Il garante dei disabili e la discussione sulla "sede". Per il regolamento ancora niente da fare

Il garante dei disabili e la discussione sulla “sede”. Per il regolamento ancora niente da fare

Francesca Stornante

Il garante dei disabili e la discussione sulla “sede”. Per il regolamento ancora niente da fare

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venerdì 16 Ottobre 2015 - 00:22

Dopo la conferenza stampa di fuoco della consigliera Antonella Russo e dei "ribelli" che hanno deciso di sostenerla dopo le peripezie della delibera di istituzione del garante dei disabili, ieri in aula clima surreale. Il provvedimento è ancora in piedi ma non si riesce a capire cosa ne verrà fuori vista la mole di emendamenti. Alla fine tutto rinviato.

L’odissea continua. E, per adesso, i disabili messinesi dovranno rassegnarsi al fatto che questo consiglio comunale non riesce ad adottare il regolamento di istituzione del garante dei disabili. Niente da fare neanche ieri sera, nonostante il clima in aula fosse molto diverso rispetto alla settimana scorsa e a tutte quelle sedute che in due anni hanno visto più polemiche che contenuti e un continuo ping pong della delibera tra il consiglio comunale e la commissione. La proponente Antonella Russo due giorni fa ha raccontato in un’infuocata conferenza stampa il percorso ad ostacoli che la sua delibera, in origine sottoscritta anche da altri colleghi, ha affrontato da quel lontano 3 dicembre 2013, giorno in cui fu presentata. Tra magiche sparizioni nei meandri di Palazzo Zanca, lunghe discussioni in commissione, una pioggia di emendamenti a cui oggi si sono aggiunti anche tanti sub emendamenti, la delibera che dovrebbe solo istituire una figura importante e dedicata ad una delle fasce più deboli della popolazione ha scatenato una vera guerra politica che oggi consegna ancora un ennesimo nulla di fatto. Nella stessa conferenza stampa non sono mancati duri attacchi nei confronti di colleghi che, secondo la Russo, hanno fatto solo ostruzionismo sena proporre alternative, contro chi sembra aver lavorato solo per snaturare quel provvedimento. Accanto a lei c’erano anche Donatella Russo, Nora Scuderi, Gino Sturniolo, Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Ivana Risitano, sostenitori di questo regolamento e in prima linea a denunciare meccanismi d’aula che si basano più sulle antipatie personali o preconcette e non sui reali contenuti. Quei cossidetti “ribelli” che hanno dichiarato senza peli sulla lingua la difficoltà a scontrarsi in aula con chi dice a no a prescindere o solo a seconda di chi sia il primo proponente di un provvedimento. Tanto che alla fine Antonella Russo aveva dichiarato di esser pronta a ritirare il provvedimento e la sua firma dalla delibera.

Parole pesanti che sembravano destinate a creare nuove polemiche in aula e che invece hanno probabilmente causato un clima surreale tra gli scranni della sala consiliare. Surreale perché la discussione che ieri si è sviluppata attorno al regolamento del garante dei disabili si è ingarbugliata più e più volte, tra l’altro su dettagli e passaggi quasi irrilevanti.

All’inizio della seduta mancava però Antonella Russo e mancavano anche quei “ribelli” che hanno deciso di starle accanto e di sostenere comunque la delibera. Erano numerosi invece i consiglieri di quel “cerchio magico” che, come raccontato in conferenza stampa, opera con logiche che hanno suscitato attriti. La delibera era però in discussione già dalla scorsa settimana e dunque la presidente Emilia Barrile, per evitare che rimanesse orfana dei suoi proponenti e cadere per tornare in stand bye per chissà quanto altro tempo, ha deciso di farla sua apponendo la firma della presidenza del consiglio e trovando immediatamente l’appoggio della collega Pd Simona Contestabile. Si è dunque continuato dalla discussione di emendamenti e sub-emedamenti, una marea di modifiche richieste soprattutto da Pippo Trischitta e Daniela Faranda e che la Russo non ha mancato di criticare perché in certi casi inutili, ripetitive, ridondanti rispetto a quello che è stato inserito nel regolamento. I problemi però sono saltati fuori praticamente subito perché tutti quegli emendamenti e sub emendamenti rischiano di essere in contraddizione tra loro e dunque si è cercato a lungo di capire cosa fare. In un clima, appunto, surreale. Poi la discussione si è impantanata su un emendamento della Faranda che dovrebbe stabilire dove la figura del garante dovrebbe operare fisicamente, quindi specificando sede e destinazione, prevedendo di affiancarla alla garante dell’infanzia che però nel frattempo da oltre un anno non ha ancora avuto né un ufficio né tantomeno un luogo dove poter svolgere le attività. Botta e risposta tra Faranda, Russo, Abbate e Trischitta su come si deve esplicitare questo passaggio, discussioni sulla differenza tra “sede”, “ufficio” e una serie di definizioni similari, l’incredulità di qualcuno nel rendersi conto che si è parlato per circa mezz’ora di questo argomento. Mentre i disabili aspettano e si chiedono perché devono essere sempre loro a pagare.

Così, mentre andava avanti un dibattito lento e vuoto, è stato Giuseppe Santalco a dire basta e a risvegliare l’aula non negando le responsabilità se oggi si è giunti a questo teatrino. “E’ una delibera che dal punto di vista oggettivo è fondamentale, ma quest’aula per una serie di questioni sta commettendo dei gravissimi errori. E’ innegabile che deve essere approfondita, non può avere emendamenti contrastanti tra loro, ma ricordo che 10 mesi fa avevamo dato incarico a Trischitta di mettere insieme tutti gli emendamenti per proporre una delibera votabile, sostenibile e concreta. Sono passati invano tanti mesi e nessuno si è fatto carico di far sedere attorno a un tavolo i proponenti della delibera e quelli degli emendamenti per creare un unico fronte. Ritengo che forse è il momento di fermarci per vedere se sedendoci anche con l’assessore Santisi arriviamo ad una delibera sostenibile. Basta ripicche e primogeniture, non ho gradito le dichiarazioni della Russo alla stampa, una delibera così importante deve essere condivisa da tutti i capigruppo” ha dichiarato Santalco rivolgendosi all’aula intera e chiedendo un nuovo stop per evitare che una delibera che davvero guarda solo al bene della città possa uscir fuori con le ossa rotte solo perché in aula gli scontri politici a volte soppiantano qualsiasi altra cosa. A proporre un rinvio, votato e approvato poi da 13 consiglieri su 24 presenti, è stato però Pippo Trischitta che ha chiesto la possibilità di riaggionare a quando in aula ci sarà anche l’assessore Santisi, visto che in origine anche la giunta aveva deciso di far sua la proposta di delibera e visto che qualcuno, Franco Mondello in testa, vuole chiarezza su come si intende andare avanti in generale nei servizi sociali.

Alla fine quindi tutto rinviato. Tra malumori e musi lunghi, dichiarazioni di buoni propositi e comportamenti che li smentiscono.

Se però sul regolamento l’aula si è incartata, è riuscito ad avere un voto favorevole all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal consigliere Gino Sturniolo che ha portato tra gli scranni di Palazzo Zanca un tema di risonanza mondiale: il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Si tratta di un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America, entro dicembre 2015 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’allora presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dopo più di dieci anni di preparazione, dovrebbero chiudere i negoziati sul TTIP. L’obiettivo proposto è quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in una vasta gamma di settori le barriere non tariffarie, ossia le differenze in regolamenti tecnici, norme e procedure di omologazione, standard applicati ai prodotti, regole sanitarie e fitosanitarie. Ciò renderebbe possibile la libera circolazione delle merci, faciliterebbe il flusso degli investimenti e l'accesso ai rispettivi mercati dei servizi e degli appalti pubblici. L’ordine del giorno di Gino Sturniolo si erge contro questo accordo internazionale che ovviamente riguarda anche l’Italia in quanto paese dell’Unione Europea.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. SE AVESSERO SEGUITO L’ESEMPIO di ACCORINTI.L’indennità ambita dai prossimi candidati sindaco è di €7.282,74 al lordo,RENATO vi ha rinunciato per amore civile verso i messinesi,mantenendo lo stipendio di insegnante,ipotizzo intorno ai €2 800 lordi,quindi 2,6 volte meno.L’indennità di assessore e di Emilia BARRILE è €4.733,78 mentre i consiglieri comunali max €2.184,42,consiglieri di circoscrizione poco più di €1.100.Nel 2014 la spesa corrente per indennità è stata di €3.463.310,se tutti avessero avuto la sensibilità di ACCORINTI avremmo potuto destinare ai più deboli dei messinesi €2.131.267.Nel 2015,ad oggi,la spesa indennità è di €1.761.227,dividendo per 2,6,la somma per i disabili €1.083.832.DEMAGOGIA?NO. RENATO lo ha fatto con il sorriso

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  2. SE AVESSERO SEGUITO L’ESEMPIO di ACCORINTI.L’indennità ambita dai prossimi candidati sindaco è di €7.282,74 al lordo,RENATO vi ha rinunciato per amore civile verso i messinesi,mantenendo lo stipendio di insegnante,ipotizzo intorno ai €2 800 lordi,quindi 2,6 volte meno.L’indennità di assessore e di Emilia BARRILE è €4.733,78 mentre i consiglieri comunali max €2.184,42,consiglieri di circoscrizione poco più di €1.100.Nel 2014 la spesa corrente per indennità è stata di €3.463.310,se tutti avessero avuto la sensibilità di ACCORINTI avremmo potuto destinare ai più deboli dei messinesi €2.131.267.Nel 2015,ad oggi,la spesa indennità è di €1.761.227,dividendo per 2,6,la somma per i disabili €1.083.832.DEMAGOGIA?NO. RENATO lo ha fatto con il sorriso

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  3. Non fate molto affidamento sui politici messinesi, la sensibilità di Renato ACCORINTI è rarissima, possono competere solo gli esponenti del MOVIMENTO 5 STELLE, nessuno si ridurrà di un centesimo la propria indennità, perché come afferma il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, MOLTI FANNO POLITICA PERCHE’ SONO SENZA ARTE NE’ PARTE.

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  4. Non fate molto affidamento sui politici messinesi, la sensibilità di Renato ACCORINTI è rarissima, possono competere solo gli esponenti del MOVIMENTO 5 STELLE, nessuno si ridurrà di un centesimo la propria indennità, perché come afferma il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, MOLTI FANNO POLITICA PERCHE’ SONO SENZA ARTE NE’ PARTE.

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