Il Comitato Salviamo il Piemonte: "La Borsellino dica chiaramente cosa vuol fare"

Il Comitato Salviamo il Piemonte: “La Borsellino dica chiaramente cosa vuol fare”

Rosaria Brancato

Il Comitato Salviamo il Piemonte: “La Borsellino dica chiaramente cosa vuol fare”

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lunedì 09 Febbraio 2015 - 23:02

Il Comitato Salviamo il Piemonte disseppellisce l'ascia di guerra: "Basta confusione- dicono Arbuse e Minasi- l'assessore regionale Borsellino dica chiaramente che intenzioni ha per l'ospedale e in merito all'intesa con il Neurolesi. In caso contrario protesteremo Palermo". Il neo coordinatore del Megafono Massimo Finocchiaro sposa la tesi e promuoverà l'incontro.

Nella vicenda dell’ospedale Piemonte ci sono silenzi che pesano e che diventano terreno fertile per la confusione e le ambiguità. Il più “pesante” di questi silenzi è senza dubbio quello dell’assessore regionale alla salute Lucia Borsellino che mentre da agosto scorso a Messina infuria lo scontro non si è mai pronunciata in modo chiaro, ufficiale, definitivo sulle sorti del nosocomio del viale Europa, per non dire su quel polo materno infantile che a stagioni alterne vediamo annunciato una volta al Piemonte e una al Papardo. Anche per i cronisti diventa problematico sintetizzare quanto accade perché è come descrivere una partita di scacchi durante un sisma.

Ci eravamo lasciati a dicembre con l’ok del ministro Lorenzin per la nascita del Piemonte-Irccs Neurolesi e l’avvio della sinergia con l’assessorato regionale per la realizzazione del polo di emergenza-riabilitazione, un polo unico nel suo genere per tutto il Sud. Nel frattempo nel silenzio della Regione, che ha rinviato l’incontro previsto il 23 gennaio con quel tavolo tecnico istituito proprio per far chiarezza, il Dg Vullo, che comunque deve applicare la normativa, ha varato un piano di riordino per i due nosocomi che prevede entro aprile l’eliminazione dei doppioni e la realizzazione del polo materno infantile al Papardo.

Troppi silenzi da Palermo e poca incisività da parte del sindaco, così il Comitato Salviamo il Piemonte è tornato in campo annunciando una nuova mobilitazione. A questo punto infatti nessuno ha ben capito quali siano le sorti del presidio del Viale Europa, quelle dei punti nascita, del pronto soccorso, del Neurolesi.

Da qui la richiesta di un incontro con l’assessore Borsellino per capire una volta per tutte le sue intenzioni. Se entro il 14 febbraio non dovesse arrivare una risposta il Comitato è pronto a protestare a Palermo.

L’esigenza di un “faccia a faccia” con l’assessore Borsellino, ha spiegato in conferenza stampa Silvano Arbuse scaturisce dall’annuncio del dg Michele Vullo, in merito alla cessione dei locali del presidio ospedaliero di Viale Europa all’Ircss Centro Neurolesi Bonino Pulejo e il trasferimento delle specialistiche al Papardo, tranne Cardiologia e Ortopedia.

“Vullo ogni settimana va a Palermo- ha detto Silvano Arbuse- e porta una notizia diversa sul destino del Piemonte. Per questo chiediamo un confronto diretto con l'Assessore Borsellino, per capire le sue reali volontà. Ma in questo è necessario il coinvolgimento attivo del sindaco Accorinti, che è la massima espressione della Sanità in città”.

Il Comitato, sin dallo scorso 6 novembre, quando ha siglato un protocollo con Cisle Uil ed il Neurolesi, ha visto di buon occhio l’intesa per la nascita del Piemonte-Ircss “dal momento- ha spiegato Arbuse- che anche per lrcss è di vitale importanza mantenere al Piemonte scorso novembre, in cui anche per l’Ircss è di vitale importanza mantenere al Piemonte l’emergenza-urgenza, per creare un grande ospedale, come ve ne sono altri in Italia, ad esempio il San Raffaele di Milano. Così come prospettato, invece, il presidio si trasformerebbe semplicemente in un cronicario”.

Per quel che riguarda invece il punto nascita sia il “fronte” del Comitato Sanidea che quello del Comitato Salviamo il Piemonte concordano affinchè entrambi i reparti dei due presidi vengano mantenuti per dare risposte alla città, sia nella zona centro che nella zona nord e non causare disagi di alcun genere.

Presenti all’incontro con la stampa anche Giuseppe Calapai, segretario provinciale della Uil Fpl, e Giuseppe Raineri della Cisl Fp.Intervenuto pure il neo coordinatore provinciale del Megafono Massimo Finocchiaro.

Nel corso della conferenza stampa inoltre è stato ricordato come sulla vicenda sia intervenuto in modo netto il capo della Protezione civile Gabrielli che rispondendo proprio ad una richiesta di Cisl e Uil ha posto “l’alt” a qualsiasi ipotesi che metta in discussione il ruolo di presidio di protezione civile del Piemonte (vedi articoli correlati). Il Prefetto ha scritto alla Regione invitando l’assessore a riferire qualsiasi decisione in merito al futuro dell’ospedale.

“Ci ritroviamo in uno spaesamento generale: prima veniamo convocati e poi cala dall’alto la decisione dello smantellamento,comunicando persino la data ovvero nel mese di aprile- ha commentato il presidente del Comitato Marcello Minasi- Ci costringono ad essere come i No Tav e chiamare a raccolta la popolazione per farci ascoltare da un Governo regionale che non ascolta le istanze dei cittadini. Dovremmo fare la conta di chi sta veramente con noi: non basta firmare una letterina”.

Sulla stessa linea di Minasi è Calapai della Uil: “Qualcuno – ha detto il segretario Fpl – è entrato in campo non per difendere il Piemonte, ma per reggere gli interessi di pezzi del Papardo. Stiamo assistendo alla classica commedia alla siciliana, in cui si fa il gioco delle tre carte, con l’unico fine di far cadere i 78 posti destinati al presidio di emergenza-urgenza che, non dimentichiamolo, serve un bacino di utenza di ben 271mila abitanti, secondo la suddivisione del distretto che comprende pure la provincia”.

Raineri della Cisl lancia una frecciata al Sindaco: “Non basta che Accorinti convochi riunioni con noi, durante le quali ci fa ascoltare in viva voce le telefonate che fa in Assessorato, senza che mai nulla si concretizzi. Se necessario, siamo pronti a scendere in piazza, prima come cittadini e, poi, come rappresentanti delle forze sociali”.

Anche il neo coordinatore del Megafono, Massimo Finocchiaro concorda con la necessità di approfondire il dialogo con la Regione: “Sono pienamente d’accordo che il Piemonte vada salvaguardato e, conoscendo l’Assessore Borsellino, mi appare strano questo continuo rinvio di appuntamenti e il fatto stesso che vi sia da parte sua una posizione così rigida: non è una persona che si innamora delle idee. Garantisco il mio impegno a farmi portavoce della vostra richiesta di un incontro”.

Fino a sabato si attenderà la risposta dell’assessore in merito all’incontro, in caso contrario sverrà dissotterrata quell’ascia di guerra che era stata temporaneamente messa da parte dopo la manifestazione del 29 settembre. Ma da allora, come i gamberi, si son fatti passi avanti e passi indietro senza riuscire a capire il percorso definitivo.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Se la giornalista indagasse sulla residenza anagrafica di moltissimi dipendenti del Piemonte, forse scoprirebbe ulteriori “valide” motivazioni sulle resistenze agli spostamenti in zona Nord della città : il posto di lavoro “sottocasa” è certamente più comodo di “obbligate trasferte” quotidiane… O no ?

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  2. Se la giornalista indagasse sulla residenza anagrafica di moltissimi dipendenti del Piemonte, forse scoprirebbe ulteriori “valide” motivazioni sulle resistenze agli spostamenti in zona Nord della città : il posto di lavoro “sottocasa” è certamente più comodo di “obbligate trasferte” quotidiane… O no ?

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  3. In tutta sincerità meglio chiuderlo, ho appena perso un congiunto a causa della incuria, della supponenza e della approssimazione della compagine medica di questo nosocomio fantasma. Se cosi deve essere meglio chiudere. Togliamo ai messinesi del centro una falsa illusione di cura e di sopravvivenza. Se proprio si deve morire che sia almeno con dignità.

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  4. In tutta sincerità meglio chiuderlo, ho appena perso un congiunto a causa della incuria, della supponenza e della approssimazione della compagine medica di questo nosocomio fantasma. Se cosi deve essere meglio chiudere. Togliamo ai messinesi del centro una falsa illusione di cura e di sopravvivenza. Se proprio si deve morire che sia almeno con dignità.

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