L'Asp chiude l'ospedale di Scilla per motivi di sicurezza

L’Asp chiude l’ospedale di Scilla per motivi di sicurezza

mario meliado

L’Asp chiude l’ospedale di Scilla per motivi di sicurezza

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mercoledì 21 Settembre 2022 - 17:00

Dalle verifiche Invitalia emerge la "scarsa qualità d'esecuzione dei manufatti e dei materiali utilizzati"

SCILLA – Sarà che l’attenzione generale, sul versante della Sanità, ultimamente è stata completamente ‘risucchiata’ dalla polemica sull’innesto dei medici cubani negli smunti organici dei medici degli ospedali territoriali e delle Asp calabresi (e relativa informativa del Governatore a Palazzo Campanella, con polemica coi vari Ordini provinciali dei medici annessi). Ma la chiusura, per quanto temporanea, dell’ospedale territoriale di Scilla ‘Scillesi d’America’ disposta dal commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria Lucia Di Furia esplode come una bomba a squassare il già martoriato tessuto connettivo della Sanità calabrese.

La Di Furia: «Strutture altamente degradate, urgono opere di restauro e consolidamento»

In una nota – veicolata non dall’Asp reggina, ma dal portavoce di Roberto Occhiuto -, rileva il manager che, «secondo quanto previsto», lo ‘Scillesi’ verrà regolarmente «trasformato in ‘Casa della salute’».

Lucia Di Furia (Asp RC)
Lucia Di Furia, commissario dell’Asp di Reggio Calabria

Solo che, allo scopo, in questi giorni i tecnici Invitalia hanno effettuato varie «verifiche che riguardano la vulnerabilità sismica e di caratterizzazione dei materiali costituenti i blocchi strutturali esistenti. Dall’esito delle analisi – scrive Di Furia – è confermato l’elevato livello di degrado delle strutture indagate, i cui valori di resistenza dei calcestruzzi sono molto al di sotto di quelli normativamente dovuti, tale da richiedere opere di restauro e di consolidamento necessari per riportare il livello di sicurezza ai requisiti minimi previsti dalle vigenti norme».

«Bassa sicurezza per la scarsa qualità di manufatti e materiali»

A quanto fanno presente da via Diana, «il corpo identificato come ‘vecchio ospedale’ ha dato una sufficiente risposta in termini di sicurezza nei confronti delle azioni orizzontali di natura sismica e nei confronti dei carichi verticali»; non così però per quanto riguarda tutti gli altri corpi, cioè – in parole povere – la gran parte del nosocomio di Scilla.

La planimetria dell’ospedale territoriale di Scilla “Scillesi d’America”

I quali, invece, «hanno testimoniato la scarsa qualità d’esecuzione dei manufatti e la scarsa qualità dei materiali utilizzati, presentando un’elevata deviazione standard nei campioni analizzati, che definiscono una mancata sicurezza dei locali presso cui viene garantita attualmente l’assistenza sanitaria».

In parole povere, allo ‘Scillesi’ siamo indiscutibilmente di fronte a «bassi livelli di sicurezza» complessivi. Per cui bisogna «adottare, senza alcun indugio, provvedimenti restrittivi dell’uso di tutti i corpi denominati ‘nuovo ospedale’ – organismi edilizi A, B e C – e di immediato trasferimento di tutte le attività sanitarie erogate in altri siti».

Chiusura «temporanea» da dopodomani, venerdì 23 settembre

A questo punto, «risultando i locali esistenti pericolosi per l’incolumità dei cittadini e degli operatori», sipario: dal 23 settembre chiuderà i battenti quasi per intero il nosocomio territoriale scillese in modo da «liberare nell’immediato le strutture, cessando le azioni sanitarie erogate».

Le attività-chiave saranno ‘ospitate’ in siti limitrofi?

Su altro versante, fa sapere Lucia Di Furia, già nelle prossime 24 ore si valuterà «quali spazi del ‘vecchio ospedale’ e quali strutture limitrofe possano essere utili per accogliere le attività sanitarie sospese, che devono comunque essere garantite: CUP, punto di primo intervento, laboratorio analisi con Punto Prelievi, farmacia, radiologia, endocrinologia, PMA, oculistica, ginecologia, allergologia, cardiologia, pneumologia, psichiatria, centro Salute mentale, chirurgia».

Ristrutturato nei «prossimi mesi», riaprirà da Casa della salute

Di sicuro, mentre il commissario dell’Asp reggina non quantifica con precisione la durata dello stop al nosocomio scillese, nella nota diramata agli organi d’informazione parla però dei «prossimi mesi» come orizzonte per l’indispensabile, «accurata opera di ristrutturazione».

Sia come sia, l’ospedale di Scilla come l’abbiamo conosciuto ha chiuso: una volta terminato quest’urgentissimo make-up per i già citati, clamorosi motivi di sicurezza, riaprirà sì, ma direttamente come Casa della salute.

Il plauso del presidente Occhiuto

Immediato il plauso del presidente della Regione e commissario governativo per la Sanità calabrese Roberto Occhiuto alla misura adottata dal commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria verso lo “Scillesi d’America”.

Il Governatore calabrese Roberto Occhiuto

«La sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari viene prima di ogni altra cosa. Rilievi tecnici hanno evidenziato che gli edifici del cosiddetto ‘nuovo ospedale’ di Scilla non garantiscono tutto questo, e bene ha fatto il commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, a decidere per la sospensione dell’attività sanitaria – che continuerà ad essere erogata in locali che verranno individuati nelle prossime ore – dal prossimo 23 settembre.

Purtroppo, nella nostra Regione ci troviamo ad affrontare problematiche che hanno radici profonde, causate da decenni di malagestione della cosa pubblica e della Sanità in particolare. Ma non ci lasciamo scoraggiare – così, ancora, Occhiuto -. Gli edifici saranno ristrutturati, messi a norma, e il presidio sanitario di Scilla riaprirà come ‘Casa della salute’. Anche questi contrattempi ci aiuteranno a continuare nella strada che abbiamo intrapreso, e a disegnare e costruire la Sanità del futuro».

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