Aperture in deroga degli esercizi commerciali: la Confcommercio Messina insoddisfatta

Aperture in deroga degli esercizi commerciali: la Confcommercio Messina insoddisfatta

Aperture in deroga degli esercizi commerciali: la Confcommercio Messina insoddisfatta

lunedì 04 Agosto 2008 - 12:32

Si torni alla Delibera del 31 gennaio, la facoltatività è solo una facciata che favorisce la grande distribuzione

«Siamo stati e continuiamo ad essere contrari alle aperture indiscriminate degli esercizi commerciali sia del settore food che del non alimentare.» La Confcommercio, per mano del presidente Roberto Corona, scrive al sindaco e all’assessore al Commercio Giuseppe Puglisi per ribadire la propria contrarietà alle aperture domenicali.

Gli argomenti sono tanti. Non è vero che Messina è una città ad economia turistica, «dato che il fattore -turismo- non può basarsi solo sui passeggeri che sbarcano dalle navi in transito per trasferirsi altrove»; non è vero che aprire un giorno in più produce un aumento delle vendite, mentre produce sicuramente un aumento dei costi. E poi c’è la legge regionale 28/99, che, all’articolo 12, comma 4, recita: «gli esercizi commerciali osservano la chiusura domenicale».

Per quanto riguarda il comparto alimentare, inoltre, Corona ammonisce: «Sarebbe bene che l’Amministrazione si procuri le determine di Palermo e Milano, da cui si evince che è pura leggenda metropolitana che ovunque e sempre gli esercizi commerciali sono aperti».

Confcommercio, dunque, si oppone all’ordinanza del 24 luglio, che modifica la 25 del 31 gennaio 2008, inserendo il principio della facoltatività delle aperture festive: «Non condividiamo, ma gli altri attori presenti, erano con noi concordi, né l’impostazione, né tanto meno le motivazioni alla base di questa ennesima modifica, che sembrerebbe privilegiare poche aziende a dispetto dei pareri qualificati espressi da coloro che hanno titolo ad interloquire sull’argomento».

L’ordinanza del 31 gennaio «rispecchiava sia le esigenze delle aziende commerciali che dei lavoratori e dei consumatori, impedendo di fatto che dietro la facciata della facoltatività, si operasse in danno delle aziende commerciali di minori dimensioni o a conduzione familiare che rappresentano oltre il 95 % delle aziende cittadine, e che subirebbero una concorrenza maggiore e sleale per il solo fatto di essere -piccole-».

«Auspichiamo – conclude la lettera di Corona – che siano predisposti gli opportuni controlli per impedire abusi di qualsiasi genere che danneggerebbero i consumatori, i lavoratori dipendenti e le aziende rispettose delle disposizioni normative e contrattuali.»

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