Il sale della terra, il docufilm di Wim Wenders per chi ama la fotografia

Il sale della terra, il docufilm di Wim Wenders per chi ama la fotografia

Lavinia Consolato

Il sale della terra, il docufilm di Wim Wenders per chi ama la fotografia

Tag:

sabato 22 Novembre 2014 - 23:03

Un viaggio con Sebastiao Salgado: un docufilm di Wim Wenders per tutti coloro che amano la fotografia. Bellissimo, suggestivo e commovente.

Un fotografo è un uomo che ridipinge il mondo attraverso un obbiettivo, è il testimone della condizione umana, e Salgado tiene veramente all’umanità, “perché l’uomo è il sale della terra”.

Wenders conobbe le opere di Salgado ad una mostra, comprò un paio di fotografie, dopodiché volle conoscere l’uomo dietro l’obbiettivo: questo docufilm ne è il risultato.

Wenders e Juliano Salgado (aiuto regista alla scoperta del padre) accompagnano Sebastiao a ritroso nel tempo, dai primi suoi progetti, fino a viverli fisicamente con lui, comprendendo quale sia veramente la filosofia del fotografo, e la differenza tra riproduzione e vera foto.

Partito dal Brasile, Salgado scopre in Francia la fotografia negli anni ’60 e decide di abbandonare un lavoro sicuro per l’avventura: comincia a girare il mondo e a diventare testimone di cambiamenti storici, climatici, guerre e genocidi. Con la sua Canon ha documentato, sempre in bianco e nero, la fame, la siccità, la povertà, la schiavitù dell’oro, il modo in cui malattie come il colera possano prosciugare il corpo umano, ma anche la felicità dell’innocenza di certi popoli che non conoscono nulla della ricchezza materiale occidentale.

Anni 1977-1984: progetto “Altre Americhe”, un viaggio nell’America Latina, sulle Ande con popoli amanti della musica, sul suo stesso Brasile, in parte sconosciuto.

Anni ’80-‘90: progetto “Sahel”, in Etiopia, Congo, Mali, Sudan, Rwanda; i genocidi, i campi dei profughi, il colera, la rassegnazione. Salgado racconta che l’Africa, in cui è stato più volte, anche al seguito di Medici senza frontiere, gli ha spezzato il cuore: “Siamo animali feroci, la nostra è una storia di guerre.. Quando sono andato via la mia anima era malata”.

Anni ’90: progetto “Workers”, in giro per tutto il mondo seguendo i lavoratori umili, carpentieri, minatori, persino pescatori siciliani.

Anno 1994: progetto “Exodus”, in Jugoslavia e in Rwanda: le due grandi guerre civili che costrinsero le popolazioni a esodare verso le terre limitrofe. Ha inserito inoltre l’esodo di quelle popolazioni povere che si spostavano in cerca di lavoro verso i paesi ricchi.

Dopo aver visto le atrocità del Rwanda, Salgado scopre la natura: il suo ultimo progetto, terminato l’anno scorso; “Genesis”, lo ha portato nuovamente a fare un giro del mondo, dal Brasile fino alla Siberia, alle Galapagos, alla Papua Nuova Guinea. “Genesis” è la sua lettera d’amore al pianeta.

È stato impossibile non commuoversi vedendo gli occhi ritratti, non rimanere affascinati dai paesaggi, non impressionarsi, per esempio, dalla potenza dei pozzi di petrolio in fiamme nel Kuwait, nel 1991. Non è un film solo per fotografi o registi, ma per chiunque provi una smania d’amore e di curiosità verso la nostra terra.

Lavinia Consolato

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007