Messina tra le città più care, fare la spesa costa 6.591 euro all’anno

Messina tra le città più care, fare la spesa costa 6.591 euro all’anno

Giuseppe Spano

Messina tra le città più care, fare la spesa costa 6.591 euro all’anno

mercoledì 05 Settembre 2012 - 15:05

L’indagine condotta da “Altroconsumo” ha analizzato i prezzi in 61 città italiane

Crolla un mito, tutti coloro che erano convinti che nel sud la vita costa meno rispetto al nord dovrà ricredersi. Almeno così sembra se si analizzano i risultati dell’indagine svolta da “Altroconsumo” in 61 città italiane.

La ricerca è stata condotta tra aprile e maggio scorso ed ha preso in considerazione 898mila prezzi rilevati in 950 punti vendita, 162 ipermercati, 603 supermercati, 185 hard discount, un paniere che ha compreso un campione di 504 prodotti di largo consumo quali pasta, caffè, detersivi, prodotti per la cura del corpo, cibi freschi, formaggi, frutta e verdura.

Dai dati raccolti risulta che per una famiglia fare la spesa in un supermercato a Messina costa annualmente 6.591 euro, un dato che la colloca al sesto posto tra le città italiane più care mentre al primo posto si piazza Aosta con una spesa di 6.739 euro.
Peggio del capoluogo peloritano stanno altre due città siciliane, Catania (6.634 euro) seconda assoluta in Italia e Siracusa (6.602 euro) terza in graduatoria mentre Palermo si piazza all’undicesimo posto con una spesa di 6.532 euro, tutte ben al di sopra rispetto alla media nazionale che in base ai calcoli effettuati dall’Istat è di 6.372 euro all’anno.

Un carovita determinato da un mercato rigido e poco competitivo che, quindi, non favorisce l’adozione di prezzi concorrenziali e limita la possibilità di scelta dei consumatori, una dinamica dell’offerta molto presente, invece, a Pisa (che con una spesa media di 5.969 euro risulta la città meno cara), Firenze (5.973 euro) e Verona (6.088 euro).

Un fattore che risulta ancor più evidente se si prendono in considerazione i dati relativi ai risparmi massimi calcolati: ad esempio, se si considera che si parte da prezzi elevati, sono relativamente bassi a Palermo (716 euro), Messina (709 euro), Catania (469 euro) e Siracusa (241 euro), rispetto a quelli rilevati a Firenze (1.522 euro) e Arezzo (1.468 euro) dove già il carrello della spesa appare in partenza molto più “leggero”.

Secondo l’indagine di Altroconsumo “nelle possibilità di risparmiare quando si fa la spesa non gioca solo la tipologia di punto vendita e l’insegna; scegliere se approfittare delle offerte oppure abbandonare il prodotto di marca può portare a risparmi inauditi: 24% di spesa in meno se si scelgono i prodotti di marca in offerta; 38% in meno se si opta per i prodotti col marchio dell’insegna del supermercato; 55% di esborso in meno se i prodotti sono sempre quelli primo prezzo; ben 61% in meno se si abbandonano i prodotti di marca, scegliendo l’hard discount. Sino a ridurre la spesa in un anno di 3.500 euro”. (Giuseppe Spano’)

4 commenti

  1. avrei titolato….CROLLA UN MITO CATANIA PIU’ CARA DI MESSINA !! a già dobbiamo farci male sempre anche quando le differenze sono minime meglio che il giornalista locale evidenzi sempre il peggio e non ad esempio cosa è stato messo nel carrello e rilevato dove?????

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  2. L’ho sostenuto da sempre!!!
    Viaggiando parecchio e abitando (mio malgrado) in diverse città dello stivale mi ero accorto già anni fa che i prezzi al dettaglio dei prodotti nei supermercati/negozi di Messina erano più alti di un buon 20% rispetto alle città in cui soggiornavo (e in quella in cui adesso risiedo) e se consideriamo che il reddito procapite dei cittadini di Messina è di circa 15% più basso rispetto alla media Italia, lo “spread” (differenziale)per l’acquisto di beni per loro sale al 35%.

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  3. se invece di sparare cazzate fossi socio di altroconsumo potresti leggere sulla rivista, insegna, completo di indirizzo del locale dove sono stati rilevati i prezzi.

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  4. puzza di bruciato 6 Settembre 2012 07:58

    Ma se da anni la casta dei commercianti ha fatto fuggire le più grandi multinazionali della distribuzione. Con la complicità della camera di commercio della confcommercio dell’annona dei controlli dell’ispettorato dei sindacati locali ecc. ecc. Vi ricordate della gloriosa Standa chi pensate l’abbia fatta fuggire… Adesso si sono creati un cartello e quelli che paghiamo siamo noi cittadini…

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