Corruzione in sanità, nomi e particolari

Corruzione in sanità, nomi e particolari

Alessandra Serio

Corruzione in sanità, nomi e particolari

sabato 14 Giugno 2025 - 08:25

Regione revoca incarico a Ninni Sciacchitano. Il ruolo di Giovanni Cino, originario di Patti. Rispuntano i Cuffaro

Palermo – C’è il commercialista  Antonino Maria “Ninni” Sciacchitano al centro dell’ultima inchiesta sulla sanità siciliana, sfociata ieri nelle misure cautelari chieste ed ottenute dalla Procura di Palermo. Gli inquirenti ipotizzano un vero e proprio comitato d’affari per pilotare gare nelle Asp siciliane e mettono sotto la lente almeno cinque gare. Nel suo studio la Guardia di Finanza durante una perquisizione hanno trovato e sequestrato 44 mila euro in contanti e altri 3 mila euro che aveva addosso. Il consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, presidente di valutazione dei manager della sanità pubblica, ha ora i domiciliari e l’interdittiva per un anno. Gli inquirenti parlano di “corruzione sistemica” in sanità. Dopo l’inchiesta la Regione gli ha revocato l’incarico ed ha annunciato la costituzione di parte civile nel procedimento.

Tutti i nomi

Gli altri indagati: Aldo Albano, provveditore dell’azienda sanitaria Villa Sofia-Cervello, che ha l’obbligo di firma per sei mesi; Pietro Genovese, ex direttore amministrativo dell’Asp di Caltanissetta e direttore della Unità economico-finanziaria dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, che ha l’obbligo di presentazione per un anno, attuale dirigente finanziario dell’Asp di Catania.

Poi gli imprenditori Umberto Maggio (Tricarico, obbligo di presentazione e interdittiva per un anno), Giuseppe Rifici (Catania, obbligo di presentazione e interdittiva per un anno), Giovanni Cino (Patti, obbligo di dimora e interdittiva per un anno), Catello Cacace (Napoli, arresti domiciliari e interdittiva per un anno), Rosario Sortino (Modica, obbligo di presentazione e interdittiva per un anno), Antonio Tolomeo (Catanzaro) e Luciano Romeo (Catania), Milko De Seta (Castellammare di Stabia, divieto di esercitare impresa per nove mesi).

Il ruolo di Cino e Cacace

Cino e Cacace sono legati a doppio filo a Sciacchitano e proprio loro lo avrebbero aiutato nel creare relazioni tra imprese per partecipare ai bandi. Almeno cinque le gare sospette, per 130 milioni di euro complessivamente. Tra queste, il servizio di gestione, assistenza e manutenzione del parco apparecchiature biomediche bandita dall’ASP di Trapani nel 2021 e, secondo gli inquirenti, fatta vincere alla Polygon spa, una loro favorita, e quella per il servizio integrato di sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentario chirurgico e servizi supplementari bandita dall’ospedale Civico di Palermo nel 2022. Interrogato, Cino ha detto di essere in pensione da 5 anni e non avere più rapporti con gli altri indagati.

Le gare sospette

Contestata anche la turbativa d’asta della gara per l’affidamento del servizio integrato di gestione delle aree operatorie, sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentario chirurgico e servizi supplementari dell’Asp di Caltanissetta del 2021. Sotto la lente anche la gara dell’Asp di Caltanissetta del 2022 per il servizio di fornitura di pasti in legame refrigerato a ridotto impatto ambientale e quella per il servizio quinquennale di noleggio, lavaggio e disinfezione biancheria, fornitura divise per il personale e materasseria, gestione guardaroba e distribuzione interna, bandita dall’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo.

Il tentativo di contattare i Cuffaro

Agli atti anche il tentativo di Sciacchitano e Cimo di cercare un contatto con Silvio Cuffaro, fratello dell’ex Governatore regionale Totò Cuffaro e dirigente generale dell’assessorato, per favorire la Polygon nella transazione con la Centrale Unica di Committenza regionale per l’assegnazione del lotto 1 della procedura delle apparecchiature elettromedicali. La Polygon pensava di proporre una transazione all’amministrazione regionale, in modo da riottenere l’aggiudicazione del lotto, evitando alla Centrale unica di committenza di dover bandire nuovamente una gara per l’assegnazione della porzione dell’appalto da cui Polygon (ex Tecnologie Sanitarie) era stata esclusa dopo la prima inchiesta “Sorella Sanità”.

La Polygon pigliatutto

“A chiare lettere nelle intercettazioni – scrivono i pm – Cino e Sciacchitano hanno manifestato l’intenzione di farsi lautamente remunerare per questa attività di intermediazione, parlando della corresponsione da parte di Polygon di 200.000 euro a testa e dell’intenzione di questi ultimi di remunerare con 10.000 o 20.000 euro Silvio Cuffaro, dirigente dell’assessorato, per l’assistenza prestata, facendogli pervenire le somme tramite Vito Raso”. Nel febbraio 2023 la Polygon, però, è stata acquisita da parte di un fondo internazionale e l’operazione non è stata finalizzata.

Un commento

  1. A breve tutti ritorneranno ai loro posti sulla pelle dei siciliani. Leggi inutili e pene leggere. Così questi episodi non finiranno mai. Bisogna bandire a vita la gente condannata per gli infami episodi corruttivi nella sanità, non per sei mesi, un anno.

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