Anteprima 62° Taormina Film Fest: la dolce vita e i letti di cartone FOTO

L’inno di Mameli a risuonare tra le pareti del Monte di Pietà: l’inizio ufficiale del gala di beneficenza a favore del Cirs sulle note eseguite dalla banda della Brigata Aosta subito prima della proiezione del videomessaggio registrato dal governatore della provincia di Herat (Afghanistan), lo stesso luogo dove da qualche anno si è sviluppato un fondamentale festival del cinema femminile. Sussulto di civiltà nella terra dei talebani.

Tanti volti noti della dolce vita messinese ad assiepare le prime file della sfilata con gli abiti vintage anni 40-70 messi a disposizione dalla dott.ssa Tosi Siragusa: istituzioni, giovani cineasti ed imprenditori chiamati a raccolta dall’invito della presidente Maria Celeste Celi per la realizzazione di una casa famiglia per minorenni vittime di abusi. I numeri appaiono confortanti per il buon esito dell’operazione, poiché le spese della serata sono state coperte dallo sponsor Caronte&Tourist. L’ex commissario straordinario della Provincia Filippo Romano e il nuovo sindaco metropolitano Renato Accorinti si incrociano sul palco del Monte di Pietà a poche ore di distanza dallo storico passaggio di consegne sancito a Palazzo dei Leoni. La “strana coppia”, come ammesso dallo stesso Romano in smoking e papillon: invito all’eleganza disatteso da molti, con il sindaco Accorinti candidamente sornione nell’abituale mise oramai conosciuta ad ogni latitudine. Il general manager del festival Tiziana Rocca sposta quindi l’attenzione dalle vicende istituzionali al messaggio solidale che Richard Gere porterà in Sicilia per il secondo anno consecutivo: una casa per gli invisibili e tutti i senza dimora come quelli che il divo statunitense incontrerà nella serata inaugurale della kermesse. “Ho provato anch’io la sensazione di dormire in un letto di cartone in piazza: in quelle ore solo insicurezza e l’impressione di essere sempre vulnerabili – confessa Accorinti –. Dallo Stato non deve arrivare alcuna elemosina, ma la semplice possibilità di vedere rispettati i diritti fondamentali dell’uomo”. Gli fa eco Monica Guerritore: “Immedesimarsi nell’altro, come un attore, per non smarrire il senso di umanità che deve sempre illuminare il nostro cammino. Apprezzo la sensibilità mostrata negli anni da questa Festival, non posso che dichiararmi orgogliosa di far parte di questa kermesse come presidente della giuria”. L’auspicato ritorno alle origini di un festival che nacque proprio in riva allo Stretto sembra ancora, tuttavia, desiderio chimerico: apprezzabili le intenzioni, frustrate tuttavia dall’assenza della diva internazionale Susan Sarandon, da giorni annunciata come ospite di prestigio dell’anteprima messinese.

Rivendicata la centralità di Taormina nel panorama festivaliero internazionale, come ribadito più volte da Filippo Romano (premiato a fine serata) e dal responsabile delle relazioni esterne Michel Curatolo, arriva il turno della settima arte dopo la breve proiezione del video realizzato dagli studenti del Liceo “Seguenza” dedicato al cinema in riva allo Stretto: l’omaggio al compianto Ettore Scola con la versione restaurata di “C’eravamo tanto amati”, discorso metacinematografico che irride i vizi di un’Italia fatalmente provinciale attraverso le vicende di tre amici dal secondo dopoguerra agli anni Settanta. Dodici i superstiti ai titoli di coda: il cinema, nuovo malato d’invisibilità.

Domenico Colosi