Clamoroso: Messinambiente presenta istanza di fallimento per l'Ato3. Raccolta dei rifiuti ancora ferma

Clamoroso: Messinambiente presenta istanza di fallimento per l’Ato3. Raccolta dei rifiuti ancora ferma

Clamoroso: Messinambiente presenta istanza di fallimento per l’Ato3. Raccolta dei rifiuti ancora ferma

mercoledì 21 Maggio 2008 - 16:46

Il consigliere Marino: «Abbiamo crediti per 26 milioni di euro, non sappiamo come andare avanti». Cgil, Cisl e Uil: «L'assemblea permanente continua»

le strade iniziano a riempirsi di rifiuti, e difficilmente il quadro cambierà nelle prossime ore. Ma nuovi sviluppi vanno formandosi, e hanno del clamoroso: Messinambiente ha richiesto al proprio legale la presentazione di istanza di fallimento per l’Ato3. Un atto che dimostra la criticità della situazione. Intanto i lavoratori rimangono in assemblea permanente, niente servizio di raccolta nemmeno stanotte, e situazione che si fa sempre più drammatica. Nella tarda mattinata di oggi i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Franco Spanò, Tonino Genovese e Antonio Amato e quelli di settore di Cgil e Uil Nino Triglia e Pippo Lotronto hanno incontrato i vertici di Messinambiente, ricevendo risposte poco rassicuranti: niente soldi, niente stipendi.

«I sindacati – si legge in una nota – speravano di poter portare ai lavoratori riuniti in assemblea permanente da ieri notizie positive circa il conferimento da parte del Comune all’ATO delle somme necessarie a far ripartire il servizio. Da Messinambiente infatti hanno comunicato che non solo non è possibile pagare le retribuzioni ma nemmeno fare riparare l’inceneritore di Pace al quale giornalmente venivano conferite 70 delle circa 400 tonnellate di rifiuti prodotti giornalmente. Nel corso della riunione è stato evidenziato come nel corso degli ultimi 5 mesi il Comune non ha mai versato interamente il dodicesimo previsto dal Piano d’ambito da Sinatra stesso redatto pari a 2milioni200mila euro mensili, detraendo in media 800mila euro a pagamento. Questo stato di cose ha quindi determinato una situazione di grave e ingestibile situazione economica che oggi rende di fatto impossibile pagare le retribuzioni del mese di aprile».

E’ stata inoltrata una richiesta di convocazione urgente al prefetto Francesco Alecci per sollecitare Ato3 e Comune a rispettare gli accordi. «Solo ristabilendo al più presto la corretta parità economica tra i diversi attori di questa vicenda – concludono Spanò, Genovese e Amato – si potrà scongiurare un’emergenza le cui conseguenze ricadranno tutte sui cittadini messinesi e sui lavoratori».

Ancor più sconfortante il quadro che ci dipinge uno dei componenti del Cda di Messinambiente, Patrizio Marino: «Chiederemo una nuova via di finanziamento alle banche – ci spiega – ma è un tentativo disperato perché difficilmente la risposta sarà positiva. Abbiamo crediti per 26 milioni di euro, di cui 16,6 dall’Ato3, 2,8 dal Comune di Taormina e 4,6 dal Comune di Messina. Il 21 aprile scorso il commissario Sinatra ci aveva dato la disponibilità per coprire 4 milioni di euro del credito, è stata fatta anche una bozza di transazione, ma non ci sono risposte. Lo stesso Comune doveva garantirci una certa periodicità nei pagamenti, disattesa anche quella. Gli ultimi soldi, 1,4 milioni di euro, sono serviti a pagare i contributi trattandosi di un obbligo di legge, e tra l’altro per chiudere i contributi ci servirà un ulteriore milione entro giorno 31. Non sappiamo come pagare gli stipendi, ma neanche il gasolio e la manutenzione dei mezzi».

Una situazione al collasso, dunque. «Direi drammatica – dice Marino – a meno di un intervento “eroico- di Sinatra. Noi intanto abbiamo richiesto all’avvocato per presentare l’istanza di fallimento all’Ato3, che è il nostro primo referente, un atto che può essere ritirato in qualsiasi momento ma che resta e spiega bene la gravità del momento, considerando che ben 520 famiglie sono in sospeso». In tutto questo l’impianto di Pace continua a non funzionare, ma cosa è successo? «Qualche buon tempone ha pensato bene di gettare una bombola del gas che è esplosa all’interno dell’impianto». D’altronde i problemi non arrivano mai da soli.

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