Donatori d'organi: il bluff della trascrizione sulle carte d'identità

Donatori d’organi: il bluff della trascrizione sulle carte d’identità

Rosaria Brancato

Donatori d’organi: il bluff della trascrizione sulle carte d’identità

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martedì 08 Novembre 2016 - 10:55

Il consigliere comunale Gioveni, insieme a Gaetano Alessandro dell'associazione Donare è vita, hanno spiegato in conferenza stampa perchè solo a Messina la volontà del donatore non è trascritta nel documento d'identità: "la dirigente interpreta a suo modo la legge"

Siamo l’unico Comune nel quale si può essere donatori di organi ma la scelta resta un “segreto” tra chi l’ha presa e l’impiegato dell’anagrafe, vanificando così il significato stesso di una delle leggi più progressiste che il nostro Paese abbia varato.

Di fatto la conferenza stampa dell’8 ottobre, esattamente un mese fa, quando amministrazione, dirigenti, consiglieri e dirigenti sanitari annunciavano la possibilità di poter indicare nella carta d’identità il proprio assenso alla donazione degli organi si è rivelata inutile, se non fuorviante. La singolarità tutta messinese infatti, dovuta all’interpretazione della norma da parte della dirigente Letteria Pollicino, sta nel fatto che la volontà del donatore non viene trascritta nella carta d’identità, ma viene solo trasmessa all’elenco nazionale dei donatori. La questione era già emersa a margine della conferenza stampa di ottobre (leggi qui l’articolo) ma un mese dopo l’ostacolo non è stato superato.

Da qui la protesta del consigliere comunale che con un ordine del giorno ha avviato il percorso più di un anno fa, Libero Gioveni, pronto, insieme all’associazione Donare è vita a seguire anche le vie legali qualora non venga risolta la problematica.

“Siamo senza parole- commenta in conferenza stampa il consigliere centrista- A Messina e solo a Messina, ribadisco, la volontà del donatore non ha alcun peso. La dirigente Pollicino si ostina a non voler applicare la circolare del Ministero che detta le linee guida per le amministrazioni e prevede appunto che la volontà di chi vuol donare gli organi sia trascritta sulla carta d’identità. Non solo la Pollicino dà una sua personale interpretazione della norma ma ignora anche le note dell’assessore Nina Santisi che l’ha sollecitata ad applicare la legge”.

La dirigente dopo le ripetute segnalazioni ha trasmesso un quesito chiarificatore al Ministero della salute in merito alla circolare. Se il personale del Ced sostiene che ci sono difficoltà di tipo tecnico ad adeguare il sistema, la dirigente invece fa riferimento alla normativa sulla privacy che a suo dire sarebbe violata.

Va da sé che se un cittadino, in applicazione alla legge 25 del febbraio 2010, si reca espressamente all’ufficio anagrafe ed in piena facoltà d’intendere e di volere firma il modulo e chiede l’iscrizione all’elenco donatori e la trascrizione nella carta d’identità, lo fa con la consapevolezza che è questo l’unico strumento per far valere la propria volontà.

Tutti i Comuni d’Italia interpretano la circolare allo stesso modo e per restare in Sicilia, Tusa (che tra l’altro è stato il primo in assoluto a recepirla), Palermo, Siracusa, Castelvetrano, Longi.

“E’ incomprensibile quanto accaduto- spiega Gaetano Alessandro, presidente dell’associazione Donare è vita- All’inizio De Pasquale, del Ced, ci ha detto che a loro sarebbe basato un click per adeguare il sistema informatico, poi però la Pollicino ci ha detto che per motivi di privacy non vogliono trascrivere la volontà del donatore. Ma se è lo stesso interessato a chiederlo di che privacy parliamo? E’ chiaro che a Palazzo Zanca non hanno neanche letto la circolare. In questo modo è stato vanificato quanto fatto finora”.

L’associazione Donare è vita ha deciso quindi di seguire anche le vie legali, come spiega l’avvocato Rosa Guglielmo: “Non è un fatto di privacy, stiamo parlando della volontà del cittadino che si reca all’ufficio anagrafe per far valere i propri diritti quando non sarà più in grado di poterlo fare. Stiamo pensando di agire legalmente contro chi contravverrà a questo diritto sancito dalla legge e siamo pronti anche a essere parte civile. La legge non può avere interpretazioni personali”.

Fatto sta che quanto annunciato in pompa magna l’8 ottobre nei fatti non si verifica a Palazzo Zanca, perché chi si reca oggi all’ufficio anagrafe per iscriversi all’elenco dei donatori di organi si ritrova davanti impiegati che 1)non dicono che è possibile farlo 2)si limitano a far compilare un modulo 3)la propria volontà non viene trascritta nella carta d’identità vanificando quindi qualsiasi possibilità di rendere visibile e concreta la scelta.

Rosaria Brancato

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