Ex Margherita, Ardizzone: "Dal progetto del polo riabilitativo al degrado,ma non mi arrendo"

Ex Margherita, Ardizzone: “Dal progetto del polo riabilitativo al degrado,ma non mi arrendo”

Rosaria Brancato

Ex Margherita, Ardizzone: “Dal progetto del polo riabilitativo al degrado,ma non mi arrendo”

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lunedì 07 Settembre 2015 - 22:09

La storia dell'ex ospedale Regina Margherita è il simbolo dei progetti messinesi, destinati a morire in silenzio. Nel 2003 era prevista la realizzazione del Polo di riabilitazione d'eccellenza per il sud. Dodici anni di misteri e silenzi e persino la volontà di metterlo all'asta. "Ma io non mi arrendo" dichiara il presidente dell'Ars Ardizzone che ha portato avanti in questi anni la battaglia per la fruizione del presidio.

“Quando c’è di mezzo la riabilitazione a Messina succede di tutto. Il caso dell’ospedale Regina Margherita che mi ha visto impegnato per anni in questa battaglia è simbolico e paradossale. Nel 2003 la rete ospedaliera prevede di realizzarvi un Centro d’eccellenza per la riabilitazione, 12 anni dopo c’è il nulla”.

Carte alla mano, documenti, articoli di giornali, delibere, interrogazioni, lettere aperte, raccolti in 12 anni, Giovanni Ardizzone elenca le tappe di un caso-simbolo del destino messinese: veder morire nel silenzio ogni progetto. Rileggendo quei fatti si resta sgomenti perché l’ospedale Margherita è morto sotto gli occhi di tutti ma non ce ne siamo accorti.

Sintetizziamo le tappe per poi approfondirle.

2003- la rete ospedaliera prevede 182 posti per la riabilitazione al Margherita

2004-si completa la procedura per il project financing

2006-scatta il contenzioso per il project financing

2007- i rom occupano il sito ospedaliero abbandonato

2009- il prefetto scrive alla Regione per il polo culturale

2010-l’assessore regionale Russo annuncia la vendita all’asta del presidio

2011- Ardizzone blocca la vendita e fa apporre il vincolo culturale

2011-2015…….boh

Come si vede dal 2007 al 2010 è successo qualcosa che ha spinto la Regione (proprietaria della struttura) a cambiare idea sul Polo di riabilitazione, ma non esiste alcun atto ufficiale, né alcuna motivazione ufficiale sull’accaduto. Nel silenzio è avvenuto tutto. Ancora oggi, nel 2015 l’unica realtà visibile ai nostri occhi è la morte del nosocomio. In 12 anni non ci abbiamo realizzato né la riabilitazione né il polo culturale. Il presidente dell’Ars riassume le tappe di questo paradosso attraverso le istanze che ha portato avanti e che vedono avvicendarsi almeno 4 assessori regionali alla sanità. Ma una virgola, dal ’99, quando è stato chiuso il Margherita, non è stata spostata, e questo, alla luce del dibattito sul Piemonte deve allarmarci e imporci di restare vigili.

Torniamo al 2003, quando l’allora assessore regionale Cittadinii firma la delibera relativa alla rete ospedaliera e nella casella Regina Margherita appaiono 182 posti destinati alla RIABILITAZIONE. Vengono quindi avviate le procedure per il project financing, che saranno ultimate nel 2004-2005, e ad aggiudicarsi il progetto sarà l’unico soggetto promotore Tecnis spa. Nel frattempo l’assessore Pistorio provvede alle successive fasi con delibere che riguardano la rimodulazione da 182 a 154 posti. Cosa accade dal 2005 al 2007 non è dato saperlo in modo preciso, perché da un lato si innesca un contenzioso con la Regione, dall’altro proprio il blocco dell’iter sembra aver fatto perdere alla Regione stessa l’interesse a realizzare quello che Pistorio definiva: “un grande centro di riabilitazione che costituirebbe l’unica realtà del genere in Calabria ed in Sicilia e contribuirebbe a ridimensionare il saldo negativo di mobilità passiva per i pazienti verso il nord”. Era il 2005, esattamente 10 anni fa. Nel 2006 l’allora deputato regionale Giovanni Ardizzone, scrive le prime interrogazioni per sollecitare la riconversione del nosocomio in Grande centro di riabilitazione, ma non riceve risposte ufficiali, salvo scoprire, mesi dopo, che l’allora direttore generale Furnari rassicurava sulla prosecuzione dell’iter. Nel 2007 un gruppo di rom occupa quel che resta del Margherita e Ardizzone scrive una lettera aperta all’assessore regionale: “Il Grande centro di riabilitazione è ormai una chimera. I messinesi devono conoscere le sorti di questo presidio ed è opportuno che la Regione verifichi le cause, dopo 4 anni, della mancata realizzazione accertando le responsabilità di chi ha bloccato il project financing”.

Ardizzone per l’ennesima volta sottolinea i gravissimi danni per la sanità e per i messinesi a causa di una struttura da 30 mila metri quadrati finita in mano ai vandali ed ai rom. Probabilmente è quella l’ultima volta in cui si parla del polo di riabilitazione perché da quel momento il Margherita finisce in un buco nero insieme al project financing. Tra la fine del 2009 ed il 2010 cambia lo scenario. Nell’aprile del 2009 l’allora vicesindaco Ardizzone aveva lanciato la proposta di realizzare al Margherita una Cittadella della cultura, dove concentrare gli uffici regionali sparsi in altre sedi (come la Biblioteca regionale e la sovrintendenza) e risparmiare così oltre 700 mila euro l’anno. La proposta, promossa dalla direttrice della Biblioteca Sandra Conti che aveva anche elaborato uno studio di fattibilità per creare un vero e proprio Polo della cultura, ebbe il consenso del prefetto di allora, Alecci, che inviò, sempre ad aprile, una lettera all’allora assessore regionale Antinoro. Il prefetto sottolineava la valenza del progetto e restava in attesa di risposte da parte della Regione. A dicembre però cambia qualcosa, il neo assessore Massimo Russo, a Messina, annuncia l’intenzione di voler far tornare alla fruizione la struttura, valutando un eventuale vincolo con la destinazione sanitaria. Pochi mesi dopo, nel 2010, con il decreto n°28 del 25 maggio vengono soppressi i 182 posti per la riabilitazione ed a dicembre Massimo Russo annuncia la volontà di mettere in vendita il Regina Margherita. Nell’arco di 7 anni si è passati dal Polo di riabilitazione al Polo culturale fino alla vendita all’asta, senza motivazioni ufficiali e nel silenzio.

Anche questa volta Ardizzone protesta e le lettere finiscono all’attenzione del nuovo assessore, Armao. Ll’Ars approva l’ordine del giorno presentato dall’esponente centrista che impegna la Regione ad avviare un’indagine conoscitiva ed a farsi promotore della Cittadella della cultura. Nella lettera inviata all’assessore Armao, mentre era ancora vivo il timore che il Margherita andasse all’asta così scrive Ardizzone: “Ribadisco che al fine di evitare possibili speculazioni immobiliari è opportuno che in tutte le sedi si proceda all’unisono”.

La vendita dell’ex ospedale venne sventata, ma da allora ad oggi il futuro resta un mistero. Ogni tanto riaffiorano ipotesi, come quella di realizzare il Palagiustizia 2, e c’è anche ancora in corso un tavolo tecnico con la Sovrintendenza per portare avanti il progetto della Cittadella della cultura, collegata anche al vicino Museo.

La realtà più visibile però sono i 12 anni trascorsi senza che sia stato messo un solo mattone. Non sappiamo cosa sia accaduto dal 2008 al 2010, di tale portata da passare dai 182 posti per il Polo riabilitativo alla vendita all’asta di un bene inaugurato nel 1933 per prendere il posto del vecchio ospedale in baracca della Fondazione Regina Elena. Fu il re Vittorio Emanuele III a mettere la prima pietra. Le ultime pietre le hanno lanciate i vandali negli anni 2000….

Io non mi fermo, vado avanti- dichiara adesso il presidente dell’Ars Ardizzone- Ricordo ai menestrelli dei calunniatori, che dal 2003 mi occupo, da solo, dell' Ospedale Margherita. Era previsto un grande centro di riabilitazione. Ho chiesto con forza, con atti parlamentai:perché non si è realizzato? Successivamente volevano venderlo, con atti parlamentari l'ho impedito. A tal fine ho insistito perché venisse sottoposto a vincolo, quale bene culturale, ed ho sposato il progetto di un Polo Culturale promosso del compianto critico d'arte Lucio Barbera, e dell'allora direttrice della Biblioteca Regionale Sandra Conti. Tutti d'accordo compreso il prefetto del tempo Alecci. Io non arrendo, vado avanti”

Sul tavolo dell’assessore Gucciardi che si è mostrato attento alle vicende messinesi adesso arriverà anche questo fascicolo che contiene una mole di carte accumulate in 12 anni senza che si conoscesse mai la verità sul Polo riabilitativo e sulla sua ingloriosa fine, inghiottito in buco nero, nonché sul perché la Regione volesse venderlo ignorando anche l’ipotesi di Polo culturale.

Rosaria Brancato

14 commenti

  1. La butto lì….e se invece non tenessero il servibile e il resto lo mettessero all’asta? A lotti…almeno monetizzano ed evitano che si lasci degradare quella zona…

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  2. La butto lì….e se invece non tenessero il servibile e il resto lo mettessero all’asta? A lotti…almeno monetizzano ed evitano che si lasci degradare quella zona…

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  3. Finalmente un buon progetto per la città.
    L’ ex-Margherita potrebbe diventare un grande polo culturale-universitario per l’intera provincia e la Calabria .
    Forza Ardizzone !

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  4. Finalmente un buon progetto per la città.
    L’ ex-Margherita potrebbe diventare un grande polo culturale-universitario per l’intera provincia e la Calabria .
    Forza Ardizzone !

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  5. La riabilitazione, in Sicilia, è cosa dei privati, convenzionati e non.
    George

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  6. La riabilitazione, in Sicilia, è cosa dei privati, convenzionati e non.
    George

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  7. “arriverà anche questo fascicolo che contiene una mole di carte accumulate in 12 anni senza che si conoscesse mai la verità sul Polo riabilitativo e sulla sua ingloriosa fine, inghiottito in buco nero”.
    COMMENTO : oggi siamo nel 2015, fine estate. Non sarebbe davvero cosa tanto fuori dal mondo, in fondo, un riutilizzo di questa superficie per creare una degna sede della Bibilioteca Regionale (vide infra). Anche perché … questa strada sarebbe piu’ facilmente percorribile e sostenibile da parte della classe politica messinese, magari, serrando i ranghi in una ampia intesa bipartizan.

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  8. “arriverà anche questo fascicolo che contiene una mole di carte accumulate in 12 anni senza che si conoscesse mai la verità sul Polo riabilitativo e sulla sua ingloriosa fine, inghiottito in buco nero”.
    COMMENTO : oggi siamo nel 2015, fine estate. Non sarebbe davvero cosa tanto fuori dal mondo, in fondo, un riutilizzo di questa superficie per creare una degna sede della Bibilioteca Regionale (vide infra). Anche perché … questa strada sarebbe piu’ facilmente percorribile e sostenibile da parte della classe politica messinese, magari, serrando i ranghi in una ampia intesa bipartizan.

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  9. C’e’ da essere perplessi su questo. Lei cosa mi puo’ dire ?

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  10. C’e’ da essere perplessi su questo. Lei cosa mi puo’ dire ?

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  11. “Nell’aprile del 2009 l’allora vicesindaco Ardizzone aveva lanciato la proposta di realizzare al Margherita una Cittadella della Cultura, dove concentrare gli uffici regionali sparsi in altre sedi (come la Biblioteca Regionale e la Sovrintendenza) e risparmiare così oltre 700 mila euro l’anno. La proposta, promossa dalla direttrice della Biblioteca SANDRA CONTI che aveva anche elaborato uno studio di fattibilità per creare un vero e proprio Polo della cultura ……” COMMENTO : CLASSICO ESEMPIO DI VERA POLITICA DEL FARE, ANZI … DEL PROPORRE CONCRETAMENTE E REALISTICAMENTE ; del resto, c’era anche una logica di funzionalità logistica, vista la vicinanza (a 10 passi) del Museo Regionale.

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  12. “Nell’aprile del 2009 l’allora vicesindaco Ardizzone aveva lanciato la proposta di realizzare al Margherita una Cittadella della Cultura, dove concentrare gli uffici regionali sparsi in altre sedi (come la Biblioteca Regionale e la Sovrintendenza) e risparmiare così oltre 700 mila euro l’anno. La proposta, promossa dalla direttrice della Biblioteca SANDRA CONTI che aveva anche elaborato uno studio di fattibilità per creare un vero e proprio Polo della cultura ……” COMMENTO : CLASSICO ESEMPIO DI VERA POLITICA DEL FARE, ANZI … DEL PROPORRE CONCRETAMENTE E REALISTICAMENTE ; del resto, c’era anche una logica di funzionalità logistica, vista la vicinanza (a 10 passi) del Museo Regionale.

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  13. George : Lei deve comprendere che, in mancanza da parte Sua di concreti argomenti che dimostrino in modo inconfutabile la validità della Sua affermazione, essa non avrà per me alcun valore di pratica utilità.

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  14. George : Lei deve comprendere che, in mancanza da parte Sua di concreti argomenti che dimostrino in modo inconfutabile la validità della Sua affermazione, essa non avrà per me alcun valore di pratica utilità.

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