Covid, 5 casi nell'Oasi per anziani di Furci. Il direttore: "Ci sentiamo abbandonati"

Covid, 5 casi nell’Oasi per anziani di Furci. Il direttore: “Ci sentiamo abbandonati”

Carmelo Caspanello

Covid, 5 casi nell’Oasi per anziani di Furci. Il direttore: “Ci sentiamo abbandonati”

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mercoledì 02 Dicembre 2020 - 12:59

Tra i positivi un operatore (i colleghi sono rimasti in quarantena nella struttura per assistere gli anziani). Un paziente ricoverato in ospedale

FURCI – Sono cinque il positivi all’Oasi S. Antonio, la Casa protetta per anziani che sorge in via dei Cipressi a Furci Siculo. Si tratta di 4 pazienti, di cui uno ospedalizzato, ed un operatore. Al momento gli anziani ospitati nella struttura sono 39. Con loro si sono posti in quarantena 12 operatori al fine di continuare ad assisterli. Alloggeranno in un piano della struttura diverso in camere singole. “Siamo preoccupati, non glielo nascondo. E, soprattutto, ci sentiamo abbandonati ai noi stessi” sbotta il presidente della Cooperativa “Comunità e Servizio”, che gestisce l’Oasi, Santino Mascena. “Mi ha commosso e spiazzato la reazione dei lavoratori – evidenza – i quali hanno deciso con grande senso di responsabilità di rimanere all’interno dell’edificio, di fatto autoricoverandosi. Hanno mostrato al contempo altrettanto grande senso civico dopo essere entrati a contatto con il virus. Per il resto non abbiamo visto nessuno, nonostante le tante pec inviate all’azienda sanitaria provinciale. Eppure era noto che le principali attenzioni dovevano essere prestate proprio a questo tipo di strutture. Ci siamo ritrovati soli – incalza Mascena – e non so come ringraziare il direttore sanitario che si è prodigato per visitare i pazienti e notare tra l’altro che uno di essi era desaturato e andava ricoverato in ospedale. Altra cosa non semplice il trasferimento. Ma questo è un altro discorso. La verità è che non ci sono punti di riferimento – conclude Mascena – inviamo pec e nessuno ci risponde. Ci sentiamo abbandonati. La situazione è complessa. Il Covid è entrato nell’Oasi nonostante i rigidi protocolli di sicurezza e prevenzione. E i tamponi, fatti a nostre spese. Che, vi assicuro, per una piccola cooperativa non sono sopportabili”. (Carmelo Caspanello)

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