Ex Province, l'Ars vota sì,ma la telenovela continua. Le elezioni slittano a settembre

Ex Province, l’Ars vota sì,ma la telenovela continua. Le elezioni slittano a settembre

Rosaria Brancato

Ex Province, l’Ars vota sì,ma la telenovela continua. Le elezioni slittano a settembre

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mercoledì 30 Marzo 2016 - 22:02

L'Ars approva la riforma delle ex Province, ma non recepisce tutte le indicazioni dell'impugnativa del governo Renzi. In particolare il sindaco del Comune capoluogo non sarà automaticamente sindaco Metropolitano, ma si procederà con elezioni di secondo livello. Il rischio è che la norma venga nuovamente impugnata. Le elezioni intanto slittano a settembe.

La riforma c’è ma c’è anche il rischio che ci siano nuove puntate nella telenovela delle ex Province e nel frattempo il voto per i sindaci Metropolitani ed i presidenti dei Liberi Consorzi slitta fino a settembre.

Insomma, il “pasticciaccio” della riforma-elefante targata Sicilia, si arricchisce di una nuova puntata, ancora a rischio impugnative.

L’Ars ha infatti approvato (con 38 sì, 19 no e 2 astenuti) il testo della riforma delle ex Province, che istituisce Liberi Consorzi e 3 Città Metropolitane, modificato dopo l’impugnativa del governo Renzi, ma di fatto la norma votata nel pomeriggio potrebbe non essere l’ultima puntata.

Il vulnus infatti continua ad essere uno dei punti dolenti dell’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri. L’Assemblea infatti non ha recepito la Delrio nella parte che riguarda l’automatismo per il sindaco Metropolitano.

In Sicilia i sindaci metropolitani di Palermo, Catania e Messina non saranno i sindaci del Comune capoluogo (come avviene nel resto del Paese) ma saranno eletti dall’assemblea dei sindaci.

L’emendamento presentato dal governo Crocetta, che prevedeva il recepimento della norma nazionale, è stato impallinato con il voto segreto, con 33 voti contrari e 29 favorevoli. L’antipatia per Enzo Bianco e Leoluca Orlando ha avuto la meglio perfino sul rischio che il governo Renzi impugni nuovamente la norma, dal momento che non ha recepito i punti indicati. La Regione Sicilia aveva infatti due scelte, o difendersi davanti alla Consulta contro l’impugnativa o recepirne le indicazioni, compreso quindi l’automatismo del sindaco Metropolitano. Non solo l’Ars ha bocciato l’emendamento proposto dalla giunta e dal Pd ma anche affondato un altro emendamento, targato Udc che prevedeva il voto ponderato (in base alla popolazione dei singoli comuni) per l’elezione del sindaco metropolitano e del presidente del Libero Consorzio. Senza automatismo e senza voto ponderato le elezioni per il sindaco Metropolitano si trasformeranno nella migliore delle ipotesi in un “mercato” ed esporranno Palermo, Catania e Messina ad un pessimo ingresso nel palcoscenico delle Città Metropolitane.

La norma infine ha previsto lo slittamento delle elezioni, previste il 30 giugno, in una data compresa tra il 30 giugno e il 15 settembre.

Nel frattempo, neanche a dirlo, saranno prorogati i Commissari straordinari.

Insomma, abbiamo di fronte altri mesi di teatrino.

“Sapere di approvare una legge che non rispetta i parametri indicati, significa andare incontro consapevoli ad una nuova impugnativa– ha commentato il capogruppo Udc Mimmo Turano-. Chiedo consenso e attenzione su questo, approviamo una legge che rispetti i parametri che ha indicato la presidenza del consiglio".

Niente da fare. Per fermare Bianco e Orlando, che comunque potranno in ogni caso candidarsi alla carica, insieme agli altri colleghi (è stato infatti bocciato l’emendamento che vietata ai sindaci sul finire di mandato di candidarsi alla guida della Città Metropolitana).

Soddisfatti Sicilia Democratica e Pd, mentre Forza Italia e Cantiere Popolare hanno abbandonato l’Aula per protesta.

Chiarissimo anche il presidente Ardizzone: "E' intenzione di questa Presidenza indire al più presto una conferenza dei capigruppo e incardinare la mozione presentata dal deputato Fazio che riguarda i rapporti Parlamento-governo. Il Parlamento regionale si è trovato in difficoltà per una mancata resistenza di fronte alla Consulta del governo regionale Crocetta. Era doveroso resistere di fronte a una impugnativa. Mi auguro che non ci siano impugnative sollevate dai sindaci metropolitani".

Anche il M5S ha ribadito la necessità di un’opposizione davanti alla Corte costituzionale: “Dovevamo andare a battere i pugni a Roma e non prostrarsi al governo nazionale che con i suoi tagli è stato il vero carnefice dei siciliani e dei dipendenti delle ex Province- dicono i grillini che hanno votato no alla legge- Questo governo si è prostrato davanti al governo nazionale, umiliando questo parlamento e il nostro statuto. Ci auguriamo che questo non succeda più e che in futuro ci si presenti a Roma entrando dalla porta principale e non da quella di servizio”.

La riforma, almeno per il momento, è passata, salvo impugnative o un nuovo braccio di ferro con il governo Renzi. Quanto alle elezioni se ne parla a settembre, quando ormai anche il terzo anno dal primo annuncio della rivoluzione delle Province sarà sul finire…

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. liliana parisi 31 Marzo 2016 11:03

    Mi pare giusto e democratico che tutti i sindaci dei Comuni interessati possano candidarsi per la carica

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  2. liliana parisi 31 Marzo 2016 11:03

    Mi pare giusto e democratico che tutti i sindaci dei Comuni interessati possano candidarsi per la carica

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