La Confesercenti “smonta” il regolamento Cosap: «Penalizzati solo bar e ristoratori. Mancanza di confronto»

La Confesercenti “smonta” il regolamento Cosap: «Penalizzati solo bar e ristoratori. Mancanza di confronto»

ELENA DE PASQUALE

La Confesercenti “smonta” il regolamento Cosap: «Penalizzati solo bar e ristoratori. Mancanza di confronto»

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giovedì 05 Gennaio 2012 - 22:58

Il presidente dell’associazione Michele Sorbera critica il mancato coinvolgimento delle categorie: «Non abbiamo espresso nessun parere, che invece risulta essere obbligatorio». Sotto accusa anche l’aumento dei costi annui per l’occupazione del suolo e la mancanza di regole certe per le zone del centro storico, Zuccarello e Quero: «Inaccettabile che a scegliere sia la giunta»

E’ ufficialmente in vigore dal 1.gennaio 2012 e per chi non ne rispetterà le previsioni sono previste multe salate. Ad occuparsi della rilevazione di eventuali infrazioni sarà un’unità operativa appositamente predisposta. Parliamo del nuovo regolamento Cosap, approvato per il rotto della cuffia dal consiglio comunale lo scorso 29 dicembre (vedi correlato) e che ad appena una settimana di vita è messo alla gogna propria dalle organizzazioni di categorie che dai nuovi articoli vengono direttamente interessate. A prendere posizione, nel corso di una conferenza convocata non a caso in uno dei bar della Galleria Vittorio Emanuele (Gallery Cafè di Claudio Cafarella), contro il documento e contro una votazione, quella del consiglio, considerata “frettolosa” , è il presidente di Confesercenti Michele Sorbera (con lui anche Pietro Fiorino). Le critiche mosse all’assessore Mondello, “padre” del regolamento, sono ben circostanziate, ovvero il mancato coinvolgimento delle organizzazioni di categoria nella redazione del testo: «Abbiamo appreso dalla stampa che il regolamento era stato approvato, senza che ci fossimo ancora pronunciati. Lo scorso 21 dicembre siamo stati convocati dall’assessore per la costituzione di un tavolo tecnico in cui discutere le modifiche. Abbiamo espresso il nostro compiacimento per l’iniziativa riservandoci di fornire eventuali osservazioni dopo avere analizzato bene il documento, ma in quella sede non avevamo ancora dato alcun parere che, per quanto non vincolante, è obbligatorio. Da allora più nessuna notizia fino al giorno del consiglio».

Secondo Sorbera, il “cortocircuito” con palazzo Zanca, rischia di mettere in dubbio la validità della stessa delibera: «Il parere delle associazione, lo ribadisco, non può essere “bypassato”. A questo punto proponiamo che le parti vengano riconvocate, in caso contrario, se sarà necessario chiederemo la revoca in autotutela della delibera». Posizione appoggiata dai consiglieri Caliò (Pid), Barbalace, Caprì e Zuccarello, promotore, quest’ultimo, dell’emendamento (bocciato dal consiglio) che richiedeva l’abolizione del comma 11 dell’art 15 riguardante “Limiti delle occupazioni ed esclusioni”. Ed è proprio questo il secondo aspetto oggetto di discussione. Il comma, infatti, prevede che nelle aree ricadenti in centro storico (piazza Duomo, Cairoli ed Unione Europa, via Colombo, Lepanto, San Giacomo, Loggia dei Mercanti e nella galleria Vittorio Emanuele) eventuali concessioni temporanee di suolo pubblico potranno essere rilasciate solo a seguito “di adozione di atti deliberativi della Giunta, su proposta del Dirigente del Dipartimento Patrimonio e Demanio”. Un’ “eccezione” considerata dai presenti da non poter condividere perché figlia di logiche più politiche che tecniche. Duro a tal proposito il presidente Quero: «Come quartiere abbiamo dato parere positivo al regolamento, condizionato però all’accoglimento di quell’emendamento che avrebbe potuto mettere fine ad una deregolamentazione per le zone del centro storico, che di fatto invece continua ad esistere».

E veniamo all’ultimo aspetto, il più tecnico e anche il più “caro”, in tutti i sensi, agli esercenti. Ad illustrare le differenze dei costi delle concessioni, è Benny Bonaffini, che ha rappresentato Confesercenti anche durante il tavolo tecnico del 21 dicembre: «Il problema, in termini economici, non è costituito tanto dall’aumento dell’0,24% al giorno al metro quadro (prima 0,20%), ma dal fatto che tale numero viene moltiplicato per un coefficiente variabile che il Comune stabilisce sulla base del “sacrificio”, o meglio dell’impatto che un’eventuale occupazione (sedie, tavoli, gazebi, dehors, ovvero pannelli trasparenti amovibili) ha sul suolo pubblico. Ulteriore moltiplicatore è poi previsto per i locali che (vedi Galleria), ricadono in centro storico-commerciale. In questi i coefficienti sono passati anche da 1 a 3. Decisioni che mettono in ginocchio l’iniziativa imprenditoriale e commerciale».

Ecco dunque alcuni esempi pratici forniti da Confesercenti, che confrontano, tra vecchio e nuovo regolamento, i pagamenti (per un anno), che dovrebbe sostenere il titolare di un esercizio che decida di occupare 20 mq di suolo o con sedie e tavoli, o con tenda aggettante in centro storico:

VECCHIO REGOLAMENTO

SEDIE E TAVOLI: 1460 euro

TENDA: 438 euro

SEDIE E TAVOLI + TENDA: 1898

NUOVO REGOLAMENTO

SEDIE E TAVOLI: 3054 euro

TENDA: 1752 euro

SEDIE E TAVOLI + TENDA: 5256 (+277%)

Altro caso messo a confronto tra vecchio e nuovo regolamento, riguarda l’occupazione, anch’essa calcolata su un anno, di un bar da attrezzare con dehors che occupano 40 mq, con tenda aggettante, in centro città:

VECCHIO REGOLAMENTO

DEHORS: 2920 euro

TENDA: 876 euro

DEHORS+TENDA: 3796 euro

NUOVO REGOLAMENTO

DEHORS: 10.512 euro

TENDA: 2054 euro

DEHORS+TENDA: 13.016 euro (+ 343%)

(ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)

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