Gli occhi dell’Africa. Intervista a Padre Dominique Ndolomo

Gli occhi dell’Africa. Intervista a Padre Dominique Ndolomo

Emma De Maria

Gli occhi dell’Africa. Intervista a Padre Dominique Ndolomo

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domenica 07 Aprile 2013 - 07:33

In occasione del tradizionale appuntamento con la città dello Stretto abbiamo incontrato padre Dominique, ospite dei confratelli domenicani nella parrocchia di San Domenico, in Italia con l'obiettivo di consolidare ed accrescere il suo progetto di adozioni a distanza per i bambini congolesi.

E’ caldo ed accogliente il sorriso di Padre Dominique Ndolomo, avvolgente come quello della calda terra d’Africa. Il sacerdote domenicano torna anche quest’anno in Italia con l’obiettivo di consolidare ed accrescere il programma di adozioni a distanza per i bambini del Congo. In occasione del tradizionale appuntamento con la città dello Stretto incontriamo padre Dominique, ospite dei confratelli domenicani nella parrocchia di San Domenico.

E’ qui, comodamente seduti all’interno di una silenziosa saletta nel convento domenicano, che inizia il nostro dialogo. “Il Congo è uno dei paesi più grandi del continente africano – esordisce il religioso – il suo sottosuolo è ricco di minerali preziosi che rappresentano la ricchezza del paese, nonostante questo, paradossalmente, la popolazione del Congo continua a vivere una condizione di miseria ed arretratezza. Tre quarti della popolazione congolese – spiega il domenicano – vive in condizioni di miseria estrema mentre ricchezza e benessere si concentrano nelle mani di pochi”.

La voce di Padre Dominique è ferma e pacata ma i suoi occhi brillano quando racconta il suo Congo, la sua gente, una nazione martoriata da anni di guerre e conflitti. Le sue mani si muovono lentamente quasi per dare maggior forza alle parole che raccontano un’Africa diversa, un continente che vuole riscattarsi da miseria e violenze investendo in cultura e scolarizzazione per le nuove generazioni.

Padre Dominique, il suo progetto di adozioni a distanza prende corpo nel 2006. Ci racconta come ha avuto inizio? “La mia mente ed il mio cuore sono stati da sempre stati toccati dalle condizioni di estrema povertà della mia gente, anch’io – ricorda Padre Dominique – sono nato in quella realtà ed ho visto con i miei occhi miseria e disperazione. Per queste ragioni ho coltivato la speranza ed il desiderio di poter contribuire concretamente ad alleviare le sofferenze del mio popolo soprattutto dei più giovani. Desiderio che ho custodito nel mio cuore e per poter realizzare il quale ho pregato ogni giorno il Signore affinché, nella sua immensa misericordia, mi indicasse la strada: ed il Signore ha ascoltato le mie preghiere. Un giorno, mentre mi trovavo in Congo – racconta – fui contattato telefonicamente da Padre Giordano il quale mi comunicava che la parrocchia di San Domenico aveva deciso di sostenere il mio progetto di adozioni e per questo ero atteso a Messina. Da allora, ogni anno torno in città per seguire personalmente le adozioni e sensibilizzare la cittadinanza verso un gesto d’amore che è linfa vitale per il mio paese”.

Oggi, di fronte ad una crisi economica di portata mondiale che ha colpito anche l’Italia con conseguenze talvolta drammatiche, qual è la risposta della cittadinanza messinese? “La città di Messina ha mostrato ancora una volta grande attenzione e sensibilità. La nostra campagna di adozioni nel 2012 ha registrato una crescita pari al 40% tra nuove adozioni e conferme di percorsi già intrapresi”.

Come è possibile aderire al programma di adozioni a distanza? “Coloro che decidono di adottare un bambino del Congo dovranno versare un importo annuo di duecento euro, naturalmente è prevista la possibilità di pagamenti dilazionati, grazie al quale si consentirà a bambini orfani o in condizioni di povertà estrema di poter frequentare la scuola, pagare regolarmente le tasse di iscrizione, acquistare abiti e divisa obbligatoria, libri e materiale didattico. L’adozione a distanza rientra un preciso programma finalizzato in primo luogo a non sradicare il bambino dalla realtà nella quale è nato – spiega il religioso congolese – obiettivo primario da perseguire è il raggiungimento di un ampio tasso di alfabetizzazione, allo scopo di allontanare le future generazione dal vortice di ignoranza e superstizione. Un popolo lasciato nell’ignoranza non sa né può difendersi ed è destinato a divenire preda del più forte”.

Ma le condizioni nelle quali vive la popolazione congolese sono rese ancora più estreme da gravissime condizioni igienico-sanitarie, che non riguardano solo le aree più lontane del nord-est ma anche la capitale Kinshasa, e dai frequenti sconfinamenti da parte di truppe armate ruandesi ed ugandesi. Padre Dominique, il Congo è stato protagonista negli anni di lunghe e sanguinose guerre, qual è la condizione politica oggi? “Le provincie orientali continuano ad essere vittime di incursioni, razzie e massacri di civili da parte di bande armate e milizie non governative. Massacri che continuano a perpetrasi sulla popolazione inerme nonostante la presenza di osservatori Onu, nel paese dal 1996, anno nel quale – spiega Padre Dominique – in seguito alla caduta del regime di Mobutu, iniziarono le incursioni da parte delle truppe armate ruandesi e ugandesi. L’area del nord-est e di Isiro, dove vivono i bambini in attesa di adozione, è tra le più colpite perché ricca di minerali sopratutto oro e diamanti. Massacri che rimangono impuniti, contro i quali il governo congolese non sa opporsi perché privo di forze di difesa nazionali capaci di respingere gli attacchi e presidiare i confini”.

Perché le adozioni a distanza rappresentano una speranza per il futuro del Congo? “Perché attraverso l’istruzione si potrà consentire ai bambini congolesi, divenuti adulti, di provare a disegnare un futuro diverso per questa martoriata terra. Per questo è necessario potenziare le adozioni a distanza – prosegue il religioso – c’è bisogno di cibo per la mente e sono tanti i bambini e le bambine che, grazie alla sensibilità della comunità di Messina e Milazzo, hanno potuto concludere gli studi superori. Il nostro bacino sulla città di Messina è costituito da una sola macroarea: quella di Giostra che da sola mostra il cuore generoso di questa città. Vorremo però far conoscere il nostro progetto anche ad altre porzioni del territorio messinese, per questo rivolgo un appello ad altre realtà parrocchiali – conclude il domenicano – affinché possano abbracciare il nostro progetto”.

Padre Dominique presto tornerà in Congo per portare avanti la propria missione pastorale ma, presso il convento dei padri domenicani di viale Regina Elena, il programma di adozioni andrà avanti. Il Trade Union, così ama definirsi, tra il Congo e città dello Stretto sarà Gioacchino Barbera al quale sarà possibile rivolgersi, per avere informazioni o aderire alla campagna di adozioni, chiamando il numero 3477123484. (Emma De Maria)

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