La scalata politica si era fermata nel 2011 con l'arresto, quando era deputato regionale. "Ma quel progetto politico - tuona in piazza - sta per ripartire. Ecco come"
La passione per la politica e le vicissitudini giudiziarie negli ultimi anni della vita di Cateno De Luca, attuale sindaco di S. Teresa di Riva, sono un contrasto stridente. L’escalation che ha portato Roberto, così lo chiamano nella sua Fiumedinisi, fino all’Assemblea regionale siciliana, si è infranta nel 2011 con l’arresto per fatti che riguardavano il paese nisano in cui era primo cittadino. Un fardello pesante. La sentenza era attesa per lo scorso 7 dicembre ma è stata rinviata a febbraio. Questo è stato il tema principale del comizio fuori stagione tenuto in piazza Municipio a S. Teresa, strettamente legato ad un’altra questione: gli obiettivi politici a medio e lungo termine. “Non sono stato messo fuori gioco dall’elettorato che negli anni ha invece apprezzato il nostro progetto politico ed il nostro operato – tuona Cateno De Luca nella fredda serata domenicale – ma qualcuno ha fatto l’occulto regista di tutta questa vicenda. E noi oggi sappiamo chi era e perché l’ha fatto e lo abbiamo denunciato all’autorità giudiziaria- Oggi – ha proseguito – siamo anche pronti a riprendere lì da dove ci hanno bloccato”.
De Luca è un fiume in piena. “Ho una certezza – taglia corto – voglio riprendermi la mia vita. Non voglio più occuparmi dei fatti processuali. Sono stato presente sempre. Ho impiegato gli ultimi 5 anni della mia vita sulle carte processuali. Adesso dico basta. Se ne occuperanno i miei legali. Oggi ritengo sia giusto che riprenda a coltivare la mia passione. Certo – ha osservato – non so se oggi c’è spazio per me. Chi potrebbe imbarcarsi De Luca? Ma qui non si tratta di decidere cosa voglio fare da grande ma cosa possiamo fare insieme”. Il sindaco di S. Teresa di Riva ha già dato un primo appuntamento per venerdì 23 dicembre alle 10.30 a Messina in un ritrovo a piazza Duomo per una conferenza congiunta con i legali Carlo Taormina e Tommasso Micalizzi.
Non anticipa nulla se non quello che potrebbe essere il “suo ruolo per iniziare ad organizzarsi, capire quali amici possano sposare l’idea, il progetto. Comprendere chi vuole riprendere quel percorso che dovrà sfociare in una sintesi che non potrà essere più certamente SiciliaVera. Ma da lì deve tuttavia ripartire, da quei principi. Oggi è necessario iniziare a fare gruppo e valutare cosa si deve e si può fare in termini complessivi”. Questo il punto di partenza. “Se all’interno di questa progettualità – ha affermato De Luca – la mia immagine, il mio nome, la mia azione saranno ancora spendibili sappiate che ci sono. In caso contrario ci sono lo stesso. Se questo percorso può portare ad un’alternativa progettuale che non si chiami De Luca ma in qualunque altro modo, ma che è comunque frutto di quel progetto, io ci sto”.
Alla base c’è la voglia di proseguire un’azione politica “che ha come un unico obiettivo il bene della collettività. Una azione comune che possa contrastare quei baroni della politica che voglio spartirsi quanto è rimasto”. Questo il De Luca pensiero. Il sindaco parte da lontano. La campagna elettorale a S. Teresa di Riva è così vicina ma allo stesso tempo tanto lontana (anche per via di quell’ostacolo giudiziario che ha rischiato e rischia di fargli finire la sindacatura anzitempo) al punto da evitare specifici riferimenti alla competizione. C’è tempo per uscire allo scoperto, al di là della designazione di Danilo Lo Giudice, il suo vicesindaco, alla candidatura a sindaco. Chi si aspettava un comizio su S. Teresa è rimasto deluso. De Luca è sceso in piazza per gridare a gran voce: “Io ci sono, torno in campo”.
Carmelo Caspanello
