Tra l'Alfetta e il Renzoni chi vincerà? A Messina non c'è gara con il Maggiolino tutto matto

Tra l’Alfetta e il Renzoni chi vincerà? A Messina non c’è gara con il Maggiolino tutto matto

Rosaria Brancato

Tra l’Alfetta e il Renzoni chi vincerà? A Messina non c’è gara con il Maggiolino tutto matto

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domenica 02 Febbraio 2014 - 07:50

Guardando le vicende nazionali sembra di assistere alla nascita di nuove forme di combinazioni politiche che inquietano. Un tempo c'era la destra e c'era la sinistra. Oggi la gara è tra l'Alfetta e il Renzoni, due auto nate dall'unione Alfano-Letta e Renzi-Berlusconi. Uno scambio di coppie. A Messina non c'è gara, c'è il Maggiolino tutto matto della Disney che ha messo in scena lo spettacolo di fine gennaio:"Cronaca di una bocciatura annunciata"

Sta succedendo qualcosa di strano. Dopo anni ed anni di filastrocche quotidiane sulle gioie del bipolarismo e sulle piacevolezze dell’alternanza, quando ormai ci eravamo convinti che da un lato c’è la destra e dall’altro la sinistra e che al massimo il centro un po’ sta di qua e un po’ sta di là, improvvisamente hanno mischiato le carte. Come quando a Natale in Tv rifanno “Sette spose per sette fratelli” girato durante il Sacro Romano Impero ecco riapparire dal passato “figure geometriche” della Prima Repubblica e figure erotiche come “l’ammucchiata”. La nuova figura geometrica però è più complessa delle precedenti, una sorta di evoluzione del pentapartito, perché è un quadrato dove le due parti contrastanti sono speculari. Siamo al post-post-post modernismo. Il bipolarismo è diventato quaterismo: da un lato infatti ci sono Pd-Ncd alleati, e dall’altro Pd-Forza Italia alleati. Le due coppie che a rigore di logica dovrebbero essere antagoniste cioè destra da un lato sinistra dall’altro, si sono scisse e si fanno la guerra tra di loro. Due schieramenti inizialmente opposti che si scindono per dare vita a forme a noi finora sconosciute di combinazioni politiche.

E’ scattata poi una competizione a “chi è il più bravo” tra le due parti. Una corsa di auto a chi per primo taglia il traguardo. Da un lato c’è l’Alfetta, modello creato dal duo Alfano-Letta, un’auto elegante, sinuosa, la classica berlina che “piace alla gente che piace”, dotata di tutti i confort e dell’aspetto solido, regge alle curve, ai tiri di sassi ma ha difficoltà nei terreni poco conosciuti. Dall’altro c’è il Renzoni, modello ideato da Renzi-Berlusconi, un Suv rumoroso, appariscente, adatto per “rimorchiare”, con visibili problemi di parcheggio in zone affollate, ma ideale per scoprire itinerari impervi. All’origine della contesa c’è stato uno “scambio di coppie”. Nella primavera del 2013, insieme alle rose è sbocciato l’ormai noto governo delle “larghe intese”, e la bis-Presidenza Napolitano, frutto maturato dopo vecchie riunioni nei sotterrerai dell’ABC (Alfano-Bersani-Casini) e pronto ad essere colto dopo il pasticciaccio venuto fuori dalle elezioni. Le larghe intese nascono con un “fidanzamento” tra Pd e Berlusconi, che sceglie gli uomini da mandare al governo e indica le sue priorità. I primi tempi sono quelli di una famiglia felice, annunciavano riforme, riduzione delle tasse, accompagnavano alle dimissioni la Idem colpevole di aver pagato in ritardo l’Ici. Poi è arrivato Matteo Renzi, il rivale, il rovina famiglie e la pace della casa è saltata. Perché lui, si sa, si vuol piazzare a capotavola. Frattanto anche il Cavaliere è stato accompagnato alla porta e invitato a vivere in una “casa di riposo”, come un’auto d’epoca. Da quel momento invece di una famiglia allargata ci siamo trovati di fronte ad uno stranissimo scambio di coppie, con liti furibonde, tradimenti che hanno generato confusione anche nel più affezionato degli elettori. Quando Renzi ha detto “di riforma elettorale parlo anche con Berlusconi che fino a prova contraria è il leader di Forza Italia da 20 anni”, il Pd di Alfetta ha gridato al tradimento, scordando che nove mesi fa quel Berlusconi andava benissimo per governare e farci non un’ipotesi di riforma da portare in Parlamento, ma le leggi. Se questa non è ipocrisia……Il Renzoni è andato avanti e l’Alfetta ha scoperto che, tutto sommato, l’Italicum, fatto su misura per la nuova grande ammucchiata, va bene anche a loro. Piace persino a Casini, che ieri ha annunciato: “Il terzo polo è evaporato, anzi l’ha fatto Grillo. Io me ne torno con il centro-destra, con Alfano e Forza Italia”. Il leader dell’Udc ha una dote nascosta, riesce a far pensare che gli altri siano “vecchissimi”. Quando parla di Berlusconi pensi che Casini sia venuto “dopo” o “durante” o “contestualmente”. Invece no, anche se anagraficamente è più giovane di Silvio, il Pierferdi era consigliere comunale di Bologna nell’80, quando il Cavaliere suonava al pianobar e nell’83, Casini era già deputato nazionale. Passa indifferentemente da bufere e Repubbliche, prima, seconda e terza, volteggia leggiadro da un’alleanza a un’altra come un latin lover e, credeteci, ci sarà pure nell’ottava Repubblica. In questo clima da gara automobilistica a chi frega l’altro, la confusione per gli spettatori è alle stelle. Ad esempio qualcuno mi spieghi perchè Letta ha invitato la ministra Idem a dimettersi, ha difeso a spada tratta presentandosi in Aula la ministra Cancelleri ed ha ignorato la ministra De Girolamo lasciandola sola mentre spiegava la sua versione dei fatti.

A chi contesta le strane alleanze rispondono: “stiamo insieme solo il tempo di varare la riforma elettorale, poi ognuno per la sua strada”. Ma sarà davvero così? E se poi scoprono che stare insieme gli piace? Se non è “solo sesso” ma amore eterno? Se, visto che filano d’amore e d’accordo senza neanche più dovere fare finta, come nei 20 anni trascorsi, che ne sappiamo se finiranno con il festeggiare le nozze d’oro alla faccia del bipolarismo e dell’alternanza?

A Messina almeno ci divertiamo. Non ci sono auto di lusso, abbiamo a che fare con il “Maggiolino tutto matto”, Herbie, il protagonista del film della Disney, un maggiolino che “fa tutto da solo”, partecipa alle gare, le vince, si dà all’inseguimento, insomma, è “animato”. Al traguardo arriva primo e terzo perché nella corsa si divide in due parti. Non c’è altra spiegazione rispetto a quanto accaduto a fine gennaio a proposito del piano di riequilibrio e della “cronaca di una bocciatura annunciata”. La giunta ha presentato un piano di rientro di 33 pagine, le prime delle quali sono dedicate al “prologo”, partorito in sette ore dopo che in sette mesi non era stato fatto nulla. Sono appena dieci pagine per anno, e stiamo parlando di un piano pluriennale che dovrebbe dare la ricetta per salvare la città dal baratro, non della mia lista della spesa. Il provvedimento è stato fatto apposta per farlo bocciare in modo da accedere ad altri 60 giorni di tempo e farsi lanciare il salvagente. In Consiglio Comunale è andato in scena uno spettacolo ridicolo. Tutti hanno eseguito alla perfezione il copione. La giunta che lo ha presentato in Aula come se fosse un piano vero e il Consiglio che ha addirittura tenuto il dibattito fino a mezzanotte, come il Ballo di Cenerentola. Tutti consapevoli del proprio ruolo. Se io fossi la Corte dei Conti mi sentirei presa per i fondelli. Le Istituzioni sono una cosa seria. Inscenare un dibattito è un’offesa all’intelligenza. A questo punto mi chiedo, ma se era tutto finto, perché fare il dibattito? Perché tenere tutti svegli fino a mezzanotte, se tanto poi, finita la magia, l’Aula da carrozza dorata è tornata ad essere una zucca, Palazzo Zanca la cucina polverosa di Cenerentola e del Principe che ci salverà non c’è traccia? Visto che non ci sarà alcuna stagione teatrale, si potevano rimpinguare le casse del Comune mettendo in vendita i biglietti per lo spettacolo di mercoledì scorso. Almeno non ci guadagnavano solo gli attori in scena, ma anche la città, perché con il ricavato, magari, si pagava qualche spesa extra. E magari qualcuno, visto il successone, si abbonava alle prossime sedute.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. GRANDE ROSARIA

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  2. Lev Nikolaevich 2 Febbraio 2014 09:53

    Ma che senso ha questo commento? Non lo sa lei che in politica, e in mille altri mestieri, a volte ci sono ruoli da recitare e copioni da seguire? Preghiamo invece che la corte dei conti ce li dia altri 60 giorni, altroché… lei lo avrebbe scritto nei primi 7 mesi di giunta un piano di rientro di quella portata?

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  3. ROSARIA BRANCATO IO TI AMOOOOOOO, devo andare dall’andrologo tu scrivi e io mi eccito , sono malato ????????????

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  4. A volte penso che se, con la bancarotta, venissero chiamati a rispondere in solido parte dei responsabili, sarebbe una bella lezione ed un monito per il futuro.

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  5. Rosaria no, avvisami soltanto se ci sono abbonamenti gratis ( ma soltanto a questa condizione) perché potrei essere interessata (nonostante tutto)!Grazie!

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  6. MessineseAttento 2 Febbraio 2014 15:37

    Il lupo per la seconda volta non è arrivato all’uva. Le due sberle bruciano il doppio sul viso di chi si sentiva la vittoria, per ben due volte, in saccoccia. Lo sfogo è da comprendere, anzi, diverte pure.
    E’ andata così, fatevene una ragione.

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