Lo scheletro della piscina di San Licandro costa al Comune di Messina 2 milioni

Lo scheletro della piscina di San Licandro costa al Comune di Messina 2 milioni

Marco Ipsale

Lo scheletro della piscina di San Licandro costa al Comune di Messina 2 milioni

giovedì 02 Maggio 2024 - 13:20

Effetto della transazione con l’Istituto di Credito Sportivo. E dovrà pure essere demolito…

La concessione del diritto di superficie, da parte del Comune di Messina alla Pallanuoto Messina, risale al 28 ottobre 1991. A San Licandro era prevista una piscina coperta, una palestra ed un campo da tennis (qui un servizio video da noi realizzato lo scorso anno).

A distanza di quasi 33 anni resta solo uno scheletro, che probabilmente dovrà essere demolito, e un debito in capo al Comune di Messina.

Debito che sarà pagato con transazione, come approvato da delibera di giunta numero 171 del 30 aprile 2024, per il “contratto di mutuo stipulato il 2 marzo 2005 tra l’Istituto per il Credito Sportivo e la Pallanuoto Messina”.

La storia

Questo perché, per concedere il finanziamento da 3 milioni 221mila euro a stato avanzamento lavori, con ammortamento in 15 anni, il Credito Sportivo imponeva una fideiussione che la società ha chiesto al Comune di Messina ed ha ottenuto con delibera consiliare numero 118 C del 14 dicembre 2004, “trattandosi di realizzazione di un’opera avente finalità sociali e sportive”.

Il 15 giugno 2010 la Pallanuoto Messina ha chiesto al Comune un’altra fideiussione da 8 milioni, per il completamento e l’ampliamento degli impianti in concessione. Ed è a questo punto che il Comune ha chiesto notizie al Credito Sportivo che, con nota numero 47679 del 18 febbraio 2011, ha informato che la Pallanuoto Messina non aveva pagato l’ultima rata scaduta il 31 dicembre 2010 per un importo di 60mila euro e che il mutuo era stato erogato quasi del tutto, 3 milioni rispetto ai 3,2 previsti.

La sentenza di primo grado

Scadono altri importi e allora il Credito Sportivo chiede conto al fideiussore, il Comune di Messina. Così Palazzo Zanca si rivolge al Tribunale di Messina, chiedendo che venisse dichiarata risolta la convenzione di concessione e l’annullamento della fideiussione. Richieste rigettate dal Tribunale, con sentenza numero 1162 del 2020. L’11 febbraio 2021 il Comune di Messina propone appello, ad oggi pendente, “evidenziando la sussistenza degli obblighi di vigilanza in capo all’Istituto per il Credito Sportivo. All’esito dell’udienza filtro, la Corte, pur ritenendo ammissibile l’appello, rigettava le istanze istruttorie e rinviava per la precisazione delle conclusioni”.

Il fallimento della società sportiva

Intanto il Credito Sportivo chiede e ottiene il fallimento della Pallanuoto Messina per la somma di 3 milioni 930mila euro e la curatela fallimentare restituisce il terreno al Comune.

Palazzo Zanca, allora, chiede una relazione al legale patrocinatore, che arriva con nota 26562 del 31 gennaio 2023. Si legge che è “impossibile il recupero presso la società fallita di alcuna somma” e che “il giudizio, oggi pendente in appello, pur avendo una base su cui fondare una previsione positiva, non appare comunque dall’esito scontato ed anzi il rigetto anche in appello delle istanze istruttorie rende probabile un rischio di soccombenza”, concludendo per l’opportunità “di coltivare la disponibilità dimostrata negli anni dal Credito Sportivo sul possibile raggiungimento di una intesa”.

Parere confermato anche dall’esperto del sindaco in materia legale e di contenzioso, con nota numero 54912 del 28 febbraio 2023.

Con nota prot. 113246 del 18 marzo 2024, il Dipartimento Servizi Finanziari scrive che “le somme afferenti i debiti fuori bilancio del Piano di riequilibrio finanziario, tra i quali è censito il creditore in parola, sono state interamente accantonate in avanzo destinato al finanziamento dei debiti fuori bilancio da applicare alla variazione al bilancio del corrente esercizio finanziario 2024”.

Il costo della transazione

Con nota 118027 del 21 aprile 2023, l’assessore al contenzioso, Roberto Cicala, dà mandato all’avvocato patrocinatore, Nino Parisi, di predisporre una bozza di accordo che prevede il pagamento di 2 milioni 150mila euro in unica soluzione, entro il 31 dicembre 2024.

Una transazione che la giunta Basile ritiene “opportuna e conveniente atteso che evidenzia un risparmio superiore al 50% rispetto alla pretesa”.

Che ne sarà di quello scheletro?

Fin qui la contesa legale, che si chiude con transazione che costa al Comune di Messina oltre 2 milioni. Poi c’è il destino di quello scheletro, che probabilmente andrà demolito per una serie di motivi: non è recuperabile o sarebbe troppo costoso farlo e, perdipiù, la zona in cui era stata pensata quella struttura forse non è delle migliori. Si trova al termine di via Domenico Mazzotta, una strada che parte da piazza XXV Aprile, a San Licandro.

E proprio lì era stata immaginata una strada di collegamento con Tremonti, dove nel 2015 si è verificata una frana. In questo caso, dopo aver perso qualche anno per trovare il finanziamento necessario, i lavori sono in corso e dovrebbero concludersi entro il prossimo 30 luglio, cioè fra tre mesi. Al termine, si valuterà se è fattibile la realizzazione di una strada di collegamento fra Tremonti e San Licandro, che potrebbe rappresentare una via di fuga importante.

2 commenti

  1. …E CHE AVETE VISTO ??? LA PUNTA DELL’ICEBERG !!! SE METTETE UN VOSTRO ADDETTO ALL’UFFICIO AFFARI LEGALI DEL COMUNE, POTRESTE SCOPRIE TANTE E TANTE FACCENDE PICCOLE MEDIE E GRANDI !!!

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  2. ahahahahhaha!!! Una semplice……………piscina
    Vi immaginate un pilastro costruito di 200 metri di diametro a Toore Faro con i danni connessi cagionati……………………..” ecomostro ” lasciato ad imperitura memoria?
    Avremo questo accanto al Pilone …………………….
    Pensateci tutti………….a Messina! Sindaco , Giunta Consiglio Comunale………………cittadini messinesi di buona volontà……..cui interessa solo MESSINA; gli altri sono tutti francamente degli estranei…………………………….

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