Il provvedimento ha raggiunto l'ex sindaco Mario Bolognari e sei assessori della giunta in carica nel 1999
Il sostituto procuratore Vincenzo Cefalo ha concluso l’inchiesta sulla convenzione tra il Comune di Taormina e Messinambiente per l’affidamento diretto del servizio all’allora società mista.
A conclusione delle indagini sono 13 le persone indagate fra cui l’ex sindaco Mario Bolognari e sei assessori della sua giunta con l’ipotesi di reato di concorso in abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture
L’inchiesta era stata avviata nel 2007 dall’allora procuratore aggiunto Pino Siciliano a seguito di una denuncia.
Una perizia, affidata dalla Procura, aveva stabilito che i 2 miliardi e mezzo di lire, spesi dal Comune di Taormina per i servizi di spazzamento e pulizia delle strade, rappresentavano una cifra stratosferica. La delibera, votata il 16 novembre del 1999, concedeva il servizio di igiene ambientale a Messinambiente. Il tutto con la formula dell’affidamento diretto benché il Comune di Taormina non detenesse il controllo di gestione o finanziario della società mista. Nonostante tutto l’inchiesta restò a lungo bloccata. A riesumarla nei mesi scorsi il sostituto procuratore Cefalo che ha firmato gli avvisi di conclusione indagini. I provvedimenti hanno raggiunto l’ex sindaco Mario Bolognari, gli assessori Claudio Ambrogetti, Francesca Gullotta, Francesco Trifiletti, Alfio Mangano, Andrea Raneri, e Santo Sterrantino che votarono la delibera, il direttore dell’Ufficio Ambiente del Comune, Giovanni Coco, e i dirigenti e tecnici di Messinambiente Antonino Dalmazio, Antonino Miloro, Claudio Sindoni, Antonio Conti e Gaetano Fornaio. A questi ultimi il sostituto procuratore Cefalo contestata anche l’omissione nell’espletamento dei servizi di pulizia.
