Con l'arrivo della luna piena vanno a rafforzarsi le correnti nello Stretto

Con l’arrivo della luna piena vanno a rafforzarsi le correnti nello Stretto

Daniele Ingemi

Con l’arrivo della luna piena vanno a rafforzarsi le correnti nello Stretto

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domenica 27 Maggio 2018 - 04:18

Nei prossimi giorni, con il ritorno della luna piena, si assisterà ad una notevole intensificazione delle correnti lungo tutta l'area dello Stretto di Messina

A partire dai prossimi giorni, con l’arrivo della luna piena, lo Stretto di Messina diverrà sede di fortissime correnti, che in alcuni tratti, fra Capo Peloro e l’imboccatura del Porto, potranno raggiungere velocità davvero ragguardevoli, che possono creare difficoltà notevoli per la balneazione. Questi potentissimi flussi d’acqua, caratteristici dello Stretto di Messina, ed unici al mondo, vengono innescati da un perenne dislivello, di circa 27-28 cm, tra le acque dello Ionio e quelle del Tirreno, che diminuisce man mano che ci si avvicina al punto di contatto dei due bacini, ove naturalmente si annulla. Quando le acque del mar Tirreno, a nord di Capo Peloro, sono in fase di alta marea, quelle ioniche, a sud di Capo Ali, sono in fase di bassa marea. Lungo lo Stretto, così, si viene ad attivare un intenso “gradiente di marea” (differenza di marea) che tende ad essere colmato gradualmente, in media ogni 6 ore, con l’innesco di impetuose correnti di marea che possono raggiungere velocità davvero ragguardevoli in determinate occasioni. Quando l’alta marea è in atto sul basso Tirreno le acque tirreniche si riversano in direzione dello Ionio colmando tale dislivello. La corrente che si origina, in direzione nord-sud (da Messina a Catania), prenderà il nome di “Scendente”. Il flusso della “Scendente” ribalta la situazione, innalzando la superficie del bacino ionico che, raggiunto un determinato livello, tende a riversarsi nuovamente nel Tirreno attraverso la linea di Ganzirri e Punta Pezzo.

In tal modo si inverte il processo e si viene a sviluppare una corrente contraria, definita “Montante”, che risalirà l’area dello Stretto di Messina da sud a nord fino all’imboccatura nord di Capo Peloro, facendo straripare le acque ioniche sopra quelle tirreniche. Come è noto entrambi i flussi si manifestano gradualmente, non contemporaneamente in ogni punto, partendo dalle acque antistanti Capo Peloro ed estendendosi successivamente alle altre aree dello Stretto, fino alla sua imboccatura più meridionale, lungo la costa ionica messinese, nel tratto che va fino a Capo Taormina. Tali correnti sono attive lungo tutto lo strato d’acqua, dal fondo fino alla superficie. Proprio nel fondo, a causa della peculiare morfologia del fondale, molto profondo e stretto, questi fortissimi flussi d’acqua, “canalizzandosi” all’interno del “Canyon di Messina”, tendono ad acquistare ulteriore forza, originando vere e proprie “tempeste abissali” che sono capaci di strappare dal fondale le alghe e le varie formazioni vegetali (si pensi alle foreste di poseidonia che vengono letteralmente falciate dalle correnti). Pertanto nei prossimi giorni si sconsigliano le nuotate verso il largo. Specie nei punti più esposti, come quello di Capo Peloro, la zona di Grotte e i litorali che costeggiano la città fino all’area di Capo Scaletta e Capo Alì.

Daniele Ingemi

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