Ancora chiuso l’approdo di Tremestieri, prigioniero della “sabbia mobile”. Il vento impedisce le verifiche sui fondali

Ancora chiuso l’approdo di Tremestieri, prigioniero della “sabbia mobile”. Il vento impedisce le verifiche sui fondali

Ancora chiuso l’approdo di Tremestieri, prigioniero della “sabbia mobile”. Il vento impedisce le verifiche sui fondali

martedì 15 Marzo 2011 - 13:41

Lo scirocco che continua a soffiare preportente su Messina ha impedito anche questa mattina l'intervento con l'ecoscandaglio. Pronto all'intervento il motopontone che dovrà eseguire le operazioni di dragaggio

E’ destinata a durare per l’intera settimana l’allerta viabilità nella città dello Stretto. Anche oggi, infatti, nel bacino di Tremestieri, chiuso da domenica pomeriggio, non è stato possibile effettuare i rilievi sui fondali con l’ecoscandaglio per via del vento che ancora soffia in modo insistente su Messina, causando appunto l’insabbiatura di entrambi gli scivoli. Impossibile di conseguenza misurare il livello raggiunto dalla sabbia spostata dalle mareggiate all’interno dell’approdo, impedendo le manovre d’entrata ed uscita delle bidirezionali. Navi che dovranno per questo continuare ad usufruire della Rada San Francesco, dove, vista la circostanza di emergenza, è stata sospesa la chiusura notturna (dalle 22 alle 4) per i lavori di manutenzione. In ogni momento, dunque, la città rischia di ripiombare nell’emergenza viabilità a causa del flusso di tir che una volta usciti dall’autostrada attraversano la strade principali di Messina, via La Farina, viale della Libertà, per giungere agli imbarcaderi privati. Per cercare di monitorare al meglio la situazione traffico, questa mattina il sindaco Buzzanca, d’intesa con l’assessore alla mobilità urbana, Melino Capone, e con il coordinamento del comandante la Polizia municipale, Calogero Ferlisi, ha quindi disposto l’attivazione di autovelox dinamici lungo le strade cittadine, per limitare la velocità dei mezzi pesanti che passano dalla città.

Già arrivato intanto il motopontone che dovrà eseguire le operazioni di dragaggio per liberare gli scivoli e consentire così almeno la parziale riapertura del bacino, -vittima-, ancora una volta, della violenza delle sciroccate messinsesi, ma ancor prima di calcoli forse poi non troppo precisi eseguiti in fase di progettazione.

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