Azione Giovani contro l'aborto: “rivediamo la legge 194-

Azione Giovani contro l’aborto: “rivediamo la legge 194-

Redazione

Azione Giovani contro l’aborto: “rivediamo la legge 194-

sabato 01 Novembre 2008 - 08:33

L'incontro è avvenuto ieri sera a Reggio Calabria

In un incontro avvenuto nel salone dei lampadari di Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, promosso dai ragazzi di Azione Giovani di Reggio e del circolo -Quo Usque Tandem- di Messina, si è parlato di aborto, consultori e legge 194. Sono intervenuti, tra gli altri, il dott. Francesco Cananzi (capogruppo di An alla Provincia di Reggio) e l’assessore del comune reggino alle politiche sociali Tilde Milasi.

“Hasta la vita sempre-: con questo motto i giovani di An hanno presentato la manifestazione che altro non è se non il culmine di un profondo dibattito interno e di un’inchiesta sul campo realizzata negli scorsi mesi da alcune ragazze del movimento.

“La 194 non deve essere considerata intoccabile- tuonano i militanti di Azione Giovani, “sono passati ormai 30 anni da quando è entrata in applicazione, e da quel momento in Italia ci sono stati quasi 5 milioni di aborti- (4 milioni 600 mila per l’esattezza).

I ragazzi di Azione Giovani di Reggio e Messina, negli ultimi mesi, hanno portato avanti un’inchiesta in cui è emerso che il problema più grave è quello dei consultori, dove non viene data alcuna assistenza alle donne che intendono interrompere la gravidanza (come invece prevede la legge 194) ma dove vengono effettuati aborti in modo incondizionato, assoluto e senza alcuna riflessione. Le donne non hanno scelta: recarsi al consultorio non vuol dire avere assistenza, ma abortire.

Il dibattito, interessnte e profondo, ha coinvolto il salone, gremito di interessati e soprattutto giovani giunti da entrambe le sponde dello Stretto.

Azione Giovani chiede di rivedere la legge 194 e soprattutto di verificarne l’applicazione, proponendo di coinvolgere anche il padre nella responsabilizzazione del ruolo che gli spetta nei confronti del nascituro, anche se è indubbio che la donna abbia il ruolo principale nel corso della gravidanza. Questa scelta è motivata dalla possibilità di sostenere la donna in un momento importante, condividendone peso e responsabilità, e anche per iniziare quel processo culturale che renda partecipe anche l’uomo nella crescita e nell’educazione dei figli.

Inoltre è richiesta la riforma del consultori, la cancellazione delle “motivazioni economiche e sociali- come determinanti per l’aborto, tramite sostegni da parte dello stato alle donne in difficoltà, e poi ancora l’adozione parentelare, l’obiezione di coscienza libera e possibile in ogni momento per ogni medico, e soprattutto una nuova legge che sostenga la maternità e incentivi le nascite, sempre con agevolazioni di carattere economico e sociale, ma anche con un forte impegno culturale.

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