Il sindaco prepara la nuova ordinanza. Ci saranno misure restrittive: "Ma dobbiamo contemperare ogni scelta con la necessità di non far morire le imprese"
De Luca va verso il dejavu e si prepara a catenizzarsi come nella fase 1. In realtà la sua attenzione è soprattutto volta all’organizzazione delle scuole e degli uffici comunali ed ha invitato tutti ad un “cambio di stili di vita”. Ma mentre prepara l’ordinanza di venerdì pensando ai doppi turni nelle scuole, le cui carenze strutturali sono di vecchia data, non esclude misure più drastiche.
Evitare l’agonia delle imprese
L’idea è comunque quella di non consentire il lento suicidio economico di migliaia di piccole imprese che dopo il lockdown hanno faticato a riprendersi e che con nuovi provvedimenti esasperati rischiano la fine. Messina del resto non è Milano e non ha lo stesso tessuto economico-imprenditoriale. Quel che altrove e per alcuni (per lo più con la barca al riparo) viene definito “non essenziale”, qui è linfa vitale per centinaia di persone.
Contemperare esigenze e diritti
“Da stanotte sto lavorando alla definizione del nostro DPCM per attuare le direttive del Presidente Conte cercando di contemperare l’andamento crescente della situazione epidemiologica con le nostre sacrosante libertà ivi incluse quelle di poter continuare a fare impresa convivendo con il COVID- scrive De Luca– La situazione sta sfuggendo di mano nella gran parte delle regioni italiane e l’incessante impennata dei contagi lo testimonia. La Provincia di Messina, attualmente, ha circa cinquanta posti letto in terapia intensiva destinati ai contagiati di COVID e ciò mi spinge ad attivare delle stringenti misure di prevenzione che incideranno momentaneamente su alcune nostre abitudini e stili di vita”.
50 posti in terapia intensiva
Il sindaco invita a non guardare i dati attuali a Messina perché sarebbe un errore. A far temere non sono i dati in sé ma la situazione dei presidi sanitari che potrebbe non reggere. In sintesi i 50 posti in terapia intensiva per Covid potrebbero non essere un numero tranquillizzante se i casi dovessero aumentare. La nostra rete sanitaria non è nelle condizioni di reggere gli stessi numeri di altre realtà regionali. “Supereremo anche questa seconda ondata- conclude- ma dobbiamo essere bravi come lo siamo stati tra marzo e maggio”.
