Atm, a giorni il piano del Comune: ipotesi “spacchettamento” dell’azienda in tre parti

Atm, a giorni il piano del Comune: ipotesi “spacchettamento” dell’azienda in tre parti

Atm, a giorni il piano del Comune: ipotesi “spacchettamento” dell’azienda in tre parti

giovedì 31 Marzo 2011 - 09:03

La soluzione a cui stanno lavorando Buzzanca, Miloro e Capone è top secret, ma serpeggiano le prime indiscrezioni. Dura analisi dell’Associazione Circoli Socialisti. E da Cumia scompare la linea 35

Il conclave sta per concludersi. Se la fumata sarà bianca o di altro colore, questo è però presto per dirlo. Quasi certamente entro la fine di questa settimana, al massimo all’inizio della prossima, l’Amministrazione comunale tirerà fuori dal cilindro la soluzione per il risanamento e il rilancio dell’Atm. Una soluzione a cui stanno lavorando da settimane gli assessori alle Finanze Orazio Miloro e alla Mobilità urbana Melino Capone, oltre ai tecnici di Palazzo Zanca, con riunioni fiume e confronti periodici col sindaco Giuseppe Buzzanca. Nessuno, però, è disposto a scommettere alla cieca sulla buona riuscita di un’operazione che, ad ogni modo, sarà l’ultima scialuppa di salvataggio per l’azienda trasporti. E questo non per scarsa fiducia in chi vi sta lavorando, ma per le condizioni disastrose in cui versa oggi l’Atm. La “soluzione X” della giunta Buzzanca verrà messa nero su bianco in una delibera, che poi dovrà passare molto probabilmente al vaglio del consiglio comunale (dove i chiari di luna non sono propriamente favorevoli all’Amministrazione). Ma qual è, questa soluzione? Su tutta l’operazione vige il massimo segreto, manco fosse davvero un conclave. Così ci dobbiamo accontentare delle indiscrezioni, che come sempre circolano incontrollate nei corridoi di Palazzo Zanca e per questo vanno prese col beneficio del dubbio. Quella più ricorrente è una: l’Amministrazione sarebbe intenzionata a “spacchettare” l’Atm, a dividerla cioè in due se non tre comparti aziendali, ognuna con una propria ragion d’essere e con i propri compiti precisi. Un’Atm per il trasporto, un’Atm per i parcheggi (comprese strisce blu), un’Atm per l’amministrazione. Questo sarebbe l’aspetto più eclatante del piano del Comune, ovviamente molto più articolato e complesso, anche e soprattutto dal punto di vista economico-finanziario. Se tutto ciò sarà realtà lo scopriremo solo fra pochi giorni, quando Buzzanca, Miloro e Capone renderanno ufficiali i propri piani.

Nel frattempo, con una vertenza alle porte (Cgil, Cisl e Uil hanno avviato, lo ricordiamo, le procedure di raffreddamento), ci si continua a confrontare con l’amaro presente di un’azienda allo sbando. Lo fa con una puntuale analisi l’Associazione Circoli Socialisti di Messina, coordinata da Francesco Mento, il cui consiglio direttivo si è riunito nei giorni scorsi proprio per discutere di Atm. Il dato da cui parte l’analisi è disarmante: nel 2000 circolavano 120 mezzi, oggi ne circolano 46. «Un dato fallimentare – osserva l’associazione – conseguenza di una grave carenza di liquidità determinata, oltre che da imperdonabili errori gestionali commessi dai vertici aziendali del passato e del presente, soprattutto dalle inadempienze dell’amministrazione comunale, che con la mancata copertura di circa 20 milioni di perdite pregresse tiene in ostaggio l’azienda, non prevedendo nel proprio bilancio tale onere». E’ uno dei tanti para. dossi dell’Atm, anche perché il Comune teoricamente avrebbe l’obbligo di ripianare le perdite: «Ora i casi sono due: o il Comune non ritiene veritieri i bilanci dell’Atm, e dunque denunzia i responsabili alle autorità competenti, oppure è il Comune che non ha le carte in regola per definire il rapporto dare/avere con la partecipata». In tutto questo la crisi gestionale, avviata nel 2008, da emergenziale è diventata perpetua involuzione, «che sta facendo scomparire il servizio di trasporto pubblico nella nostra città», nel silenzio della politica e del Comune, il cui «atteggiamento di inerzia si riscontra anche nella mancata attuazione di una viabilità di privilegio per il mezzo pubblico, come corsie preferenziali protette in tutto il centro, zone a traffico limitato, parcheggi d’interscambio».

Alle mancanze del Comune si aggiunge «una irrazionale gestione aziendale che in qualche caso sfiora il paradosso, come il mancato acquisto degli autobus usati in un momento in cui il parco mezzi è sceso al minimo storico mai raggiunto negli ultimi cinquant’anni». Già la recente relazione dei revisori dei conti dell’Atm aveva messo in luce «un atteggiamento autolesionistico ed assurdo – afferma l’associazione – dei dirigenti aziendali che si rifiutano di acquistare autobus usati con i soldi messi a disposizione, per la prima volta in dieci anni, dal Comune. Con l’azienda che si trova sull’orlo del baratro gli attuali dirigenti stanno cercando di fargli fare un passo in avanti. Altrettanto inspiegabile il fatto che Palermo e Catania riescono a rinnovare e potenziare il proprio parco mezzi con una certa assiduità mentre Messina, da oltre dieci anni, non riesce a far arrivare un solo autobus nuovo. I 25 mezzi nuovi entrati in esercizio nel giugno del 2007 sono stati acquisiti con contratto di leasing e quindi non ancora di proprietà dell’azienda». Una miopia che ha prodotto un danno che i revisori dei conti avevano quantificato in circa 4 milioni 350 mila euro l’anno per la mancata erogazione dei contributi chilometrici da parte della Regione. La situazione atuale? Otto vetture del tram e, appunto, 46 autobus: il che significa che ben 33 linee hanno un solo autobus, con una frequenza che va da 90 a 120 minuti. Ma quel che è peggio, ben 22 linee sono soppresse.

L’ultimo esempio arriva da Cumia, come ha segnalato proprio oggi il consigliere comunale Giuseppe Chiarella: la linea 35 dell’Atm che conduce ai villaggi di Cumia superiore e Cumia inferiore non è attiva: «Sino a qualche giorno addietro, a seguito anche dei movimenti franosi che hanno colpito il territorio – evidenzia il consigliere – il servizio veniva espletato in sostituzione da un autovettura messa a disposizione dell’ Amministrazione, per il tratto Bordonaro-Cumia Superiore. Da indiscrezioni sembrerebbe che una buona parte degli autobus denominati “pollicino”, non siano disponibili per coprire il fabbisogno cittadino, in quanto guasti e nella impossibilità di essere riparati per mancanza di fondi. Per tale motivo, da una decina di giorni anche il servizio pubblico all’ interno del Cimitero è stato sospeso».

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