Consultorio: osservatorio di civiltà non erogatore di servizi

Consultorio: osservatorio di civiltà non erogatore di servizi

Emanuela Giorgianni

Consultorio: osservatorio di civiltà non erogatore di servizi

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martedì 04 Febbraio 2020 - 08:04

La realtà dei Consultori Familiari a Messina. Cosa sono, come funzionano in città, di cosa hanno bisogno e come vengono vissuti.

Consultorio, cos’è?

Quando si pensa alla parola consultorio viene subito in mente, dal termine stesso ‘consulto’, un centro d’ascolto, di confronto e conforto, un posto dove trovare un accessibile e immediato aiuto. Ma cosa è nello specifico un consultorio e cosa fa?

Il consultorio familiare è un servizio socio-sanitario territoriale, istituito in Italia con la Legge numero 405 del 29 luglio 1975 (istituzione dei consultori familiari), a cui hanno fatto seguito, dal 1975 al 1979, le leggi regionali attuative, per il servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità.

L’Art. 1 definisce i suoi molteplici compiti, questi sono: l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla genitorialità; la prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso a danno dei minori e delle donne; la tutela della salute della donna e del suo concepimento; la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere o a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso e, quindi, la consulenza riguardo procreazione responsabile, contraccezione, fertilità o l’interruzione volontaria di gravidanza; uno spazio di ascolto per i giovani e gli adolescenti ed, ancora, altri scopi liberamente scelti in base alle necessità specifiche del territorio in cui si trova.

I consultori familiari sono erogati dall’Asl – Azienda Sanitaria Locale. Vi lavorano medici, infermieri, dietologi, psicologi, educatori, sociologi, avvocati ed assistenti sociali; ultimamente è spesso presente anche un mediatore linguistico-culturale che si occupa dei problemi degli immigrati.

Come nasce?

Molto del merito è del movimento delle donne. Sono i movimenti femministi degli anni 70 ad evidenziarne l’esigenza. Pongono l’attenzione pubblica sulla necessità di un punto di incontro, cura e confronto incentrato sulla soggettività femminile. Una grande rivendicazione della loro identità ed emancipazione.

Tante le sentenze ottenute per sollecitare la società di quel periodo sulla questione. Un esempio sono le sentenze della Corte Costituzionale sulla pubblicità dei metodi contraccettivi nel 1971 e, poi, sull’aborto terapeutico nel 1975, il referendum sul divorzio nel 1974 e la prospettiva di quello sull’aborto.

Fondamentale, infatti, l’ottenimento della legge 194/78, un enorme obbiettivo raggiunto per le donne. Legalizzava l’interruzione volontaria di gravidanza, prima d’allora considerata reato da parte del codice penale italiano. L’art. 2 regolamentava la funzione fondamentale dei consultori nell’accompagnamento della donna e l’informazione sui suoi diritti.

Le donne che costituiscono il primo organico consultoriale sono quelle stesse donne che combatterono per ottenerlo, che compresero a pieno il valore da esso assunto per tutte loro. Modernizzarono e innovarono l’intero modello direttivo tradizionale, dando grande risalto al momento dell’accoglienza e dell’ascolto. Un lavoro di gruppo e multidisciplinare garantiva cura e accoglienza continua alla donna, accompagnate da un processo di formazione ed informazione.

Questa innovativa forma di accoglienza correva velocemente, non altrettanto velocemente riuscirono a tenere il passo istituzioni, norme e servizi, soprattutto al Sud. L’ipotesi era quella di creare un consultorio per ogni distretto sanitario di circa 25000 abitanti; alla fine del 1979, invece, a 4 anni dalla legge istitutiva, meno di 650 consultori erano presenti su tutto il territorio nazionale. Adesso sono ancora meno, è sempre più difficile trovare le figure professionali adeguate e, soprattutto, riportare in luce il valore che quei centri assumevano, il loro effettivo significato e senso.

Come rivolgersi ad un consultorio familiare?

Per recarsi ad un consultorio non è necessaria prescrizione medica, basta presentarsi negli orari di visita o prenotare un appuntamento, in maniera totalmente gratuita (se non diversamente precisato), per ottenere assistenza a proposito di problematiche individuali, di coppia o familiari. Il consultorio familiare pubblico o accreditato accoglie tutte le donne, italiane e straniere (anche senza permesso di soggiorno) ed i loro figli minorenni, i giovani e, per alcuni servizi, le coppie. Un assistente sociale li indirizzerà verso la figura di riferimento e il servizio a loro più adeguato; il tutto nell’anonimato, riservatezza e segreto sono imposti dalla legge.

La realtà dei consultori a Messina

La realtà dei consultori a Messina è una realtà complessa che, con difficoltà, si è difesa e vuole rinascere. L’assenza di un piano sanitario nazionale, che indirizzi quelli regionali e li metta a confronto, complica la situazione, alla quale si lega una profonda disinformazione: non più del 20% di donne sono realmente a conoscenza dei servizi prestati dal consultorio. I consultori nascono con un forte e preciso senso politico, adesso è un peccato vederli svuotati di questo e definanziati.

Offrono i loro servizi gratuiti e fondamentali ma troppo spesso non lo si sa neanche. Dovrebbero offrire gratuitamente contraccettivi ma mancano le risorse, la contraccezione in Italia è ancora un lusso. Il personale è competente e professionale ma a volte non sufficiente, causando lunghe file d’attesa. Non manca, però, la voglia di cambiare le cose.

Enzo Sanzarello, direttore e responsabile attività consultoriali, spiega l’impegno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina nell’investire sui consultori. “Sono organizzati sempre meglio e per garantire più personale. Abbiamo 25 consultori pubblici che operano in tutta la provincia e 3 privati che operano in sinergia con quelli pubblici, condividendo gli stessi obiettivi. A Messina sono presenti tutti gli operatori previsti, ginecologo, due ostetriche, psicologo e assistente sociale. A Roccalumera manca un ginecologo, ma due giorni a settimana garantiamo la sua presenza. Viene fornita assistenza continua alle gravidanze fisiologiche e a chi ha più difficoltà ad accedere alle strutture pubbliche. Garantiamo una regolare attività di screening del cervicocarcinoma e cerchiamo di seguire le donne anche con corsi di accompagnamento alla nascita e cura personalizzata”.

“Osservatorio socio-sanitario di civiltà”, così li definisce Luisa Barbaro, Specialista in Ginecologia ostetricia ed Oncologia. Osservatori per cui si lavora con impegno e la cui difesa ha incontrato non pochi ostacoli e merita di essere conosciuta e valorizzata. Il consultorio di Via del Vespro, per esempio, è stato salvato da un momento molto critico, soltanto a partire da una stanza. Grazie al forte impegno del direttore attività consultoriali Enzo Sanzarello, del direttore sanitario Mimmo Sindoni, del gruppo AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali) e del presidente AGITE regionale Salvo Amanti, di Maria Celeste Celi, presidente Cirs e Graziella Lombardo che hanno firmato il tavolo tecnico per la riorganizzazione dei consultori.

“I Consultori Familiari di Messina e provincia hanno segnato le tappe nella storia dell’emancipazione femminile e hanno seguito tutte le fasi di vita della donna dall’adolescenza, con la contraccezione e la sessualità, all’ aborto e, poi, dalla gravidanza alla maturità fino alla menopausa.

Dal Consultorio di S. Lucia sopra Contesse, con l’UDl, in cui sui lottava per l’apertura dei consultori pubblici, ad oggi, con questo tavolo in cui si lotta per rimodularli e riqualificarli, sono passati più di 40 anni e siamo tornati indietro anziché fortificarli e proteggerli!” così spiega Luisa Barbaro nel Tavolo permanente per la difesa dei diritti della donna.

“Il Consultorio Familiare è un presidio di emancipazione femminile: dall’accoglienza dopo separazione, divorzio, violenza, malattia, all’offerta attiva per la Prevenzione e lo Screening in tutti i campi.

Oggi si assiste ad una retrocessione di queste strutture pubbliche: perché? Non è questo che aveva previsto il Piano Sanitario Regionale per i Consultori nell’ottica di un corretto progetto di prevenzione? Non è di questo che ha bisogno una società civile in difesa dei diritti delle donne?

Oggi è necessario imporre all’attenzione pubblica ed al mondo sanitario l’importanza dei Consultori Familiari come strutture uniche che operano in un contesto di multidisciplinarietà. La precarietà delle istituzioni consultoriali rende molto problematica la costituzione di un patrimonio consolidato e di un radicamento nel tessuto sociale. Molti di noi, dalla nascita dei Consultori, hanno speso le loro migliori energie, per oltre 40 anni di servizio, ed i loro anni più produttivi per progettare attività di notevole livello e, non infrequentemente, hanno espresso momenti di esemplare genialità. Oggi chiediamo che le Istituzioni sanitarie, spesso sorde verso i Consultori Familiari, prestino attenzione, in maniera diversa, con seri investimenti a tali servizi di frontiera con una prospettiva di riqualificazione e riorganizzazione in difesa dei diritti della donna, della coppia e della famiglia” e così continua, appellandosi alla necessità di intervento da parte delle Istituzioni.

“Non una di meno- Messina”, con il suo lavoro sempre presente sul territorio messinese, è entrato direttamente a contatto con tale realtà e la percezione che abbiamo di essa. Ce ne parla Domiziana Giorgianni:“Va eliminata l’idea dei consultori come semplici erogatori di servizi, per risignificarli a livello regionale, farli tornare ad essere uno spazio importantissimo, anche come semplice luogo di ascolto. Va diffusa la conoscenza di essi già nelle scuole, della loro realtà, dei diritti delle donne e della sessualità per far sì che, per esempio, nomi come pillola anticoncezionale o il preservativo femminile smettano di essere entità astratte. E, prima di tutto, vanno resi un punto di sostegno per tutte le donne e le loro necessità, diverse per cultura, età, vissuto; un punto d’accesso per tutte le soggettività”.

Sottile anche la tematica degli obiettori di coscienza. Vi sono davvero da noi non obiettori? “È difficile trovare un non obiettore di coscienza, un po’ perché è forte il dissenso, un po’ perché se tutti sono contrari, l’unico medico non obiettore è poi costretto a fare solo questo e non è facile né piacevole da nessun punto di vista. Ma decidere sul corpo degli altri non è libertà d’espressione, ci appelliamo al servizio minimo garantito, se sono tutti obiettori viene a mancare un servizio obbligatorio e previsto dalla legge” dichiara Domiziana.

La legge 194/78 è una legge validissima e ben scritta, un grande successo; raramente, però, applicata. Viene, qui da noi, concessa l’interruzione volontaria di gravidanza, ma con un mese di attesa quando l’esigenza è, chiaramente, immediata. Un mese di attesa comporta sofferenza psicologica ingente. “O la tremenda settimana di ripensamento, che non costituisce tanto una possibilità data ad una donna quanto un’ulteriore sofferenza. Se prendi la tragica decisione di abortire è perché a riguardo hai già pensato e ripensato abbastanza” precisa.

Contro il disinteresse da parte delle Istituzioni, il quale rappresenta una vera e propria forma di discriminazione, il piano di “Non una di meno-Messina” vuole un potenziamento e rifinanziamento della rete nazionale dei consultori, maggiori possibilità di formazione e prevenzione, una ri-politicizzazione e l’apertura di consultorie femministe e transfemministe, luogo di autodeterminazione e riappropriazione di sé, “intese come spazi di sperimentazione, auto inchiesta, mutualismo e ridefinizione del welfare”.
Per questo stanno lavorando ad un percorso regionale attivo e preciso per contrastare la destrutturazione dei consultori.

Soffia un forte vento di cambiamento.

Testimonianze

Ho raccolto diverse testimonianze, che restano anonime nel rispetto della privacy, per riportare esperienze concrete della realtà dei consultori.

Una giovane coppia racconta: “presentatosi il rischio di una gravidanza in seguito ad un rapporto non protetto, ci siamo recati in consultorio per richiedere una pillola anticoncezionale. Non l’abbiamo ottenuta perché non ne erano forniti”.

Una donna adulta testimonia, invece, di alternare abitudinariamente le visite dal ginecologo a quelle al consultorio, trovandosi soddisfatta.

Due ragazze ci riferiscono la loro prima visita, effettuata dopo aver ricevuto a 25 anni la lettera di sensibilizzazione dell’ASL che ricorda l’importanza del Pap Test e la possibilità di effettuarlo presso un consultorio. Due esperienze discordanti. “Pensavo che l’attenzione rivolta alla mia persona fosse più superficiale, ho ricevuto invece un’assistenza precisa e professionale, a tal punto che terminato il Pap Test ho deciso di continuare ad essere seguita per svolgere ulteriori controlli; tra questi anche l’incontro con una psicologa con cui mi sono trovata bene. Ho trovato sempre disponibilità e flessibilità sugli orari d’appuntamento” racconta la prima. Da lei si discosta, però, la seconda: “ho eseguito gli esami senza problemi, ma richiedere altri controlli è stato più difficile. Lunghissime file e attenzione più superficiale alla mia persona”.

Un’altra ragazza ci parla, poi, del suo essersi affidata al consultorio in seguito ad un rapporto occasionale per cui era forte la paura di essere rimasta incinta: “sono andata al consultorio insieme alla mia migliore amica. Per prima cosa ho avuto un confronto con una psicologa, mi ha chiesto cosa fosse successo, come mi sentissi e quali intenzioni avessi. Fortunatamente dall’ecografia è risultato essere un semplice ritardo ma mi ha fatto stare bene non sentirmi condannata per la mia paura”.

Una rivoluzione copernicana:

Differenti le esperienze e svariati i punti di vista. Una realtà che sta facendo tanto ma tanto ha ancora da fare. Con l’auspicio di una rivoluzione copernicana che ponga al centro il senso vero del consultorio, il suo valore sanitario, sociale e civile per riqualificarlo e ri-politicizzarlo. Un consultorio che possa tornare ad essere centro della polis, per crescere e migliorare in ciò che manca e diffondere il suo ruolo e la sua funzione, da noi spesso poco riconosciuti, ma fondamentali. Una realtà che possa raggiungere tutti e a portata di donna, qualsiasi donna.

Consultori presenti a Messina:

Alcuni dei consultori presenti sul territorio e i loro orari (variabili):

Consultorio Villa Lina, Viale Giostra, dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 13,00, il lunedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15,00 alle 18,00.

Consultorio Via Del Vespro, Via del Vespro, 14, dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 12,30, il lunedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15,00 alle 17,30.

Consultorio di Pistunina, S.S. 114 Km 5400 – Pistunina, dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 12,30, il lunedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15,00 alle 16,30.

Consultorio AIED, Via III° Palazzo, 5, dal lunedì al venerdì dalle 09,00 alle 13,00, e tutti i pomeriggi dalle 15,30 alle 19,30.

Consultorio Margherita, Via Diciannovesimo Fanteria, dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 12,30, il lunedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15,00 alle 17,00.

Anche a Saponara, Roccalumera, Taormina, Milazzo, Lipari, Barcellona, Patti, Mistretta, Sant’Agata di Militello.

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