Atm, domani primo sciopero. E i revisori dei conti spiegano la “doppia contabilità”

Atm, domani primo sciopero. E i revisori dei conti spiegano la “doppia contabilità”

Atm, domani primo sciopero. E i revisori dei conti spiegano la “doppia contabilità”

giovedì 24 Giugno 2010 - 07:56

Stop della Cgil dalle 10 alle 14, la Cub Trasporti si ferma dalle 9 alle 13.30 e dalle 16.30 fino al termine del servizio. Il presidente del Collegio dei revisori: «Un azienda speciale come l’Atm deve adottare una contabilità di tipo privatistico, non ha l’obbligo di rispettare determinate procedure contabili»

Le acque in casa Atm si sono tutt’altro che calmate. E a ricordarcelo arriva puntuale il primo sciopero della gestione La Corte (che, a proposito, stando alle sue dichiarazioni a giorni dovrebbe dimettersi). Domani hanno proclamato il “fermo” due sigle sindacali, la Cgil e la Cub Trasporti. I rappresentanti della Camera del lavoro si fermeranno dalle 10 alle 14, mentre quelli della Cub in due tranche, dalle 9 alle 13.30 e dalle 16.30 fino al termine del servizio. In queste fasce orarie, fa sapere la direzione dell’Atm, non saranno garantite tutte le corse, sia per quanto riguarda gli autobus che per la tranvia.

Intanto si riaccendono i riflettori sulle notizie emerse la settimana scorsa, in particolare sulla “tortuosa” vicenda della doppia contabilità, denunciata da Gaetano Saja, nominato consulente esterno dell’azienda nell’ottobre 2009 (il suo mandato si è chiuso il 31 dicembre dello stesso anno). Saja e l’altro consulente, Antonino Cama, avevano parlato di «conduzione finanziaria di tipo “familiare”, non conforme alle disposizioni legislative vigenti in materia di finanza pubblica» (vedi articolo correlato), lasciando intravedere movimenti “oscuri” all’interno dell’azienda di via La Farina. A una settimana di distanza, prova a fare chiarezza Giuseppe Frisone, presidente del Collegio dei revisori dell’Atm.

Frisone spiega che Saja richiama l’attenzione sul fatto che l’Atm, essendo azienda speciale con capitale pubblico, deve essere gestita con modalità e vincoli gestionali di bilancio contenute nel Testo unico degli enti locali, proponendo, in soldoni, di adottare la contabilità finanziaria i cui dati vanno esposti, a fine esercizio, nel conto consuntivo. A questo proposito il Collegio dei revisori ribatte che «l’azienda speciale può agire sul piano del diritto con una propria capacità contrattuale, cioè con una autonomia negoziale ricondotta strettamente al perseguimento dei fini istituzionali in precedenza loro affidati dall’ente municipalizzatore. Tale autonomia imprenditoriale gli consente di non uniformarsi alle norme vigenti in materia di finanza pubblica e quindi svincolata dall’obbligo di rispettare determinate procedure contabili». Anzi, Frisone è ancora più chiaro: «Le aziende speciali devono adottare una contabilità di tipo privatistico».

A supporto della tesi espressa dal Collegio, Frisone cita la risposta che il responsabile dell’ufficio Finanza e statistica dell’Asstra (l’associazione datoriale delle aziende di trasporto pubblico locale), Emanuele Proia, ha dato in merito ad un quesito posto dall’Atm stessa in materia di obblighi contabili: «Si ritiene che l’azienda speciale sia tenuta a redigere il bilancio secondo gli schemi e regole di natura economico patrimoniale». Lo stesso responsabile aggiunge che «il decreto del ministero del Tesoro del 26 aprile 1995 definisce uno schema tipo di bilancio d’esercizio delle aziende speciali per i servizi pubblici locali composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa (contabilità economico patrimoniale)». E non da bilancio di previsione, conto consuntivo e bilancio d’esercizio, come prevede il Testo unico degli enti locali.

«Appare superfluo aggiungere – continua Frisone – che tutte le aziende speciali di trasporto pubblico locale operanti in Italia, come l’Atm di Messina, si sono uniformati a tale indirizzo». Inoltre anche Giuseppe Russo, nuovo consulente esperto dell’azienda per la contabilità economica, «ha ribadito sull’argomento lo stesso pronunciamento dell’ Asstra e del Collegio dei revisori». Addirittura, secondo Frisone, «la tenuta della contabilità finanziaria, sarebbe in evidente contrasto con gli articoli 30, 31, 32, 33 e 34 del vigente statuto aziendale. La tesi del dr. Saya – conclude il presidente del Collegio – può creare, invece, serie turbative nei rapporti con l’ente proprietario il quale può avanzare dubbi sul corretto adempimento degli obblighi contabili per i quali è stata applicata la normativa vigente».

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