Quattro ergastoli, diciassette condanne in totale e otto assoluzioni. E’ la sentenza emessa ieri sera dalla Corte d’assise (presidente Salvatore Mastroeni), al termine del processo “Arcipelago”, scaturito dall’inchiesta sulla geografia dei clan mafiosi e sui rapporti di forza ed equilibrio tra le varie famiglie nella gestione degli affari illeciti cittadini.
Ecco il dettaglio: ergastolo per i boss Domenico Cavò e Giuseppe Gatto, e gli emergenti Giuseppe e Giovani Minardi; 7 anni per Giovanbattista Cuscinà; 8 anni e 6 mesi per Giuseppe Cutè, 6 anni per Letterio Fusco; 9 anni per Carmelo Ventura; 8 anni per Giuseppe Villari e Gaetano Barbera; 4 anni a Letterio Rossano; 7 anni per Stellario Fusco e Pietro Coppolino; 4 anni per Pietro Minardi; 1 anno Giuseppe Finocchiaro e Rosario Trischitta; 2 anni per Giuseppe Bertuccelli. Assolti invece Daniele Spagnolo, Savasta Salvatore, Sossio Iannucci, Luigi Tibia, Luciana Barbuto e Vincenzo Liguori. Assolta e immediatamente scarcerata anche Angela Marra, moglie del boss di Giostra, Luigi Galli.
Il blitz della Polizia, scattato nel giugno del 2005 portò a quarantasei arresti tra gli affiliati ed i fiancheggiatori della malavita locale. Il processo trattava gli affari dei clan negli ultimi anni: rapine, estorsioni, l’ingresso delle nuove leve, la gestione del potere da parte delle donne dei capi, e alcuni efferati omicidi. Ventiquattro gli imputati oggi alla sbarra, tra i quali i principali boss cittadini, alcuni ristretti al 41 bis. A coordinare l’indagine erano stati il pm della Dda, Vincenzo Barbaro e la collega della procura ordinaria Francesca Ciranna, che a metà dello scorso ottobre avevano chiesto quattro ergastoli e ventuno pesanti condanne.
