La bomba agli imprenditori Rizzo: per gli investigatori racket o vendetta privata

La bomba agli imprenditori Rizzo: per gli investigatori racket o vendetta privata

La bomba agli imprenditori Rizzo: per gli investigatori racket o vendetta privata

mercoledì 11 Novembre 2009 - 15:07

I Carabinieri non escludono alcuna pista anche per via delle modalità dell'attentato

Racket delle estorsioni o vendetta privata? I Carabinieri non tralasciano nessuna pista, neanche quella apparentemente più banale, per far luce sul gravissimo attentato compiuto ieri notte contro l’abitazione degli imprenditori Giovanni ed Alessandro Rizzo, in viale Giostra.

La famiglia di appaltatori da mesi ormai vive a contatto con l’incubo di continue intimidazioni, addirittura aggressioni fisiche. Ma sono proprio le modalità che non convincono del tutto gli investigatori. Ben diverse da quelle alle quali il racket delle estorsioni ci ha abituato. Ma nulla può essere escluso a priori.

La bomba piazzata al quinto piano dello stabile, sul pianerottolo in cui vive anche l’altra figlia, Giuseppina, ricercatrice all’Università, non era ad alto potenziale ma ciò non toglie che avrebbe potuto provocare anche delle vittime. La particolare porta blindata, fatta realizzare da esperti del settore, ha senz’altro salvato la vita a Giovanni Rizzo ed alla moglie che si trovavano a letto. Ed anche il portone d’ingresso del palazzo,non troppo resistente, ha consentito all’energia provocata dall’esplosione di fuoriuscire dal palazzo. In caso contrario davvero poteva succedere una strage. E’ stata la potenza dell’onda d’urto a provocare i maggiori danni non certo la potenza della bomba carta utilizzata dall’attentatore come hanno già potuto stabilire i Ris analizzando i frammenti recuperati sul posto. Una lunga miccia a lenta combustione ha consentito al dinamitardo di fuggire prima dell’esplosione. Adesso i Carabinieri del Nucleo Operativo stanno valutando le dichiarazioni di Alessandro Rizzo, sentito ieri per sette lunghe ore. L’imprenditore, vicepresidente dei Giovani Industriali di Messina, ha ripercorso uno per uno tutti gli attentati subiti e le minacce. Ha detto della casa incendiata all’inizio dell’anno a Contesse, della Mini Cooper che gli è stata bruciata sotto casa, della croce trovata vicino al citofono della sua impresa e di un uomo che lo aggredito con un ascia, procurandogli qualche ferita e tanta paura. Ha raccontato del clima di angoscia in cui la famiglia ha vissuto negli ultimi mesi ma non ha saputo fornire spiegazioni o indicazioni precise per risalire agli autori del gesto. Alessandro Rizzo ha sempre denunciato gli attentati ed ha detto di voler continuare a farlo ma sulla possibilità di ottenere una scorta si è detto scettico. Solo se fosse strettamente necessario accetterebbe una vita blindata ma per il momento vuol riprendere subito le sue normali attività: lavoro, famiglia, amici. Gli stessi amici che in questi giorni gli sono stati vicini esprimendogli sostegno e solidarietà e dandogli la spinta per andare avanti anche in un momento così drammatico.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED