Terna: “La linea non si può interrare”. Deluso il Coordinamento Ambientale

Terna: “La linea non si può interrare”. Deluso il Coordinamento Ambientale

Terna: “La linea non si può interrare”. Deluso il Coordinamento Ambientale

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mercoledì 27 Marzo 2013 - 10:34

“I cavi interrati – affermano i tecnici di Terna -, in caso di guasto, richiedono tempi di riparazione dell’ordine di settimane, durante le quali la rete elettrica circostante deve assolvere ai compiti della linea. Ma quella siciliana è obsoleta e poco magliata, già ora insufficiente a garantire in sicurezza la continuità di alimentazione di una vasta area. Aumenterebbe il rischio di sovraccarichi e si peggiorerebbero gli attuali problemi elettrici siciliani”

“Intervenire sulla rete regionale, realizzando l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, è indispensabile e urgente per garantire la sicurezza elettrica ai siciliani”. E’ quanto hanno riferito i tecnici di Terna in sede di IV commissione dell’Assemblea regionale siciliana.

“La Regione Sicilia – ha spiegato Terna – a causa dell’attuale rete elettrica insufficiente e vetusta, è sottoposta a rischio black out, come dimostrano i numerosi distacchi degli ultimi anni: la nuova linea garantirà la sicurezza elettrica, riducendo il rischio di black out, e incrementerà la capacità di trasporto tra la Sicilia e il Continente. In questo modo, diminuirà i vincoli per gli operatori del mercato elettrico, favorendo una maggiore concorrenza e una maggiore produzione (fino a 700 MW) da impianti a fonti rinnovabili, invece di costringere i siciliani all’utilizzo di centrali di produzione obsolete e altamente inquinanti, che comportano un differenziale di prezzo dell’energia del 35% rispetto al resto d’Italia, con un costo collettivo di oltre 600 milioni di euro l’anno (il ritardo maturato a tutto il 2012 è costato dunque alla collettività oltre 3,5 miliardi di euro)”.

Terna ha poi ricordato il lungo percorso di condivisione con gli Enti Locali, che ha anticipato il confronto con il territorio alla fase di pianificazione strategica dell’opera, nel 2005. Dopo oltre 100 incontri e sopralluoghi per la definizione dei criteri localizzativi e del percorso della nuova linea, si è giunti nel gennaio 2007 al Protocollo d’Intesa con tutti i Comuni interessati, la Provincia di Messina e Regione Sicilia. Terna ha dunque inviato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di autorizzazione – concessa nel 2010 – di un intervento condiviso con il territorio, associando alla nuova linea (lunga 105 km, di cui 36 km in suolo siculo), su indicazione degli Enti Locali, un piano di dismissioni di oltre 170 km di vecchie linee, di cui 80 km in Sicilia. In particolare, circa 14 km saranno demoliti nel Comune di Pace del Mela e 7 km in quello di San Pier Niceto, buona parte delle quali attualmente insistono vicino agli abitati, liberando nella Provincia di Messina ben 1.151 edifici collocati a distanza di 100 metri dalle linee esistenti oggetto di smantellamento, dei quali 636 nell’Area a elevato rischio ambientale. La realizzazione dell’opera, infine, porterà lavoro per 170 imprese e 90 lavoratori quotidianamente coinvolti nei cantieri, parte dei quali siciliani.

Inoltre Terna, rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri, ha evidenziato come l’opera è stata autorizzata dopo la verifica da parte dei soggetti competenti del rispetto di tutti i limiti in materia di campi elettromagnetici imposti dalla legge italiana, che è una delle più restrittive in Europa. Infatti l’elettrodotto rispetta in ogni punto lungo tutto il tracciato i limiti previsti dal DPCM 8 luglio 2003, che impone un limite di 5kV/m per il campo elettrico e di 3 μT come valore del campo di induzione magnetica in corrispondenza dei punti sensibili (abitazioni e aree in cui si prevede una permanenza di persone per più di 4 ore nella giornata).

“I nuovi tralicci – hanno affermato i tecnici di Terna – riducono di 15 volte l’occupazione di suolo rispetto ai tralicci tronco piramidali (consentendo di risparmiare di 10mila metri quadri di suolo) , e grazie alla vicinanza delle fasi riducono il campo elettromagnetico generato”.

Terna, su sollecitazione dei consiglieri, ha infine spiegato le ragioni per le quali non è possibile interrare la nuova linea: “I cavi interrati, in caso di guasto, richiedono tempi di riparazione dell’ordine di settimane, durante le quali la rete elettrica circostante deve assolvere ai compiti della linea in cavo non più in servizio. Ma la rete elettrica esistente in Sicilia è obsoleta e poco magliata, e perciò già ora non più sufficiente a garantire con adeguati margini di sicurezza la continuità di alimentazione di una vasta area del territorio. Realizzare la linea in cavo (che strutturalmente sviluppa un’elevata impedenza), significherebbe intervenire incrementando insostenibilmente la già pericolosa esposizione della rete regionale al rischio di sovraccarichi: cioè, peggiorare gli attuali problemi elettrici della Sicilia”.

Ed il Coordinamento ambientale per la Tutela del Tirreno manifesta delusione per l’atteggiamento della Regione “che continua a proporre un ulteriore tavolo tecnico senza che la società Terna abbia manifestato la benché minima intenzione di mettere in discussione il tracciato e l’intero progetto. Continua un triste balletto dove, tra la lo sconforto delle popolazioni e delle associazioni, i sindaci timidamente chiedono di trovare una soluzione condivisa, Terna non recede per nulla ed il Governo Regionale, dimenticando la precisa mozione approvata dall’Assemblea, non trova niente di meglio che prendere tempo. Nel frattempo, la società Terna, fiduciosa che nessuno frapporrà ostacoli, progetta un ulteriore Sorgente-Rizziconi”.

“Abbiamo partecipato fiduciosi anche per rispetto del Presidente che ci ha convocato – afferma l’Avv. Nino La Rosa, portavoce del coordinamento -. Abbiamo però la sensazione che il governo non abbia letto i nostri documenti, perché non li cita e non li contesta; non si capisce perché si continua a far partecipare Terna a queste riunioni, come se fosse un ente no profit, visto che ha ignorato le richieste di sospensione dell’Assessore Lo Bello. Chiediamo, ancora una volta, viste le criticità ancora ieri rappresentate, tenuto conto che tutti i nuovi progetti necessitano dell’accordo con la Regione, che il Governo Regionale finalmente adotti una posizione ferma e chieda al Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di imporre a Terna la sospensione dei lavori in attesa di trovare una soluzione condivisa con le popolazioni interessate”.

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