Secondo palazzo di giustizia, tracciato il percorso. Salta il dibattito sul pluriennale

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Danila La Torre

Secondo palazzo di giustizia, tracciato il percorso. Salta il dibattito sul pluriennale

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venerdì 08 Febbraio 2013 - 17:26

Il pieno di riequilibrio è stato comunque incardinato con il parere favorevole del Collegio de revisori, che avvertono: "occhio" al disavanzo del 2013 ed agli atti deliberativi che dovranno passare dall'Aula consiliare

Doveva essere il giorno dedicato al dibattito in Aula sul Piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020 e, invece, in Consiglio comunale si è discusso ancora di secondo Palazzo di giustizia. La cui realizzazione, almeno per il momento, non sarà assegnata al Gruppo Gmc, in virtù degli emendamenti votati ieri (vedi correlato) ed allegati alla delibera presentata dal commissario straordinario Luigi Croce, a cui oggi è stato dato via libera. Sulla scorta delle sentenza del Cga, che ha evidenziato numerose illegittimità in merito alla procedura, il Consiglio ( o meglio i pochi consiglieri presenti) ha infatti deciso di non ratificare l’esito della gara risalente al 2009 e di dare mandato al reggente di palazzo Zanca di nominare un nuovo Rup ed una nuova commissione giudicatrice, con il compito di riesaminare le offerte presentate 4 anni fa.

I LAVORI D’AULA. Dopo la lunga seduta di ieri, tutti si erano illusi che oggi si sarebbe proceduti spediti all’approvazione della proposta di delibera firmata dal commissario, ma così non è stato. La discussione non solo è ripresa da dove si era interrotta il giorno prima, cioè dagli emendamenti , ma si è arenata sugli stessi per le obiezioni ed i dubbi “postumi” sollevati dai consiglieri del Pd Paolo Saglimbeni e Paolo David, non tanto sul merito delle modifiche apportate all’atto del commissario attraverso l’approvazione di quegli emendamenti ,ma sulla mancata condivisione da parte degli autori con il resto dei colleghi.

Lo strappo all’interno del Pd, anche Vaccarino e Cucinotta hanno preso le distanze dagli emendamenti approvati, ha rischiato di mandare in frantumi il lavoro svolto in prima persona anche dal coordinatore dei gruppi consiliari del partito democratico, Felice Calabrò, ma alla fine , alle 15,40 del pomeriggio (la seduta era iniziata alle 12), la delibera è stata votata dai 21 consiglieri comunali presenti. Hanno votato favorevolmente in 16: Culletta, Messina, Melazzo, Ruello dell’Udc; Trischitta e Pergolizzi del Fli; Magazzù e Capurro del Pdl; Chiarella; Spicuzza; Capillo, Gennaro, Calabrò, Barrile e Barobe del Pd, il presidente Pippo Previti; e si sono astenuti in 5, di cui 4 del Pd, David, Saglimbeni Vaccarino e Cucinotta; e il vice-presidente Burrascano . Bocciato l’ordine del giorno proposto dal presidente Previti con cui «si impegna il commissario straordinario, nel caso in cui dal riesame delle offerte, nessuna ditta risultasse in regola con i requisiti richiesti, a porre in essere tutte le iniziative di sua competenza affinché si acceleri e concretizzi l’iter procedimentale già avviato per la costruzione del palazzo di giustizia nell’area attigua a Palazzo Piacentini, nonché ad effettuare le opportune revoche».

IL PIANO PLURIENNALE Chiuso il capitolo del palagiustizia satellite, i capigruppo hanno deciso di aggiornare il Consiglio comunale a lunedì mattina, alle 10.30, facendo così slittare il dibattito sul piano pluriennale , che è stato incardinato ma sarà esaminato solo lunedì11 febbraio, ultimo giorno utile per l’approvazione prima di essere trasmesso al Ministero dell’Interno. Di questo rinvio non sono per nulla contenti i dirigenti dell’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore e Giovanni Dio Leo, che avrebbero preferito non ridursi all’ultimo momento e che oggi sono rimasti per tutto il tempo in Aula, aspettando, inutilmente, che si aprisse il capitolo “pluriennale”. Accanto a loro c’erano anche i revisori dei conti, Dario Zaccone, Domenico Maesano e Giancarlo Panzera, che in mattinata avevano depositato agli atti del Consiglio il proprio parere.

IL PARERE DEI REVISORI Parere che, come si legge nella parte conclusiva del loro documento, è «favorevole» .

«La proposta di delibera, corredata del piano pluriennale 2013-2022 – scrivono Zaccone, Maesano e Panzera – rappresenta un documento programmatico coerente nella quantificazione dei valori… Tuttavia – continuano i tre tecnici– occorre rilevare che le procedure di risanamento avviate potranno produrre gli effetti previsti solo attraverso puntuale e concreto perfezionamento nelle fasi via via previste che si dovranno concretizzare anche attraverso l’approvazione dei necessari atti deliberativi di competenza del Consiglio comunale».

Il Collegio evidenzia inoltre che «dal Piano emerge, per l’anno 2013, un disavanzo fra le risorse e gli impieghi di euro 1.093.830,10, che dovrà verosimilmente trovare copertura in sede di redazione del relativo bilancio di previsione. A partire dall’anno 2014, invece, il risultato atteso di bilancio è costantemente positivo, determinando alla fine del periodo considerato , un avanzo stimato complessivo pari a euro 46.075.130,16, che può rappresentare un sufficiente margine di copertura di eventuali discordanze peggiorative che dovessero emergere rispetto alle previsioni.

«Considerato che le misure previste nel Piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020, così come rappresentate, consentono di far fronte agli impegni previsti per l’eliminazione dei fattori di squilibrio rilevati il parere è favorevole».

ALCUNI NUMERI DEL PLURIENNALE Il piano prevede complessivamente risorse da realizzarsi attraverso misure correttive, nell'arco temporale di un decennio, per euro 438.509.611,25, a fronte di impieghi per euro 392.434.481,09 determinando un risultato di bilancio atteso di euro 46.075.130,16. Le risorse previste dal piano prevedono maggiori entrate tributarie quali l'incremento dell'aliquota IMU e l'introduzione della Tares. L'Imu applicata nel 2012 ha determinato maggiori entrate per oltre 5 milioni di euro rispetto alla previsione sottostimata; nel piano è stata prevista una maggiore entrata di 21 milioni 330 mila 040,00 euro, da realizzarsi nei primi 5 anni. La regolamentazione della Tares determinerà una maggiore entrata nel decennio di euro 94.800.000,00, se si considera la totale copertura dei costi del servizio di igiene ambientale, incrementati di circa il 29% a copertura degli altri servizi garantiti dall'Ente. Per i servizi pubblici a domanda individuale è stata prevista una maggiore entrata di euro 35.605.000,00, applicando il tasso di copertura dei servizi nella misura del 36%.

Per la riduzione del costo del personale è stata invece prevista una minore spesa da realizzarsi nel decennio, di 25.584.917,25 euro, a fronte di 732 dipendenti che saranno collocati a riposo per vecchiaia; mentre il turn over verrà assicurato con le economie che si realizzeranno per i collocamenti a riposo per anzianità. Sono stati previsti inoltre minori costi per fitti passivi per euro 1.150.000,00; la riduzione di costi dei servizi del 10 per cento (misure obbligatorie per legge) per euro 58.430.000,00; minori spese per ammortamento mutui che cesseranno nel decennio per euro 12.709.654,00; l'alienazione di immobili, oltre alla dismissione della Caserma dei Vigili del Fuoco, per la quale si è in attesa dell'atto autorizzatorio finale da parte del Ministero dell'Interno, su disposizione del commissario Croce, dovrà essere elaborato un nuovo piano di dismissioni peraltro previsto dalla normativa concernente l'accesso al fondo di rotazione.

L'ultima misura riguarda il contratto di servizio con l'Amam S.p.A., che dovrà versare al Comune un canone annuo di 15 milioni di euro per la concessione in uso delle reti, degli impianti e di altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del servizio idrico integrato. Solo per il 2013 è stato considerato l'importo di 10 milioni di euro, in quanto si ritiene che il contratto possa avere decorrenza dal 1° maggio 2013. Per quanto riguarda invece gli impieghi sono stati previsti un fondo svalutazione crediti a fronte dei residui più vecchi che vengono mantenuti in bilancio di euro 53.453.000,00; minori trasferimenti erariali per euro 68.981.552,00; debiti fuori bilancio per euro 74.854.712,00; debiti fuori bilancio da partecipate per euro 3.467.664,00; debiti fuori bilancio nei confronti della Regione per l'ATO di euro 29.677.553,09; debiti fuori bilancio potenziali: nei confronti dell'Atm sono stati previsti accantonamenti da determinare a seguito della procedura di liquidazione per euro 40.000.000,00; generici accantonamenti, sempre per debiti potenziali, per l'ammontare nel decennio di euro 120.000.000,00. (Danila La Torre)

6 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. Danila LA TORRE da una cifra, tra quelle che sicuramente non fanno dormire sonni tranquilli ai dirigenti COGLITORE e DI LEO, inserita nel piano di equilibrio, ha a che fare con i RESIDUI, cui il nostro Comune è campione del mondo, risulta pari a € 53.453.000. La norma obbliga gli Enti Locali a inserire nel bilancio di previsione il FONDO SVALUTAZIONE CREDITI per un ammontare non inferiore al 25% dei RESIDUI ATTIVI iscritti al Titolo 1, sono le entrate tributarie e al Titolo 3, le entrate extra tributarie, aventi anzianità superiori a cinque anni.
    Operativamente, nella redazione dei bilanci di previsione per l’anno 2012 devono essere considerati i RESIDUI ATTIVI degli anni 2006 e retro, c’è la possibilità che previo parere motivato dell’organo di revisione, possono essere esclusi dalla base di calcolo i RESIDUI ATTIVI per i quali i responsabili dei servizi competenti abbiano analiticamente certificato la perdurante sussistenza delle ragioni del credito e l’elevato tasso di riscuotibilità. La difficoltà a inserire nel bilancio di previsione il FONDO SVALUTAZIONE CREDITI, è legata alla necessità di recuperare nuove risorse oramai in corso d’anno e a ridurre delle spese che avevano trovato spazio nel corso dell’anno, difficoltà sommate alla riduzione dei trasferimenti dello Stato, agli effetti sempre più stringenti del Patto di Stabilità ( come ricordate eravamo a fine esercizio finanziario, ecco il perché del braccio di ferro con gli esperti di Luigi CROCE per la chiusura del Bilancio in pareggio).Ricordo che al 31/12/2011 i RESIDUI ATTIVI furono € 317.542.659, cui antecedenti € 239.908.829, mentre i RESIDUI PASSIVI € 323.045.812, cui antecedenti € 210.961.249. Ma cosa sono i residui attivi e passivi? In pratica, sono i crediti e i debiti che palazzo Zanca, nell’esercizio di competenza non è riuscito ancora a riscuotere o a pagare. La ricognizione dei residui attivi è una operazione molto importante ai fini della preparazione del bilancio previsionale e per il consolidamento del bilancio consuntivo non solo perché costituisce la continuazione dell’attività gestionale del bilancio, in termini di competenza, riferita agli esercizi finanziari chiusi ma soprattutto perché partecipa al risultato di amministrazione nel sistema finanziario degli enti locali.
    Infatti il risultato di amministrazione è la somma algebrica del fondo di cassa(+), dei residui attivi (+) e dei residui passivi (-). Il bilancio di previsione viene formato mettendo come prima posta il risultato di amministrazione precedente da qui l’importanza di un corretto accertamento delle voci che lo compongono anche in relazione al fatto che gli enti locali, come rileva la Corte dei Conti, molto spesso ricorrono al meccanismo dell’accertamento falsato di residui attivi per nascondere i propri deficit di bilancio. Mantenere in bilancio residui troppo vetusti, addirittura inesistenti e che, quindi, non si tramuteranno mai in disponibilità finanziaria, comporta una dilatazione ingiustificata dell’avanzo di amministrazione che se da un lato consente nell’immediato il pareggio di bilancio e di disporre artificialmente di capacità di spesa, dall’altro comporterà inevitabilmente negli anni il dissesto finanziario. Chiarito questo aspetto tecnico, facciamo parlare le cifre, su cui chiedo un chiarimento a chi ha redatto i documenti contabili. Il bilancio di previsione 2012 al Titolo 1 Funzione 01 Intervento 10, è il FONDO SVALUTAZIONE CREDITI, porta la previsione iniziale di € 800.000 a € 29.626.452, mentre il bilancio pluriennale 2012-2014, al Sevizio 0108, relativo ad ALTRI SERVIZI GENERALI, prevede sia per il 2013 e 2014 € 3.653.000. Please, spiegare il sistema di previsione adottato, spero che non sia quello astrologico.

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  2. Salvatore Vernaci 9 Febbraio 2013 09:11

    “NON SI POSSONO FARE PAGARE AGLI UTENTI I COSTI AGGIUNTIVI ALLA TARIFFA DEI CONSUMI DELL’ACQUA, QUALI NEL CASO DI SPECIE LE SPESE PER LE CONDOTTE” (Giudice di Pace di MASCALUCIA – Sentenza 18 dicembre 2013 – Ricorso presentato dalla Federconsumatori Etna Sud),
    Riporta l’articolo: “L’ultima misura riguarda il contratto di servizio con l’Amam S.p.A., che dovrà versare al Comune un canone annuo di 15 milioni di euro per la concessione in uso delle reti, degli impianti. e di altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del servizio idrico integrato”
    L’AMAM NON DEVE VERSARE NESSUNA SOMMA AL COMUNE per la concessione in uso delle reti, degli impianti e di altre dotazioni patrimoniali strumentali. Infatti, con delibera del Consiglio comunale n. 117/C del 14 dicembre 2004 è stata approvata la trasformazione dell’ Azienda Speciale AMAM in AMAM S.p.A.. Nella premessa di detta delibera è scritto. “La trasformazione in S.p.A. dell’Azienda Speciale costituisce un’ipotesi di successione a titolo universale dei beni appartenuti, anche in concessione, all’Azienda; che i beni appartenenti al patrimonio del Comune ed affidati per l’espletamento del servizio all’Azienda Speciale AMAM, ed in transito alla Società, non possono essere distratti dalla predetta destinazione. All’art. 11 del dispositivo della stessa delibera è espressamente sancito: “In forza della trasformazione operata con la presente deliberazione, tutti i beni mobili, immobili (reti, impianti, patrimoni) e mobili registrati…i contratti aventi per oggetto diritti personali di godimento e diritti reali di godimento, .già maturati e/o stipulati dall’Azienda Speciale AMAM restano INALTERATI in capo all’AMAM S.p.A.-…” Restare “inalterati” significa “ a titolo gratuito” e non in affitto. E’ un rapporto bilaterale che si instaura tra COMUNE ed AMAM S.p.A, così pure è puntualizzato all’art. 12 che. “Nell’ipotesi di alienazione di beni destinati all’espletamento del servizio pubblico affidato all’ex Azienda Speciale AMAM e già appartenuti al patrimonio indisponibile del Comune ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 826 c.c.- beni assegnati al capitale di dotazione della stessa Azienda Speciale con deliberazione consiliare n. 517/C del 21.04.1990, è costituito sin d’ora diritto di prelazione all’acquisizione a TITOLO GRATUITO a favore del Comune in ordine all’acquisto degli stessi. Il contratto di servizio da parte del Comune deve essere un contratto sinallagmatico a titolo gratuito per l’AMAM e cioè per l’utenza. Se così non avverrà chiunque può sentirsi autorizzato ad impugnare sia la delibera approvativa del contratto di servizio, sia la delibera di G.M. di approvazione delle tariffe acqua, sia le bollette dell’acqua.. “La tariffa di un bene comune per eccellenza quale l’acqua non può, nell’ordinamento italiano, garantire alcuna remuneratività ai suoi gestori “(parere del Consiglio di Stato n. 213 del 25 gennaio del 2013) e tanto meno al Socio unico che è il Comune. . “Non si possono fare pagare agli utenti i costi aggiuntivi alla tariffa dei consumi dell’acqua, quali nel caso di specie per la manutenzione delle condotte” (Giudice di Pace di MASCALUCIA – Sentenza 18 dicembre 2013 – Ricorso presentato dalla Federconsumatori Etna Sud), quindi, tanto meno la concessione in uso delle reti, degli impianti. e di altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del servizio idrico integrato”

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  3. Le questioni poste da mariedit sono corrette ma forse troppo articolate per i non addetti ai lavori. Più semplicemente il piano di rientro si presenta come uno strumento non tecnico ma -a volere essere buoni- politico. Infatti le cifre analizzate sono, per lo più, di impossibile realizzazione! Lo sanno bene i proponenti e spero lo comprendano fino infondo i consiglieri comunali che si dovranno prendere la responsabilità di decidere cosa fare. Mi fa sorridere l’ipotetico introito annuo dell’Amam (15.000.000,00), l’aumento previsto del costo dell’acqua è illegittimo e vi è da aspettarsi una montagna di ricorsi, così come è improponibile l’incasso di tributi per l’ammontare previsto anche in considerazione dell’inadeguato stato organizzativo degli Uffici tributi. In tutto ciò non comprendo come i revisori possano continuare a sfornare pareri positivi, farebbero meglio a limitarsi ad esporre le loro raccomandazioni e considerato che non si esitano documenti ipotetici dovrebbero dare parere negativo girando la responsabilità a chi di dovere, anzichè condividerla. Ma quì il “sistema” coinvolge tutto e tutti, altro che futuro normale e legalità!
    A mio parere si è voluto offrire un tentativo di salvataggio per non assumersi la responsabilità di dichiarare il dissesto, PUR SAPENDO CHE COSì SI CONDANNA LA CITTà A PAGARE PIU’ DEL DOVUTO. Infatti i vari creditori del Comune continueranno a lucrare interessi e rivalutazione monetaria ed a pretendere il recuprero delle spese sostenute (tra questi creditori il gruppo Franza, l’Astaldi, le banche con i derivati ecc…) mentre la classe politica che ha determinato il dissesto e che fino ad oggi non ha posto alcun rimedio alla situazione di gestione dei servizi in Città, potrà farla franca. Che schifo! Inoltre così facendo si darà l’esempio anche al prossimo Sindaco che la “legalità non paga” e che è più facile fare carte false giorno per giorno che programmare un possibile ritorno alla normalità. Così facendo si condanna Messina a strisciare tra mille difficoltà anche per il futuro se è vero come è vero che senza legalità non cè sviluppo! Infine, si stà facendo la campagna elettorale per le politiche, POSSIBILE MAI CHE NESSUNO DEI CANDIDATI DEL NOSTRO COLLEGIO SENTA LA NECESSITA’ DI PROPORRE NUOVE SOLUZIONI DI LEGGE PER AIUTARE MESSINA E NON SOLO??? Io ritengo che si debba consentire di fruire della Cassa DD.PP. per sanare i buchi non seriamente sanabili in dieci anni e che si debba essere autorizzati a rientrare in 30/anni. Che ne pensate??

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  4. Caro LUIBEN, la responsabilità non è solo politica ma anche del ragioniere coglitore che ha firmato gli atti perchè senza la sua firma non si poteva procedere allo sfascio… evidentemente anche anche lui faceva da spalla all’amministrazione Buzzanca!

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  5. ART.21 COSTITUZIONE. Condivido parola per parola le considerazioni di LUBIEN e l’analisi di VERNACI, so per certo che ci leggono, ma non ci ascoltano, provate a immaginare perchè.

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  6. ART.21 COSTITUZIONE. Dovremo come lettori di TempoStretto complicare il bla, bla, bla,delle promesse elettorali dei candidati a SINDACO di Messina. Propongo alla redazione,di averci a fianco nelle loro interviste,attraverso le nostre domande da oggi fino alla vigilia delle elezioni. Faccio la considerazione e poi la prima domanda. Ci sono numeri,
    chiamati INDICATORI FINANZIARI,ottenuti dividendo valori finanziari(spesa corrente)con quelli fisici(abitanti) oppure dividendo tra di loro valori finanziari. Questi INDICATORI sono una finestra sulla vita di palazzo Zanca,forniscono
    ulteriori informazioni sulla composizione del
    bilancio e permettono di comparare i dati di palazzo Zanca con gli analoghi valori che si riscontrano in altri Comuni. Mi propongo di utilizzare gli INDICATORI per le mie domande ai candidati sindaci. Parliamo del grado di AUTONOMIA FINANZIARIA si un Comune,si ottiene dividendo le entrate tributarie(titolo 1) e quelle extratributarie(titolo 3) per il totale delle entrate correnti(titoli 1+2+3),il numero ottenuto x100,per trasformarlo in %,di più facile comprensione. Analizzo del 2011 quelli di tre comuni,Palermo,Verona,Messina, poi elaboro dal nostro bilancio pluriennale il 2012,2013,2014,cioè quelli che il futuro Sindaco ha la possibiltà di modificare con le sue scelte. ANNO 2011, PALERMO 44,74%, VERONA 88,4%, MESSINA 41,4%, cioè la nostra città ebbe nel 2011 un’autonomia finanziaria minore rispetto alle altre due città, grande è la differenza con la città veneta. La causa principale è l’evasione e l’elusione dei tributi,ma anche l’incidenza insignificante dei nostri servizi pubblici,vedi ATM. Nelle previsioni 2012 la situazione peggiora, l’AUTONOMIA FINANZIARIA scende al 38,8%, mentre nel biennio 2013-2014 sale al 48,6%. Questo balzo in avanti non è dovuto all’aumento delle entrate tributarie o extributarie,salgono di soli € 3.012.799, ma alla consistente diminuzione dei trasferimenti,statali e regionali,di ben € 52.671.451. I nostri DIRIGENTI ammettono la loro incapacità di incidere sull’evasione ed elusione, non hanno fiducia nell’efficacia e produttività dei loro uffici. DOMANDA ai CANDIDATI: avete una proposta dettagliata su come portare quella %, non dico ai valori della virtuosa ed efficiente VERONA, ma a valori intorno al 70%? PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO E INCASSARE DI PIU’.

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