Formazione: discusse dai giudici del Riesame le esigenze cautelari degli indagati

Formazione: discusse dai giudici del Riesame le esigenze cautelari degli indagati

Redazione

Formazione: discusse dai giudici del Riesame le esigenze cautelari degli indagati

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giovedì 03 Ottobre 2013 - 16:52

Sono state discusse, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame, le posizioni degli indagati dell'operazione Corsi d'Oro sulla gestione di alcuni enti di formazione professionale. I giudici hanno valutato le esigenze cautelari su ricorso presentato dalla Procura che ha chiesto l'arresto in carcere per alcuni indagati, per altri i domiciliari. La decisione nei prossimi giorni.

Tre ore e mezzo di udienza per decidere sulle esigenze cautelari degli indagati della clamorosa inchiesta “Corsi d’oro” che il 17 luglio scorso portò all’arresto di numerose persone coinvolte nella gestione di alcuni enti di formazione professionale messinesi. I giudici del Riesame sono stati chiamati a decidere oggi sul ricorso presentato dalla Procura in merito alla decisione del Gip Giovanni De Marco di concedere solo i domiciliari e non l’arresto in carcere ad alcuni indagati o addirittura di non emettere alcun provvedimento restrittivo per altri.

Una lunga udienza le cui conclusioni si conosceranno nei prossimi giorni anche se non saranno immediatamente esecutive. Cioè se i giudici del Riesame dovessero decidere che Tizio debba andare in carcere o ai domiciliari ciò non accadrebbe perché bisognerebbe attendere la decisione della Cassazione su uno scontato ricorso.

Il 17 luglio erano finiti ai domiciliari Elio Sauta, Graziella Feliciotto, Chiara Schirò, moglie dell’on. Francantonio Genovese, Concetta Cannavò, Natale Lo Presti, Nicola Bartolone, l’ex assessore comunale Carmelo Capone, Natale Capone, Giuseppe Caliri e Daniela D’Urso moglie dell’on. Giuseppe Buzzanca. La Procura ha presentato ricorso poiché il gip ha respinto la richiesta d’arresto avanzata per alcuni degli indagati e cioè Elio Sauta, Natale Lo Presti e Melino Capone. Il Procuratore Aggiunto Ardita e gli altri sostituti non hanno invece presentato appello per Salvatore Natoli per le dichiarazioni rese ai magistrati. Stamani è stata discussa anche la posizione di alcuni indagati per i quali non erano stati ravvisati dal gip De Marco gli estremi per gli arresti domiciliari così come richiesto dalla Procura. Si tratta di Elena Schirò e Salvatore Giuffrè .

2 commenti

  1. messinatiadoro 3 Ottobre 2013 22:02

    io piuttosto li manderei a fare lavori socialmente utili…sistemare le strade, pulire i tombini…lavorate gente

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  2. Poverini, cosa hanno fatto di male?
    Tanto accanimento non si giustifica in alcun modo, hanno soltanto capito che si poteva approfittare del pubblico denaro per arricchirsi (tanti) od aumentare le proprie infinite ricchezze (pochi), destinando le scorie ai sussidi per chi li ha votati.
    Scusate del cognato di Francantonio, questo è l’on.le Rinaldi (chissà quanti onorevoli veri si rivoltano nella tomba), qualcuno ne conosceva l’esistenza prima che il suddetto Francantonio ne supportasse la candidatura e quindi l’elezione?

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