Coronavirus. "Siamo figli di condannati a morte. Gli anziani della casa di riposo si stan lasciando andare"

Coronavirus. “Siamo figli di condannati a morte. Gli anziani della casa di riposo si stan lasciando andare”

Rosaria Brancato

Coronavirus. “Siamo figli di condannati a morte. Gli anziani della casa di riposo si stan lasciando andare”

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venerdì 03 Aprile 2020 - 17:21

"Sono condannati a morte ma non per il virus. Hanno lasciato la casa di riposo senza febbre, senza tosse. Ora sono soli, senza amore. E non riusciamo ad aiutarli" Lo strazio dei figli e delle figlie

Sono dei condannati a morte, ma non per il virus, perché si lasceranno andare. Noi siamo i figli di condannati a morte. E non possiamo fare niente, portarli a casa, dargli conforto. Sono stati portati via dalla casa di riposo che stavano bene, alcuni erano asintomatici. Positivi ma asintomatici, senza febbre, senza tosse. Parlavano. Ora sono soli, in un ambiente freddo, che li cura esclusivamente come Covid. Sono arrivati in ospedale che mangiavano soli, respiravano autonomamente, parlavano. Ora sono soli, senza una carezza, senza notizie dei loro figli, nipoti. Si lasceranno andare. Sappiamo che è la normativa, ma non possiamo assistere in silenzio a questa lenta agonia”.

Dagli abbracci al letto d’ospedale

E’ lo sfogo dei parenti di alcuni degli anziani della Casa di riposo Come d’incanto, trasferiti nei vari presidi Covid dopo essere risultati positivi al tampone. Non tutti avevano patologie pregresse gravi, non tutti avevano sintomi. Tutti invece in quella casa di riposo, ricevevano quel genere di cura e di assistenza che è molto diversa da quella in corsia. C’erano anziani che soffrono di demenza senile, alzheimer, e che oltre alla presenza degli operatori avevano la certezza di figli e nipoti che andavano a trovarli, per un abbraccio, una chiacchierata, lo stare insieme.

“Si sta lasciando andare, aiutateci”

Adesso è tutto cambiato. Adesso sappiamo che morirà, noi la vorremmo portare a casa, garantire tutto l’isolamento possibile e le cure possibili. Ma non aveva sintomi quando è stata portata in ospedale. Ora, in pochi giorni, si sta lasciando andare. Eppure gli organi funzionano bene. Il virus a tutt’oggi non è stato aggressivo. L’assistenza medica si occupa ovviamente della situazione clinica legata al coronavirus, quindi il resto del personale entra solo lo stretto indispensabile. Non è soddisfatto il loro bisogno d’amore ”.

La solitudine e il silenzio

Manca loro una carezza, la voce di chi hanno amato e di chi li ama. Certo, i parenti riescono a stare in contatto col numero della struttura Covid che li aggiorna sui parametri. Ma la vita di un anziano, di un’anziana è molto di più. Quando li hanno portati via dalla casa di riposo con le ambulanze, per quella che potrebbe essere la loro ultima destinazione, i figli e le figlie hanno preparato pigiami, oggetti cari, piccoli ricordi e gesti che parlano d’amore. Purtroppo queste cose non sono mai arrivate nel posto letto del Covid. Purtroppo non sentiranno la voce dei nipoti, della figlia, del figlio, del genero, che magari fino a due giorni prima li ha sostenuti per sopportare il peso dell’età che va avanti.

“Aiutateci ad aiutarli. Li amiamo”

E’ un dolore insopportabile per noi sapere che non siamo con loro e li stiamo condannando a morte. Chiediamo aiuto. Abbiamo chiesto se un nostro operatore sanitario che già li assisteva nella casa di riposo, potesse andare lì, almeno una volta al giorno. Ma ci è stato detto che non è possibile. Si stanno spegnendo poco a poco e non sarà il virus. Moriranno e la cartella clinica dirà che è stato il coronavirus. Ma se solo potessimo fare qualcosa, qualsiasi cosa. Quando le sue condizioni si erano aggravate negli anni scorsi, dopo una lunga degenza in ospedale, l’abbiamo portata a casa ed era rifiorita con noi. La legge non dovrebbe impedire ai familiari di fare qualcosa per salvarli o dare loro sollievo. Sono smarriti, soli, si stanno spegnendo. Viviamo di ricordi in queste ore e il nostro cuore è lacerato al pensiero di cosa sta accadendo.”

La sofferenza di questa condanna a morte è il dolore più straziante, non essere lì consapevoli che stanno vivendo la paura, lo smarrimento. I genitori sono coloro che ci hanno accompagnato sin dal nostro primo vagito e adesso sono lì, soli, senza una mano conosciuta che stringa la loro.

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2 commenti

  1. Fermo restando il dolore al quale mi associo con tanta tristezza. Ma perché nessuno dei parenti fa riferimento alla personcina che ha determinato tutto questo. Tutta Messina ne parla tutti sanno tutto ma i parenti non si pongono questa tremenda domanda (forse sanno chi è stato ma si svia la questione con riflessioni, per carità plausibili e primarie ma la “riflessione secondaria” è molto importante. Dai parenti un po’ di “freddezza” ed accendiamo i riflettori sul “parente zero”, perché se un fatto è certo e che il virus e’ entrato nella casa di riposo per colpa di un “incompetente……”.

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  2. Fotteteve della legge e portateveli a casa

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