“Se è contro Dio è contro l’uomo”. Mafia e chiesa: due volti inconciliabili

“Se è contro Dio è contro l’uomo”. Mafia e chiesa: due volti inconciliabili

Antonio Crisafulli

“Se è contro Dio è contro l’uomo”. Mafia e chiesa: due volti inconciliabili

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giovedì 20 Novembre 2014 - 11:03

L'incontro con Frate Giovanni Calcara, dell’Ordine Domenicano dei Frati Predicatori, e di Don Terenzio Pastore, parroco della Parrocchia “S. Maria di Gesù Inferiore” di Messina e, dal febbraio di quest’anno, presidente dell’Associazione Addiopizzo Messina

La mafia e il suo rapporto, spesso confuso con la Chiesa Cattolica. Questo il tema del primo incontro del programma “Per un nuovo Umanesimo: cittadini e cristiani”, che si è svolto nella biblioteca “Padre Egidio Lo Giudice” della Chiesa del Carmine.
Siamo abituati ormai a vedere nei film o nei libri la figura del mafioso religiosissimo, che non si dimentica di andare a messa tra un delitto e un altro; allo stesso tempo però non possiamo non notare come i valori di questi due sistemi siano completamente diversi.

Questo punto centrale dell’incontro è stato egregiamente sviluppato dagli interventi di Frate Giovanni Calcara, dell’Ordine Domenicano dei Frati Predicatori, e di Don Terenzio Pastore, parroco della Parrocchia “S. Maria di Gesù Inferiore” di Messina e, dal febbraio di quest’anno, presidente dell’Associazione Addiopizzo Messina.

Frate Giovanni Calcara, famoso ormai in tutta Italia grazie all’intervista di Pif nella puntata “Addiopizzo 3.0” del programma Il Testimone, in onda su Mtv, è attivo da anni in progetti di educazione antimafia. Durante il suo intervento ha voluto sottolineare l’enorme distanza, sul piano dei valori, che esiste tra mafia e chiesa: la legalità, il vivere la giustizia, dovrebbe essere un valore per ogni cristiano e nessun cittadino, nessun messinese, dovrebbe accettare come una cosa normale tutto quello che spesso sentiamo accadere nella nostra città, l’illegalità che spesso svilisce le istituzioni, “dalla ndrangheta nell’università allo scandalo dei corsi di formazione”. La mafia rappresenta una “civiltà della morte”, il valore della vita, sacro per ogni cristiano, non è contemplato nel sistema della criminalità organizzata. E la Chiesa, anche se spesso delude, come ammette lo stesso Calcara, anche quando si tratta di dare un segnale contro la mafia, è piena di esempi di uomini, da Don Pino Puglisi al Cardinale Pappalardo, che hanno combattuto questo sistema e hanno trasmesso un fortissimo esempio di libertà e giustizia.

È seguito l’intervento di Don Terenzio Pastore, che ha raccontato la sua esperienza messinese col comitato Addiopizzo. Il comitato, che invita i commercianti che non vogliono subire l’estorsione mafiosa del pizzo a esporre l’adesivo dell’associazione sulle vetrine delle loro attività, ha già raggiunto a Palermo più di 800 adesioni, mentre a Messina i numeri sono più modesti, appena 50. Tuttavia il fenomeno è in continua, lenta, espansione e l’importante è che questi imprenditori, che hanno fatto questa scelta coraggiosa, non rimangano soli, ma costituiscano un gruppo sempre più numeroso con cui combattere insieme la prepotenza della criminalità mafiosa. L’elenco dei commercianti anti-racket è presente sul sito internet www.addiopizzomessina.it: acquistare in queste attività piuttosto che in altre rappresenta non solo un modo per sostenere la scelta di queste persone, ma anche un modo per combattere la mafia, tagliando le risorse che questa acquisisce tramite l’estorsione (che si attesterebbero intorno ai 10 miliardi di euro annuali).

Come Don Terenzio Pastore ha ricordato, è possibile aderire alla lotta alla mafia di Addiopizzo e alla sua campagna “consumo critico” anche iscrivendosi alla lista dei consumatori “Pago chi non Paga”. A Messina si sono superate le 1000 adesioni, ma la speranza è quella di una cittadinanza sempre più vicina a questi esempi di onestà e sempre più lontana da fenomeni che dovrebbero appartenere a un passato che la Sicilia vuole lasciarsi alle spalle.

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