozione è un atto d’amore, ma soprattutto di grande responsabilità”.

L’allarme sulle rinunce di proprietà

Cristina Lombardo, però, lancia anche un altro allarme: “C’è poi un altro problema: le vendite da cucciolate casalinghe, fatte in modo spropositato e senza controlli. Spesso accade anche dagli allevamenti. Sono notevoli gli abbandoni, ma ancora di più le rinunce di proprietà. Faccio un esempio: in un anno e mezzo abbiamo avuto 5 rinunce di chihuahua, cuccioli magari comprati a 800 euro che poi vengono lasciati andare. Un animale è per sempre, anche quando si ammala, quando si adotta bisogna avere bene impresso questo principio. Ritengo sia assurdo che lavoriamo tantissimo con le rinunce: chihuahua, cocker col pedigree, maltesi, cani presi in allevamenti. Bisogna spiegare questo, quando si affida un animale bisogna capire se la persona che si ha di fronte è adatta. Io ho fatto fare controlli anche a casa di mia sorella”.

La storia simbolo di Hope

Per l’Aipae e per i volontari è sempre bello quando una storia simile si conclude con un lieto fine. Cristina Lombardo racconta alcuni esempi: “La nostra mascotte si chiamava Hope, uno shih tzu ritrovato vicino Castanea che pesava meno di 3 kg, quando ne avrebbe dovuto pesare circa 8. Aveva una forma grave di leishmaniosi, le si era staccato parte del naso e aveva altri problemi gravi a cuore e reni: grazie ai nostri veterinari, di cui ci fidiamo, siamo riusciti a farla vivere altri due anni. Lei è morta il 9 settembre di due anni fa, ma è il simbolo della speranza: non bisogna avere paura di adottare anche animali malati. Hope è stata aiutata da tutta Europa, la sua storia ha fatto il giro d’Italia e anche di più”.

Hope, il cane simbolo di Aipae Messina

Non solo cani, la storia di Gaspare

“Ma c’è anche la storia di Gaspare, un gatto che elemosinava cibo davanti a un supermercato. Il suo compagno di vita è stato adottato da me: sarebbe morto a causa di una patologia cronica. Ho deciso di adottarlo io, ma Gaspare era rimasto solo per strada. L’ho proposto ed è stato adottato a Ventimiglia. Ora è lì con la sua famiglia”. Adesso si cerca il lieto fine per i cuccioli di Ponte Gallo: “Sono 4, una femminuccia e 3 maschietti. Sono dei meticci e potrebbero andare da 22 a 25 chili. Quello che è successo loro è raccapricciante”.

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Un commento

  1. antonio d'angelo 12 Giugno 2023 18:48

    bisognerebbe fare la stessa cosa con chi li ha riunchiusi nel sacco e poi vediamo se gradisce il trattamento.
    ANIMALE è quello che li ha abbandonati, loro sono essere umani. eh se si conoscesse chi voleva eliminarli.

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