Covid, Sicilia arancione. Confcommercio: "Decisione devastante per l'economia"

Covid, Sicilia arancione. Confcommercio: “Decisione devastante per l’economia”

Francesca Stornante

Covid, Sicilia arancione. Confcommercio: “Decisione devastante per l’economia”

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giovedì 05 Novembre 2020 - 12:55

I presidenti di Confcommercio delle province siciliane chiedono a Musumeci di sposare la loro battaglia: le conseguenze economiche potrebbero essere letali

“È ufficiale. Da ieri sera. Siamo in zona arancione. Con questo decreto, la Sicilia affonda”. E’ quanto afferma Confcommercio Sicilia evidenziando che il contraccolpo subito rischia di essere letale. Per i presidenti di tutte le Confcommercio siciliane, Messina compresa, si tratta di una scelta devastante. Tutti i piccolissimi passi in avanti compiuti durante i mesi estivi, per riprendersi dal lockdown di marzo, aprile e maggio, non sono serviti a niente. Si precipita di nuovo in un limbo di incertezze da cui nessuno sembra, in questo momento, in grado di risollevare il comparto. 

Situazione complessa e preoccupante

Ieri sera, in videochiamata, i presidenti provinciali di Confcommercio Sicilia hanno convenuto sulla necessità di reagire immediatamente rispetto alla scelta imposta dal Governo nazionale sulla base di dichiarate valutazioni di ordine sanitario. “Una situazione davvero complessa e preoccupante” è stato spiegato dai vertici siciliani di Confcommercio con in testa il presidente regionale vicario, Gianluca Manenti. “Per questo motivo, già oggi stesso, chiederemo di essere ricevuti dal governatore Musumeci affinché si verifichino i dati sanitari, si valutino se le comparazioni fatte possano essere ritenute fondate e si attivi un percorso destinato a chiedere immediatamente al presidente Conte di rivedere la nostra condizione, facendo sì che da zona arancione si passi a zona gialla. Sappiamo che è un percorso tutto in salita. Ma non ce ne staremo con le mani in mano. Non certo a fronte di quella che si annuncia la chiusura definitiva per centinaia di imprese che non riusciranno più a riprendersi da un simile colpo che devasta ulteriormente l’economia siciliana”. 

Fare subito qualcosa

Per i rappresentanti delle imprese di commercio siciliane è necessario fare qualcosa subito. La preoccupazione è grande, sono pronti a battere i pugni con forza, se necessario. Chiedono al presidente Musumeci di essere al loro fianco in questa battaglia di legalità e democrazia, dimostrando subito che il Governo ha commesso un errore o provvedendo con urgenza a recuperare ritardi e carenze di questi mesi. Pretendono dal Governo nazionale la massima chiarezza e trasparenza. 

“Chiediamo chiarezza”

“Sin d’ora annunciamo che, in caso di mancate immediate risposte, presenteremo una richiesta di accesso agli atti, anche al fine di valutare eventuali azioni giudiziarie volte all’annullamento dei percorsi amministrativi che hanno comportato questa inattesa e, allo stato, inspiegabile chiusura, anche in confronto ai dati di altre regioni, definite zone gialle con situazioni di contagi e di ricoveri peggiori della Sicilia. Contestualmente chiederemo anche al Governo regionale la massima chiarezza al fine di potere conoscere in dettaglio le azioni predisposte in questi ultimi mesi in Sicilia per adeguare il nostro livello di assistenza sanitaria all’arrivo dell’attuale seconda ondata dell’epidemia.

Inutile dire, poi, che sono necessari sostegni economici immediati, ristori urgenti. Ma, purtroppo, l’esperienza di marzo non ci induce ad essere ottimisti. A oggi, infatti, ci sono molti operatori che non hanno ricevuto nulla e comunque gli indennizzi non saranno mai adeguati a risarcire del danno economico provocato alle singole aziende. Nemmeno un euro al momento dalla Regione Sicilia. Ci vuole una grossa mano d’aiuto, sostanziale e rapida. Tutto il resto sono solo parole. Di cui, sinceramente, abbiamo abbastanza. Adesso, sono necessari i fatti. Immediati”.

Un commento

  1. Chieda invece all’assessore Razza cosa ne è stata fatta della sanità pubblica in Sicilia.
    E’ questo il succo del discorso. Noi tutti paghiamo gli sprechi, le ruberie, la privatizzazione (all’italiana) dei servizi sanitari, per favorire parenti, amici, clienti e padrini.
    La rabbia dovrebbe essere indirizzata verso questa gentaglia che ha amministrato (si fa per dire) la Sicilia

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