Il sostituto procuratore Claudio Onorati ha chiesto il rinvio a giudizio per l’allevatore di Militello Rosmarino, Giuseppe Lombardo Pontillo. L’uomo era stato arrestato il 17 agosto scorso con l’accusa di aver distrutto, tra il 23 ed il 25 luglio scorsi, oltre 1.500 ettari di bosco e macchia mediterranea sulle colline di Messina. Roghi domati dagli uomini del Corpo Forestale del distaccamento Sarrizzo e dai Vigili del fuoco.
Lombardo Pontillo comparirà davanti al gup Maria Teresa Arena il 22 aprile scorso per rispondere dell’accusa di incendio di bochi.
L’uomo era anche operaio trimestrale del Corpo Forestale, addetto ai servizi antincendio e di manutenzione sui Monti Peloritani.
Secondo gli inquirenti avrebbe dato fuoco alle colline di Gran Gabella a Rodia poiché ogni anno in quella zona trasferiva dai Nebrodi i suoi capi di bestiami. L’incendio sarebbe stato appiccato quindi per far crescere erba fresca necessaria per i suoi ovini e bovini.
Ad incastrare l’allevatore sarebbero state tracce di saliva trovate su un mozzicone di sigaretta utilizzato con due fiammiferi per dar fuoco alle colline. L’innesco fu trovato dagli uomini del Corpo Forestale sulle colline di Rodia durante le operazioni di spegnimento dell’incendio. L’esame del Dna, eseguito dai Ris dei carabinieri, non ha lasciato scampo all’operaio trimestrale.
Le fiamme distrussero 45 ettari di macchia mediterranea, minacciarono numerose abitazioni,molte delle quali evacuate, e misero a repentaglio l’incolumità di quattro tecnici della Telecom rimasti accerchiati dai roghi. Lombardo Pontillo fu arrestato dagli uomini della Forestale nella sua abitazione di San Fratello.
