Sequestrata la -Presente Calcestruzzi- ed un'impresa che si occupa di movimento terra

I Carabinieri hanno posto sotto sequestro la “Presente calcestruzzi- e la ditta personale di Antonino Giannetto, 42 anni imprenditore ritenuto vicino al clan capeggiato dal boss Giuseppe Mulè.

Giannetto era già stato arrestato nel giugno scorso per concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’operazione Pilastro che portò all’arresto di nove persone.

Sono stati i Carabinieri ad apporre i sigilli ai beni di Giannetto.

Si tratta delle quote societarie intestate all’imprenditore, in particolare la Presente calcestruzzi, che ha sede sulla Panoramica dello Stretto, e la Antonio Giannetto s.n.c, impresa edile che si occupa in particolare di movimento terra.

Il provvedimento è stato siglato dal Gip di Messina su richiesta del sostituto procuratore della DDA Rosa Raffa.

Il lavoro della DDA era iniziato a seguito della ripresa dell’attività da parte del clan di Giuseppe Mulè. Il gruppo si occupava soprattutto di estorsioni ed aveva come campo d’azione la zona nord della città Tutto iniziò nel settembre dello scorso anno quando Mulè si diede alla latitanza per evitare di tornare in carcere. Fu poi arrestato dai Carabinieri a Scafati, in provincia di Salerno, l’otto dicembre del 2007.

L’operazione Pilastro portò all’arresto degli affiliati al clan Mulè ed ai fiancheggiatori del boss di Giostra, cioè a coloro i quali favorirono la sua latitanza.

Secondo l’accusa Giannetto all’interno dell’organizzazione aveva il compito di contattare altri colleghi ai quali imponeva forniture di cemento e lavori di sbancamento. Bastava fare il nome di Mulè per convincere gli imprenditori ad evitare qualsiasi resistenza.

Quindi una parte dei proventi finiva nelle tasche di Giannetto ed una parte veniva versato al clan.