Coronavirus Messina, l'angoscia dei parenti di anziani e operatori della casa di riposo: "Aiutateci"

Coronavirus Messina, l’angoscia dei parenti di anziani e operatori della casa di riposo: “Aiutateci”

Rosaria Brancato

Coronavirus Messina, l’angoscia dei parenti di anziani e operatori della casa di riposo: “Aiutateci”

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domenica 22 Marzo 2020 - 15:40

ultimora- "Abbiamo il diritto di sapere come stanno i nostri cari e dove sono" è il grido di dolore. "Mia madre dorme su una sedia, non riesco neanche a portarle i ricambi"

C’è chi ha la madre, o il padre, tra i 71 anziani ospiti della Casa di riposo e non sa come sta, se è tra i 20 risultati positivi (o tra i 4 dei 15 che sono stati trasferiti al Policlinico). Vive momenti di angoscia. C’è chi ha la madre, o il padre, o il marito, la moglie, tra i 16 operatori che lavorano nella Casa di riposo e che sono in isolamento da giovedì, in attesa di notizie (e tamponi) che non arrivano.

L’angoscia di tutti i familiari

Sono tutti familiari uniti dalla stessa angoscia, quella di una “nube” scura sopra il loro capo ma che li vede impotenti. Vorrebbero fare tutto per i propri cari, ma non possono. Ma quel che è peggio è l’assenza d’informazioni. Tempostretto ha ricevuto numerose segnalazioni di familiari e pubblichiamo alcuni dei loro appelli.

Ore terribili nella casa di riposo

Nella casa di riposo “Come d’incanto”, in via I Settembre l’incubo è iniziato lunedì, al sorgere dei primi sintomi nella loro paziente. Purtroppo si è arrivati al fine settimana per avere i tamponi ed i primi trasferimenti. Gli anziani sono 71, gli operatori 16. Non si sa ancora quanti siano i totali contagiati. I tamponi effettuati finora sono stati 24. Di questi sono risultati positivi 20, che vanno ad aggiungersi alla novantenne che per prima è stata ricoverata al Policlinico. In giornata si dovrebbe avere l’esito degli altri tamponi. Per chi resta, ospite della Casa oppure operatore, queste sono ore terribili. E lo sono anche per le famiglie.

“Mia madre non è un numero”

Scrive Rosa Scimone: “Mia madre non è un numero. Mia madre non è un dato statistico. Mia madre fa parte di quel totale di anziani, 71, ospiti della casa di riposo ‘Come d’incanto’, di via Primo Settembre a Messina, da ieri divenuta focolaio del coronavirus. Ebbe, da ieri, non so se mia madre è tra i contagiati. Nessuna informazione ai familiari dei 71 anziani ( che per logica sono più di 71). Sono figli, come me, sono nipoti, sono mariti o mogli che hanno dovuto allontanare da casa il partner di una vita perché stava male, perchè non potevano, anche loro anziani, gestire la malattia del coniuge. E li hanno messi al sicuro, in una struttura protetta e capace di assisterli. E lo dico ancora oggi alla luce di quanto accaduto, perché nulla da eccepire sul trattamento riservato agli ospiti dal personale della ‘Come d’Incanto’.

Abbiamo il diritto di sapere

Ma ho parecchio da eccepire, anzi da urlare, contro l’inumana indifferenza riservata ai familiari. Ho appreso, soltanto, dalla stampa cittadina che sono adesso 15 (sino ad ora) gli anziani contagiati dal virus. E io, tanti altri come me, non sappiamo se tra questi c’è anche il nostro congiunto. Abbiamo il diritto di sapere. Se i nomi non possono essere sbandierati alla città, i familiari DEVONO essere informati. Mi rivolgo a Lei, Sindaco De Luca, attento ad applicare le giuste misure restrittive, ma lo sia anche nel considerare l’angoscia che stiamo vivendo noi figli, nipoti, coniugi dei 71 anziani. Non so se mia madre si trova ancora all’interno della struttura o se, da contagiata, è stata trasferita al c entro Covid-19 istituito al Policlinico o al Papardo. Non so nulla. Chiedo, ma mi viene risposto che non conoscono i nominativi dei contagiati. E’ inumano, è terribile, alzare una barricata persino nella dovuta trasmissione delle informazioni relative ai nostri cari. Ripeto: mia madre non è un numero, non è un dato statistico. Nessuno lo è”.

I 16 operatori sono rimasti

Accanto agli anziani ci sono anche gli straordinari operatori della Casa di riposo, che con grandissimo coraggio e dedizione al loro lavoro sono rimasti lì e stanno continuando a prendersi cura degli ospiti della struttura. Anche loro NON SANNO CHI E’ POSITIVO E CHI NO, e non sanno neanche se loro stessi sono stati contagiati. E mentre loro soffrono dentro la struttura, ci sono i loro familiari all’esterno, che si sentono impotenti ma soprattutto abbandonati.

“Non sanno se sono positivi”

Abbiamo raccolto l’appello della figlia di un’operatrice che ci racconta dei timori dei lavoratori ma soprattutto dell’assenza di informazioni. Da giovedì hanno ricevuto solo oggi le tute e tutto il necessario. Hanno paura, non gli viene detto nulla e l’unica cosa che possono fare è chiamare il 118 quando di notte un anziano si aggrava. L’operatrice ha bisogno dei doverosi ricambi di abiti (dopo 3 giorni in una struttura d’assistenza…), ma chi viveva con lei non può portarglieli perché in isolamento e tutti i numeri chiamati non hanno accolto il disperato appello.

“Dorme su una sedia, ha paura”

Dei 5 numeri che mi hanno dato in 4 mi rispondeva la segreteria telefonica, e all’ultimo numero mi ha risposto una persona dicendomi: sono l’unica che lavora la domenica….Mia madre è spaventata, stanno continuando a prendersi cura degli anziani ma non sanno nulla, non sappiamo nulla. Mia madre dovrebbe riposare durante la notte con un apparecchio per l’apnea e le ho chiesto se lo voleva messo tra le altre cose. Lei mi ha risposto di non toccare nulla, teme di essersi contagiata ed avere contagiato i vestiti. Nessuno vuole portarle i cambi è assurdo. Loro aiutano gli altri e a loro non viene portato neanche un cambio….E’ rimasta lì da giorni, chiude gli occhi seduta su una sedia. Aiutateci”

Vogliamo sapere e aiutare

Chiedono solo di poter avere informazioni CERTE sui loro parenti. Sapere se sono contagiati, come stanno. Fare qualcosa di concreto per aiutarli ed alleviare le inevitabili angosce e sofferenze.

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Un commento

  1. Purtroppo è successo. A Messina non siamo preparati. Tutti gli slogan, dirette facebook, informazioni, che valore hanno se non ci si prepara. Ora la colpa di chi è? del governo centrale, della regione, del Sindaco. Tutti vogliono il bene dei cittadini e nessuno fa una emerita beata. Poi sono solo quelli in prima linea che non sono dietro la telecamera a rischiare e rimboccarsi le maniche. Sindaco questo è il risultato

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