Turismo culturale, accoglienza, identità: le proposte dell'associazione Sagittario

Turismo culturale, accoglienza, identità: le proposte dell’associazione Sagittario

Turismo culturale, accoglienza, identità: le proposte dell’associazione Sagittario

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mercoledì 27 Maggio 2015 - 06:11

Messina e la cultura dell'accoglienza, questo il tema di un incontro che si è tenuto al Sant'Elia organizzato dall'associazione Sagittario, alla presenza di esperti e associazioni di categoria.

Un pacchetto di proposte per cambiare la cultura dell’accoglienza “dal basso”. E’ quanto emerso dal convegno promosso dall’associazione Sagittario e che si è tenuto all’hotel Sant’Elia alla presenza di operatori del settore e associazioni di categoria.

L’obiettivo, raggiunto anche agli interventi di relatori come Francesco La Fauci, esperto regionale di problematiche di gestione e Filippo Grasso, esperto dell’amministrazione comunale, è portare all’attenzione dell’Ars, che ha patrocinato l’iniziativa, una proposta per un nuovo modello di accoglienza che guardi alla diversificazione dell’offerta.

“Prima di parlare di turismo dobbiamo saper conoscere e riscoprire la nostra identità- ha detto Helga Corrao, responsabile settore turismo dell’associazione Sagittario- Attualmente i nostri figli, gli studenti, non conoscono la storia, le bellezze, il patrimonio artistico della città. Dobbiamo iniziare da qui, dalle scuole, creando percorsi destinati agli studenti ed iniziative in sinergia con le altre istituzioni”.

Vi sono realtà che hanno già portato avanti progetti nei quali ad esempio gli studenti fanno da “ciceroni” nella propria città a giovani provenienti da altri Comuni.

“Agli occhi dei messinesi la nostra è la peggiore città. Invece vista con gli occhi dei turisti è bellissima-ha spiegato Roberto Cerreti, coordinatore del Movimento Liberi Insieme- Dobbiamo avviare percorsi interistituzionali che restituiscano valore alle nostre bellezze. Serve l’alfabetizzazione degli amministratori e dei politici, se non cambiano loro registro sarà impossibile cambiare questa realtà nella quale per tutti i turisti manca persino l’accessibilità ai nostri tesori e per i disabili è addirittura impossibile. Ci hanno scippato la Fiera, ci stanno togliendo la Camera di Commercio, dobbiamo imparare a lavorare insieme”.

Il tema del coordinamento e delle sinergie è stato affrontato da Francesco La Fauci, esperto regionale di problematiche di gestione: “Manca un piano industriale complessivo. Non può esserci turismo se non rinasce l’edilizia, il commercio. Un progetto deve partire tenendo conto delle risorse, dei soggetti che conoscono la situazione economica. Ci sono due modi per guardare Messina, o da dentro, ed è il modo che vede tutti lamentarsi della condizione nella quale è caduta, oppure dall’alto ed allora scopriamo che è bellissima e possiamo cambiarla. Chissà quanti di noi ogni volta che sono usciti dalla galleria del Telegrafo in autostrada hanno rallentato incantati dalla bellezza del paesaggio dall’alto. Non dobbiamo dare sempre e solo le responsabilità a chi amministra, ognuno deve saper dare il suo contributo”.

Ed è proprio il riuscire a guardare la città con gli occhi “diversi” non quelli del messinese che si lamenta, ma del turista, il suggerimento che l’avvocato Valentino Gullino, legale dell’associazione consumatori anti-usura, ha avanzato: “pensiamo ai mille modi di far turismo che ci sono e non limitiamoci al crocerista”.

Chi ha fatto un’analisi dettagliata dei limiti di una strategia basata solo sul turismo da crociera è stato Alfonso Cerreti, hotel manager: “L’accoglienza è percezione e oggi non c’è nulla a Messina che crei nel turista il bisogno di visitarla. Bisogna costruire il prodotto con un piano di marketing territoriale. Mancano i servizi a terra, nessuno promuove la città una volta sbarcati, nessuno ha mai provato un’operazione con i vertici delle società crocieristiche e dei tour operator”.

A presentare proposte che puntano alla diversificazione dell’offerta è stato l’esperto dell’amministrazione Filippo Grasso: “Ci sono tre punti fondamentali: il turismo culturale, il coordinamento ed una comunicazione efficace. Spesso l’assessorato al turismo non è in grado di dare risposte perché non c’è coordinamento con chi cura la pulizia delle strade o la mobilità. Stiamo puntando al turismo culturale, ai progetti con le scuole, stiamo lavorando agli alberghi diffusi, tra non molto sarà pronto il punto informativo e contiamo di arrivare alla creazione di un polo museale. Quel che non deve mancare inoltre è la formazione degli operatori”.

Gli ostacoli causati da una normativa a volte cervellotica sono stati sottolineati dall’avvocato Andrea Caristi, legale di Federalberghi Messina, che ha ricordato come spesso le opportunità non vengono adeguatamente colte, come nel caso dei distretti turistici: “molti di questi si basano sulla territorialità mentre invece si potrebbe puntare su distretti tematici. Serve una cabina di regia perché spesso anche quando si redige un ottimo piano industriale poi si incontrano difficoltà quando ci deve confrontare con istituzionali che non parlano tra di loro o ci si trova di fronte una pluralità di interlocutori”.

A dare la disponibilità per qualsiasi tipo di apporto della Confcommercio è stato il presidente Carmelo Picciotto: “In altre realtà la Camera di commercio viene vista come un’opportunità, qui pensano a cancellarla. A Barcellona di Spagna grazie ad un accordo tra privati, università e camera di commercio sono passati in 10 anni da 6 milioni di pernotti a 60 milioni. Qui non si capisce che senza commercio non si può fare turismo. La rete esiste e siamo noi”.

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